La sostenibilità e il futuro – di Silvio Minnetti

La sostenibilità e il futuro – di Silvio Minnetti

Il Festival ASviS 2023 è stato animato da eventi di ogni tipo: convegni, presentazione di libri, mostre, film. Lo scopo è sempre quello di diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile e raggiungere gli Obiettivi Onu di Agenda 2030. Le città principali toccate sono state Roma, Milano, Napoli, Taranto, Bologna, Torino.

Il programma è stato presentato il 4 maggio dai presidenti dell’Alleanza, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, dal direttore scientifico Enrico Giovannini, dalla presidente Rai Marinella Soldi. L’evento di apertura si è tenuto a Napoli l’8 e 9 maggio. A che punto è la lotta alle disuguaglianze attraverso il Pnrr ed i Fondi europei per la coesione sociale? Cosa fanno Stato e Regioni per lo sviluppo sostenibile? L’obiettivo n.8 di Agenda 2030, un lavoro dignitoso e crescita economica, è al centro del programma.

ASviS ha dedicato un evento al Rapporto del Club di Roma. Già nel 1972 appariva chiaro che la Terra è per tutti e con risorse limitate. Una voce significativa del futuro è la cultura come motore del cambiamento mediante nuovi paradigmi. Il futuro è incerto ma possiamo utilizzare strumenti efficaci come multilateralismo e cooperazione internazionale. Quale chiave possono utilizzare le imprese per affrontare l’incertezza? Fare sistema e crescita sostenibile. Altrimenti la crescita è impossibile. Per vincere le sfide del nostro tempo poi servono politiche globali. Soprattutto è urgente decarbonizzare i trasporti il più possibile, in tempi rapidi. In questo quadro fondamentale è l’impegno dei giovani, in particolare su clima e diritti umani. In sintesi cultura e transizione ecologica sono due remi della stessa barca.

Per questo anche musica, arte e spettacolo sono veicoli importanti per portare la sostenibilità nella vita quotidiana delle persone. Anche il film Siccità di Paolo Virzì può essere una occasione di riflessione. Si è trattato per ASviS di oltre 800 eventi, di cui 24 di rilevanza nazionale, anche in festival territoriali, in scuole e università, dall’ 8 al 24 maggio. Il senso complessivo è stato questo: “alimentare la speranza di futuro”.

«Diffondere conoscenza e contribuire a creare consapevolezza tra i cittadini sono ingredienti fondamentali per incoraggiare e alimentare processi partecipativi. Vogliamo contribuire a elevare la società e contrastare la rassegnazione. Noi sottolineiamo anche con questo Festival l’urgenza di svoltare. Vogliamo costruire risposte di adattamento, dare una accelerazione al processo da qui al 2030… Abbiamo perduto anche troppo tempo e dunque abbiamo bisogno di essere più incisivi, più determinati e coraggiosi nel raggiungere questi traguardi» (P. Stefanini). Giovannini ha sottolineato invece l’urgenza di attuare nei prossimi mesi il Piano di adattamento climatico ed il Piano integrato di energia e clima. Infine attuazione del Pnrr e Fondi di coesione devono essere orientati alla sostenibilità.

Quali messaggi emergono dal Festival 2023? Fiducia, unione, tenacia, umanità. Gli obiettivi di base dello sviluppo sostenibile sono il rispetto di sé, degli altri, della natura. “La sostenibilità tiene acceso il futuro”. È urgente allora un nuovo modello di sviluppo fondato su cultura ed etica della sostenibilità senza lasciare indietro nessuno. Che cosa impone di cambiare paradigma di pensiero? L’irrompere di cambiamento climatico, inondazioni e siccità, come in Emilia Romagna e Marche, la gravità dei problemi ci costringono ad una sinergia vera tra pubblico e privato, Terzo settore e cittadinanza attiva. Nell’epoca dell’Antropocene serve una profonda empatia dell’uomo con la natura. Per questo scuola e università sono determinanti nella formazione di bambini e giovani per il 2050- 2100.

