Parkinson e Vitamina B1. Migliaia di pazienti curati dal professor Costantini

Parkinson e Vitamina B1. Migliaia di pazienti curati dal professor Costantini

Secondo stime approssimative non ufficiali, in Italia ci sarebbero quasi 500 mila persone affette dalla malattia degenerativa del morbo di Parkinson,una malattia che colpisce non solo gli anziani, ma anche giovani di 30/40 anni a cui viene diagnosticata. Diversi sono i centri sanitari italiani per la cura di questa patologia che ha ripercussioni sulla qualità della vita del paziente e della sua famiglia.

Da diversi anni il Dott. Antonio Costantini, neurologo di Viterbo, cura il morbo di Parkinson attraverso la somministrazione di alte dosi di vitamina B1. Da sola o associata alla Levodopa con risultati spesso sorprendenti. Il neurologo, primo in Italia, ha infatti curato centinaia di pazienti colpiti da questa malattia degenerativa che ha ridato la speranza di guarigione a tanti malati. È interessante conoscere i risultati ottenuti sui pazienti curati dal neurologo viterbese dopo cinque anni di cura praticata con la somministrazione della vitamina B1.

D: Dott. Costantini, quanti sono oggi i pazienti in cura da Lei colpiti dalla malattia del morbo di Parkinson?

R: Noi abbiamo in cura 4000 pazienti visitati direttamente allo studio, più altri 500 malati che risiedono in tutto il mondo; abbiamo avuto anche l’opportunità di visitare circa 10   pazienti provenienti   dagli Stati Uniti, Inghilterra, Malta, Tailandia, Francia e Bulgaria.

D: Quali sono i primi sintomi all’insorgere di questa malattia neurodegenerativa?

R: I primi sintomi sono difficili da decifrare perché la malattia comincia molto prima che i sintomi motori siano chiaramente evidenti; infatti, le prime avvisaglie possono essere la perdita dell’olfatto, i disturbi del sonno, la costipazione e i disturbi vescicali, riduzione della mimica facciale, dolore persistente al collo, scrittura lenta e stretta, cambiamenti del tono della voce e della parola, riduzione delle oscillazioni delle braccia durante il cammino, la depressione, la stanchezza, uno sfumato rallentamento delle attività motorie. Dopo l’inizio di questi sintomi “nascosti” inizia la fase in cui la sintomatologia motoria classica è chiaramente evidente e molto spesso è anche presente il tremore a riposo.

 D: Dott. Costantini, da oltre 5 anni Lei prescrive una terapia a base di Vitamina B1; ci racconti brevemente quali sono i risultati fin qui ottenuti.

R: Di norma, se la malattia non è in uno stato molto avanzato, quasi sempre otteniamo la completa o quasi completa regressione dei sintomi, e comunque sempre un miglioramento del 40% dei sintomi anche nei casi più avanzati e gravi. È difficile che la sola vitamina B1, anche nelle fasi iniziali della malattia, possa, da sola, far regredire tutti i sintomi motori della malattia. Noi abbiamo solo tre pazienti con questo risultato. Nonostante la vitamina risani il risanabile e arresti la progressione della malattia, i centri motori colpiti, sebbene costituiti ormai da cellule sane, sono di dimensioni molto ridotte rispetto a quando i soggetti erano sani (di circa il 60-70%) e non possono produrre tutta la quantità di dopamina necessaria per un funzionamento normale dei nuclei della base. La completa, o pressochè completa assenza di sintomi motori si ottiene se il paziente prende già la levodopa o se questa viene aggiunta alla terapia con vitamina B1 successivamente alla sua introduzione in terapia. La levodopa è un farmaco sintomatico e non è in grado né di risanare le cellule né di arrestare la progressione della malattia, ma lavora sinergicamente alla vitamina B1.

D: Dopo cinque anni di somministrazione di alte dosi di Vitamina B1 può affermare, da un punto di vista medico, che i benefici per i pazienti sono ormai consolidati?

R: Si, sono tutti consolidati ormai da più anni. Sono ormai numerosi i pazienti che abbiamo in cura da 4-5 anni. I pazienti sono stabili, senza nessun segno di progressione della malattia (senza cambiamenti dei dosaggi dei farmaci assunti),  in una buona condizione di salute come si può vedere nei video postati nei nostri blog e nel Youtube di Ultimaedizione.eu ( CLICCA QUA ). Questo significa che le alte dosi di tiamina risanano le cellule risanabili dei sistemi funzionali colpiti e, portate avanti nel tempo, le mantengono sane arrestando così la progressione della malattia. Detto in altre parole, i dati in nostro possesso depongono senza alcun dubbio sul fatto che la vitamina B1 ad alte dosi ha una azione ristorativa e neuroprotettiva in questa patologia. Tutte le ricerche del mondo sono indirizzate a trovare una cura con queste caratteristiche, ma nessuno si è accorto che una cura altamente efficace e con queste caratteristiche è già disponibile dal 2013.

