Le palline che mettiamo sull’albero di Natale

Le palline che mettiamo sull’albero di Natale

Già i Romani decoravano le loro case con rami di abete in occasione del solstizio d’inverno, in onore del dio Giano.

Furono i cristiani nel Medioevo che sostituirono i rami con un albero intero, l'”Albero di Natale”.

Secondo lo storico Gérard Leser, già nel XII secolo la vigilia di Natale, all’interno delle chiese, veniva eretto l’albero del paradiso, che simboleggia l’albero del Paradiso, l’albero della conoscenza del bene e del male, del peccato originale, ed era decorato con mele rosse in riferimento ad Adamo ed Eva e con ostie non consacrate, quelle “dimenticate”.

Fu solo alla fine del XV secolo, comunque, che si inizio a vedere apparire arbusti decorati o rami verdi per decorare l’interno delle case, anche se nella maggior parte dei casi, il famoso albero di Natale continuava ad essere eretto non nelle case ma nelle chiese o nelle sedi delle corporazioni.

Nelle case, comunque, gli alberi venivano appesi al soffitto per evitare che i topi potessero mangiare le mele o i dolcetti che, insieme alle mele, cominciavano ad essere appesi ai rami.

A conferma del forte significato cristiano dell’Albero di Natale per lungo tempo veniva anche acceso un cero in cima agli alberi di Natale che venivano eretti sotto i portici delle chiese ma, di fronte al rischio di incendio, fu presto preferita una stella d’oro simbolo luminoso che guidò i Magi a Cristo, e per ricordare che si tratta di celebrare una nascita, ancora oggi tradizione vuole che venga chiesto al più giovane della famiglia di appenderla.

Per lungo tempo le piccole mele rosse, che venivano raccolte in autunno, ben strofinate tanto da brillare, continuarono ad essere il principale decoro dell’albero.

Ma nel 1858 una gravissima siccità privò la Francia orientale dei suoi frutti e così, lì, si dovette dare addio alle belle mele rosse per decorare l’albero.

Ebbene, a Goetzenbruck, un piccolo villaggio della Mosella a pochi Chilometri dall’Alsazia, c’era sin dal 1721 una vetreria specializzata nella produzione di vetri da orologio, e qui un soffiatore di vetro ebbe la brillante idea di soffiare alcune palline di vetro colorate in rosso per rimediare all’ingiustizia della natura e non privare i bambini della gioia di un bellissimo albero di Natale.

Bisogna tener presente che i vetri dell’orologio a cupola, venivano tagliati da palline; soffiare le palle era quindi il know-how quotidiano degli artigiani del vetro della regione.

Nessuno ricorda il nome di questo soffiatore ispirato che da solo ha dato il via a una tradizione che si sarebbe diffusa in tutte le culture.

Il successo, infatti, fu immediato e l’idea si diffuse in tutta Europa, poi nel resto del mondo

Dal 1858 la vetreria di Goezenbruck iniziò a produrre, oltre ai vetri ottici, palline di Natale, fino a 250.000 all’anno, esportate in tutto il mondo.

La produzione si fermò solo nel 1964, quando la plastica sostituì il vetro.

Cassandra M. Verticchio