Insomma, è una svolta storica: deve cambiare il rapporto dell’uomo con la natura. A che punto è la transizione italiana? Giovannini ha risposto così: «Non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa in quale porto andare, per noi quel porto è l’Agenda 2030. È vero che ci stiamo muovendo troppo lentamente, Da questo punto di vista il Pnrr, ma anche Repower Eu e le altre iniziative, devono essere orientate in questa direzione». Particolare e visibile importanza ha il verde urbano per la mitigazione e adattamento al cambiamento climatico. In questo devono essere impegnati tutti gli 8000 Comuni italiani.

Proviamo ad approfondire i contenuti di qualche evento tra i mille tenuti in tutto il Paese. A Parma ci si è chiesto “Come l’agricoltura smart può migliorare la produzione agricola e la sostenibilità”, presso l’Università. L’agricoltura smart negli ultimi tempi ha suscitato sempre maggiore interesse per le applicazioni che consentono di aumentare la resa e la qualità della produzione agricola usando meno input come acqua, energia, fertilizzanti, fitosanitari. In tal modo vengono ridotte le voci di spesa, aumenta la competitività dell’impresa riducendo l’impatto ambientale. Si tratta del sistema di gestione integrato che consente di fare la cosa giusta, al momento giusto e al punto giusto. Ovviamente valutando le possibili controindicazioni. Ne ha parlato il prof. Alessio Malcevschi, docente di Food sustenaibilty.

A Taranto centrale è stato il tema della complessità: misurare per conoscere, educare, curare e governare i processi secondo complessità. Gli incontri sono stati organizzati dal Centro di cultura “Lazzati”, Camera di Commercio e rete Comuni sostenibili. Oggi informazione e dati hanno grande importanza. La cittadinanza attiva si preoccupa di monitorare, valutare per condividere e partecipare. Centrale è il Bes – Benessere equo e sostenibile, indice multidimensionale utilizzato da Istat dal 2013 per valutare il benessere della comunità nazionale, provinciale ed urbana. È un valido antidoto al riduzionismo valutativo del Pil. Si tratta di un cruscotto per la progettazione adeguata ai bisogni del territorio, sia per gli amministratori pubblici sia per i cittadini associati in Enti del Terzo Settore, ai sensi dell’art. 118 della Costituzione.

A Taranto è stato presente il sindaco di Udine, De Toni, docente universitario di Gestione delle Innovazioni e della Complessità, affrontando il tema della crisi ex Ilva. “Come governare la complessità?”: questo il suo intervento sul caso Taranto e sulle tre leve per superare la crisi. È necessario mediare in politica e costruire alleanze intorno ai progetti. Le città e le imprese devono stabilire un nuovo rapporto nell’economia degli stakeholder. La gestione della complessità implica il coraggio della mediazione in un contesto in cui deve emergere la fiducia reciproca, il tempo necessario a trovare soluzioni, una visione di città con la sua vocazione. La realtà è sempre in movimento e bisogna costruire pazientemente un equilibrio tra le diverse posizioni. Bisogna in pratica, saper mediare. Per questo occorrono formazione politica, conoscenze e valori. La formazione è trasformativa della persona e della realtà. Taranto tutto questo significa, ha affermato Bernabè, amministratore di Acciaierie Italia: decarbonizzazione, forni elettrici ed acciaio pulito insieme a grandi investimenti contro l’inquinamento e compensazioni al territorio.

L’evento di chiusura si è svolto il 24 maggio nell’ Aula dei Gruppi parlamentari. Si è messo a fuoco il quadro di urgenze, aspettative e impegni in Italia. La società italiana sembra più consapevole dell’urgenza di uno sviluppo sostenibile, alla luce delle recenti inondazioni e siccità che mettono in evidenza la sua vulnerabilità idrogeologica. Si afferma sempre più l’interesse delle nuove generazioni, inserite nella Costituzione italiana nel febbraio 2022. Sono stati presentati alle Istituzioni italiane ed europee i frutti della lunga manifestazione ASviS del 2023. Si è confermata l’importanza di ASviS con i suoi 300 soggetti collegati nel mondo economico e sociale, al fine di sensibilizzare cittadini, imprese, Università e Istituzioni con un cambiamento culturale verso i 17 Obiettivi ONU 2030.

Silvio Minnetti

Pubblicato su Città Nuova (CLICCA QUI)