Cominciamo a disporre anche dei primi dati strumentali neuroradiologici a conferma dei dati clinici. Un paziente con malattia di Parkinson, diagnosticato con SPECT con tracciante recettoriale (DATSCAN) nel 2013, e da allora in terapia solo con la vitamina B1, ha quest’anno ripetuto questo esame il quale, in parole povere, è correlato al numero di cellule sopravvissute alla malattia. L’esame è risultato sovrapponibile a quello del 2013 indicando che in cinque anni non c’è stata perdita di neuroni. Nella malattia di Parkinson non curata con la vitamina B1 si ha una perdita mediamente del 3% ogni anno. Quindi, la malattia non ha avuto nessuna involuzione per quanto riguarda l’aspetto clinico e strumentale.

D: A distanza di anni dall’inizio delle cure ci sono ricadute?

R: Nessuna. Chiaramente, il paziente deve continuare la terapia. Anche con delle interruzioni, ad esempio, di una settimana al mese, un mese intero o due mesi.

Non è come la sospensione della levodopa. Supponiamo che il paziente sospenda la levodopa: immediatamente il paziente sta male. Se si sospende invece la vitamina B1, per un tempo determinato, questo non ha riflessi negativi sul paziente. Quindi, se il paziente sospende la terapia della Vitamina B1 per due-tre mesi non ha nessun peggioramento del suo stato. Questo perché la causa primaria della malattia ci mette molto tempo a danneggiare le cellule risanate quel tanto da ripristinare il precedente stato di malattia.

D: In quale ambito nazionale e internazionale ha presentato i risultati ottenuti con la cura attraverso la somministrazione della vitamina B1?

R: Noi abbiamo presentato i nostri risultati all’ottava conferenza internazionale sulla vitamina B1 (detta anche tiamina), a Liegi nel 2014, con grande approvazione dei grandi colleghi presenti, in gran parte studiosi di biologia molecolare. Successivamente al convegno di Cagliari della Società Italiana di Neurologia nel 2015 e abbiamo pubblicato 4 articoli su riviste mediche a diffusione mondiale. Questi dati sono disponibili da tempo sia su www.ultimaedizione.eu sia nel sito www.highdosethiamine.org.

D: Qual è la reazione della medicina ufficiale alla sua cura?

R: In linea generale di totale disinteresse; i motivi non li conosco. Di certo l’industria non credo sia interessata a ostacolare questa nuova terapia perché non ha niente da proporre in alternativa a questa cura. Di certo, se lei vedrà su internet le immagini della malattia del morbo di Parkinson non vedrà mai le immagini dei pazienti curati, prima e dopo qualsiasi terapia. Pressoché nessuno ne ha mai pubblicati, specialmente dopo lunghi periodi di osservazione in quanto le terapie contenute nelle linee guida mondiali non possono arrestare la progressione della malattia e il peggioramento successivo non si potrebbe mascherare. Se visiona i nostri filmati dei pazienti prima e dopo la cura si accorgerà dei miglioramenti dei pazienti dopo la cura e la persistenza dopo anni dei miglioramenti ottenuti fin dall’inizio. La completa regressione dei sintomi non è mai stata descritta da nessuno prima di noi, era ritenuto un fatto impossibile.

L’altro aspetto è che la vitamina B1 è ancor più efficace nel contrastare e far regredire i sintomi non motori della malattia. I sintomi non motori (il decadimento cognitivo, la stanchezza, la depressione, i disturbi dell’olfatto, i disturbi intestinali, i disturbi della potenza sessuale) sono ritenuti incurabili dalla medicina ufficiale.  Con la vitamina B1 invece i pazienti hanno un completo o pressoché completo miglioramento di questi sintomi che di norma sono più leggeri dei sintomi motori. Quindi possono ritornare normali anche senza l’aiuto di niente altro.

Per esempio la levodopa si sa essere classicamente il miglior farmaco per la malattia del Parkinson, ma solo per i sintomi motori. Sui sintomi non motori è completamente inefficace come tutti i farmaci dopamino-agonisti.

D: In definitiva la somministrazione della vitamina B1 ai pazienti da una speranza di guarigione ai tanti, troppi malati del morbo di Parkinson?

R: Vorrei precisare il concetto di “guarigione”. Noi guariremmo il Parkinson se riuscissimo a eliminare, a sopprimere per sempre la causa primaria della malattia (che peraltro non conosciamo). Questo non è attualmente possibile. Nessuno ha a disposizione una terapia eziologica, cioè in grado di eliminare la causa primaria della malattia. La terapia con alte dosi di tiamina, però, appare essere una terapia altamente efficace su base patogenetica bloccando tutti i danni che causa primaria può produrre. Il paziente diventa un portatore sano della malattia, una realtà molto simile alla guarigione.

Visto il crescente numero di malati del morbo di Parkinson sarebbe auspicabile riunire le forze mediche, farmaceutiche e ospedaliere per sapere quali sono le  cause principali dell’insorgere della malattia e di combattere insieme, la farmacologia scientifica ufficiale e i nuovi ritrovati, per debellare una malattia in aumento in tutto il mondo.

Giuseppe Careri