Coronavirus, record di guariti. Borrelli numeri confortanti – di Giuseppe Careri

Coronavirus, record di guariti. Borrelli numeri confortanti – di Giuseppe Careri

Sono quasi 58 mila i guariti dal coronavirus, con un incremento rispetto a ieri di  oltre 3.300 casi. Lo ha comunicato Angelo Borrelli nella consueta Conferenza Stampa del giovedì nella sala della Protezione Civile. Il Capo della Protezione Civile ha poi elencato il numero dei contagiati di ieri per un numero complessivo di positivi di 107 mila unità, 850 in meno del giorno precedente. Purtroppo, a queste buone notizie si è aggiunto l’elevato numero di decessi arrivati a 25.500 con un incremento rispetto a ieri di 465 unità. Infine cala anche il numero dei ricoverati in terapia intensiva. Complessivamente il numero dei contagi, compresi decessi e guariti, sono arrivati ormai a 190 mila unità.

Numeri che convalidano l’aspettativa della fase due che dovrebbe partire dal 4 maggio, salvo eventuali deroghe in Veneto dove il Governatore Zaia è intenzionato ad anticipare la riapertura al 27 aprile. C’è molta attesa alla ripartenza per i 2.7 milioni di lavoratori che riprenderanno il loro posto di lavoro. S’inizierà con il manifatturiero e l’edilizia con l’invito, dove possibile, di utilizzare lo smart working. Ancora non decisa la ripartenza del calcio,  delle scuole e dei negozi. Ne sapremo al termine del Dpcm che si terrà nei prossimi giorni. Fin qui sono tutte informazioni senza il timbro dell’ufficialità del Governo.

Per questa riapertura graduale, è imprescindibile, comunque, il distanziamento, le mascherine e i guanti per non vanificare lo sforzo fin qui fatto da tutti i cittadini, in particolare dal personale ospedaliero, da quello dei trasporti e da tutti coloro costretti a prestare la loro opera necessaria per settori essenziali.

Rimane ancora sospesa la possibilità degli ultra sessantenni di farli rimanere a casa ulteriormente anche se, Giuseppe Conte sarebbe propenso ad evitarlo perché è un problema troppo delicato in questo momento così difficile. Da voci giornalistiche il Presidente del Consiglio avrebbe detto al Capo della Task Force, Vittorio Colao, che probabilmente non avrebbe accolto questa proposta.

Peraltro la decisione dovrebbe essere eventualmente presa anche da un medico che attesti l’idoneità del lavoratore a riprendere l’attività lavorativa, senza dimenticare il problema Costituzionale. Staremo a vedere.

Quindi ripartenza del lavoro con tutti gli accorgimenti e le salvaguardie per i lavoratori. E’ intervenuto anche Papa Francesco per la difesa degli ultimi. “famiglie di gente che ha un lavoro giornaliero o purtroppo lavoro in nero, non possono lavorare e non hanno da mangiare, con figli. E poi gli usurai che prendono il poco che hanno. Questa è una pandemia, una pandemia sociale.”

Il Papa ha colto le difficoltà delle famiglie, anche di quelle che avevano una vita semplice ma ordinata. Negli ultimi due mesi, decine di persone si presentano negli uffici del Monte di Pietà di tante città italiane per “impegnare” i loro gioielli, i loro ricordi accantonati magari in un nascondiglio della casa. Lasciano un anello, una catenina, un bracciale per avere pochi euro necessari per mettere su un pranzo e una cena con la speranza di giorni migliori per riprenderli, per impossessarsi di nuovo dei sogni della loro vita costruita in tanti anni e con tanti sacrifici.

Situazioni dolorose per una pandemia devastante arrivata in ogni angolo del globo. Governi impegnati ad aiutare i più bisognosi, coloro che hanno perduto il posto di lavoro, i cassa integrati, i precari costretti a lavorare solo in brevi periodi dell’anno.

Ci si batte anche in Europa, per raggiungere degli obiettivi sicuri per tutti i paesi del nostro continente. Il primo passo è stato fatto con l’accordo dei Recovery Fund a disposizione dell’Italia ma anche degli altri paesi nazionali.

Il 6 maggio il Consiglio Europeo si riunirà di nuovo per approvare le misure di cui hanno discusso ieri. Al momento speriamo tutti in una riapertura positiva delle attività lavorative; un inizio di speranza e di successo per far ripartire il paese, con la prospettiva di combattere comunque il Coronavirus sempre in agguato. Certo salvare vite umane da questa pandemia è prioritario; ma rimettere in sesto il Paese è altrettanto importante e decisivo. Ci stiamo provando tutti, ognuno per la propria parte con la speranza che dopo tanto buio arrivi un po’ di luce.

Ce la faremo

Giuseppe Careri