La politica, arte difficile del possibile – di Giuseppe Careri

La politica, arte difficile del possibile – di Giuseppe Careri

Dopo quattordici mesi di Governo con il Movimento 5 Stelle, l’otto agosto 2019 il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ritiene esaurita l’esperienza giallo-verde. Il giorno dopo presenta al Senato una mozione formale di sfiducia contro il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che si dimetterà dopo un dibattito in Parlamento.

Da oltre un mese, ormai, assistiamo a tutte le fasi successive alla crisi di Governo. Il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico e la sinistra Leu, si coalizzano per evitare il ricorso alle urne immediate richieste invece da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. La reazione dei Parlamentari manda in fumo quindi la volontà di Salvini di aumentare il suo bottino di voti  in base ai sondaggi.

Inizia così una guerriglia politica senza esclusione di colpi. Sin dall’inizio della crisi si profila un accordo difficile di legislatura tra i 5 Stelle e il Partito Democratico con l’aggiunta della Sinistra scissionista di Speranza, Bersani e Grasso.

Ma le difficoltà politiche da affrontare sembrano insormontabili. Da mesi i 5 Stelle accusano il partito Democratico, dalla Banca Etruria agli affido dei bambini di Bibbiano. Il segretario del PD risponde alle accuse dei 5 Stelle presentando una querela nei confronti del Movimento. Nel gioco delle accuse parlando alla direzione del suo partito Zingaretti dichiara: Io, e lo dico davanti a tutti, e lo dirò per sempre: io mi sono perfino stancato, e lo trovo umiliante; mi sono perfino stancato di dire che non intendo favorire nessuna alleanza o accordo con i 5 stelle. Li ho sconfitti due volte. Non governo con loro!

A sorpresa la trattativa per superare la crisi di governo e allontanare le urne ha un’improvvisa impennata: Matteo Renzi richiama il Partito Democratico e i 5 Stelle a un atto di responsabilità. Al Sole 24 ore dichiara: “Non c’è nulla da temere da un governo che nasce per evitare l’aumento dell’Iva e che abbassa lo spread. Ma se qualcuno volesse farci del male sappiate che non avrà i numeri in parlamento”.

L’iniziativa dell’ex Segretario, che ha la maggioranza dei parlamentari del PD, mette in subbuglio il partito. Carlo Calenda, uno dei pochi parlamentari coerenti in questo clima di trasformismo, da sempre contrario a un accordo con i 5 Stelle, si dimette dal Partito Democratico, come aveva sempre dichiarato, e di occuparsi in seguito della sua formazione “Siamo Europei”.

Dopo la “spinta propulsiva” di Matteo Renzi, iniziano le trattative per la formazione di un Governo di Legislatura. Zingaretti esordisce con un termine perentorio: “Discontinuità”. No a un Giuseppe Conte Bis, no a Di Maio Vice Premier. Purtroppo su entrambi i punti Zingaretti verrà smentito. Il Presidente della Repubblica Mattarella infatti incarica Giuseppe Conte di formare il nuovo Governo di legislatura.

Ci sono numerosi contrasti da superare tra i due soggetti politici. Zingaretti ritiene Conte in carico al Movimento 5 Stelle, Di Maio sostiene che il Presidente incaricato è invece super partes. L’impasse è superata da Franceschini che rinuncia alla carica di Vice Premier, seguito subito dopo da Di Maio.

A margine della trattativa per formare il Governo, Salvini e Meloni minacciano manifestazioni di Piazza il giorno del giuramento. Berlusconi, anche lui favorevole alle elezioni subito, si dice disposto, però, a votare provvedimenti in favore dell’Europa.

Alle difficoltà interne dei soggetti politici, si aggiunge la votazione dei militanti grillini sulla piattaforma Rousseau che potrebbe condizionare la nascita del nuovo governo.

Certo, è una crisi difficile, complessa e priva di certezze. I Dem hanno presentato i loro cinque punti, i 5 stelle i lor0 dieci, poi diventati 20, con la provocazione di Di Maio prendere o lasciare e andare subito alle urne.

Ognuno dei politici in cambio ha dovuto cedere una parte di “discontinuità” o di rinunciare il posto di Vice Premier.

Resta il fatto che siamo in presenza di crescita zero, legge di bilancio difficile, il rischio dell’Iva con i suoi 23 miliardi, la disoccupazione giovanile in aumento, una legge sicurezaza bis da modificare, e poi i migranti costretti a estenuanti attese e sbarchi in mare aperto con bambini di pochi mesi in attesa di un porto sicuro.

Ora la crisi di Governo è in mano a Giuseppe Conte e al Presidente della Repubblica Mattarella. Intorno a loro ci sono milioni di cittadini in attesa di uno sbocco, quale che sia, a una crisi di Governo tra le più difficili degli ultimi anni.

In bocca al lupo dunque.

Giuseppe Careri