La fontana di Carosello

La fontana di Carosello

Chi non ricorda la sigla televisiva di Carosello trasmessa sul programma nazionale della Rai in cui si alternavano quattro immagini di città italiane?

La prima immagine era Venezia con il Ponte dei Sospiri; seguivano poi Siena con Piazza del Campo; Napoli, via Caracciolo; Roma, Piazza del Popolo.

Ad ogni immagine della città era abbinata a fianco uno strumento musicale: per Venezia un chitarrista; per Siena un trombettiere; Napoli un mandolinista e Roma un flautista.

La colonna sonora rimase immutata per tutti i vent’anni: si trattava di una tarantella del repertorio napoletano risalente agli anni venti intitolata “Pagliaccio” di autore ignoto. Roberto Murolo l’ha poi inserita nella sua antologia della canzone napoletana.

Il giorno precedente alla messa in onda di Carosello, prevista per il 3 febbraio 1957, ci si accorse che mancava la sigla. Il regista Luciano Emmer e il produttore Cesare Taurelli crearono durante la notte una serie di siparietti che si aprivano ad ogni sketch; la macchina da presa, fotogramma per fotogramma, a passo uno, avanzava mentre le tendine si aprivano.

La sigla di CAROSELLO più celebre, però, fu disegnata a tempera da Manfredo Manfredi e fu trasmessa a partire dal 1962. La sigla disegnata, sovrapposta al monumento reale, riproduce esattamente l’opera d’arte monumentale di Napoli chiamata Fontana del Gigante o dell’Immacolatella.

La sua costruzione risale agli inizi del Seicento per opera del pittore e scultore Pietro Bernini e dell’architetto e scultore Michelangelo Naccherino che la realizzarono su commissione del Duca d’Alba Don Antonio Alvarez di Toledo.

La Fontana del Gigante, o dell’Immacolatella, è situata a Napoli tra via Partenope e via Nazario Sauro, proprio di fronte a Castel dell’Ovo.

Le due denominazioni prendono il nome dalle prime collocazioni che ebbero nel tempo: prima nei pressi di Palazzo Reale dove si trovava la Statua del Gigante; poi, nel 1815, al molo, di fronte alla costruzione dell’Immacolatella. Dal 1905 è stata collocata definitivamente nella bella strada panoramica di via Partenope.

La splendida fontana monumentale è articolata in tre archi, sopra i quali sono collocati i grandi stemmi che simboleggiano la città, i viceré di Napoli ed anche il re di quel periodo storico.

A partire dagli anni 60/70 per tutti i partenopei la Fontana del Gigante  è stata ribattezzata la  Fontana di “CAROSELLO”. Per 20 anni è stata un mito, un programma rigorosamente in bianco e nero, imperdibile per una vasta platea di telespettatori, compresi moltissimi bambini, un importante appuntamento per la famiglia.

Napoli: la fontana di Carosello

La popolarità e il successo di questa geniale trasmissione deriva anche dalla partecipazione di famosi attori, cantanti e personaggi dello spettacolo. Ugo Tognazzi, Mina, Raimondo Vianello, Gino Bramieri, Macario, Peppino De Filippo e tanti altri.

Alla realizzazione di CAROSELLO contribuirono anche famosi registi italiani: Federico Fellini, Ermanno Olmi, i fratelli Taviani, Ugo Gregoretti, Gillo Pontecorvo. Era l’epoca del miracolo economico e dei western all’Italiana. Per creare e pubblicizzare il personaggio del Pistolero Gringo, per il prodotto della carne Montana, l’autore dello spot si ispirò infatti ai western di Sergio Leone, regista indimenticabile dei film Per un Pugno di Dollari e C’era una Volta l’America.

CAROSELLO veniva trasmesso al termine del Telegiornale della sera, dalle 20.50 alle 21.00, tranne il Venerdì Santo e il Giorno dei Morti.

Fu sospeso per una settimana in occasione della malattia e morte di Papa Giovanni XXIII e nei giorni delle uccisioni di John e Robert Kennedy avvenute nel 1963 e 1968.

Nel 1969, per tre giorni, CAROSELLO non fu trasmesso a seguito della strage della Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana e, nel 1971, per l’ammaraggio di Apollo XIV.

Moltissimi gli spot trasmessi rimasti impressi nell’immaginario collettivo dei telespettatori. Chi non ricorda lo spot interpretato dall’attore teatrale Cesare Polacco nel ruolo dell’infallibile detective americano diventato calvo per non aver usato la brillantine Linetti? O quello di Nicola Arigliano, cantante Jazz ricordato soprattutto per la pubblicità del digestivo Antonetto? E ancora: Ernesto Calindri seduto in un bar del centro alle prese con il Cynar contro il Logorio della vita moderna?

CAROSELLO non fu solo immagine girata con la cinepresa da registi famosi, ma anche animazione e pupazzi. Uno dei più famosi spot è quello di Calimero piccolo e nero. O Carmencita e Caballero con il sottofondo di una musica divertente testimonial di Lavazza. E tanti altri ancora.

CAROSELLO fu, in definitiva, un programma di brevi racconti cinematografici, di pubblicità intelligente e di creatività alla portata di tutti. Gli attori, i registi e tutti gli autori realizzarono un prodotto piacevole, divertente e ricco di innovazione.

La pubblicità del prodotto, rigorosamente relegata nel finale solo per alcuni secondi  dello spot, era sempre conclusa da una battuta fulminante di un attore.

In uno sketch del 1958 sulla marca di un dentifricio famoso, il partner dell’indimenticabile e bellissima Virna Lisi dopo averla intervistata le disse:  signora, con quella bocca  può dire ciò che vuole!

E’ CAROSELLO, Bellezza!!!!! 

 Giuseppe Careri