Migranti. Navi da guerra contro navi ong: tempi duri per la democrazia – di Giuseppe Careri

Migranti. Navi da guerra contro navi ong:  tempi duri per la democrazia – di Giuseppe Careri

In un articolo pubblicato nei giorni scorsi su Repubblica, Michele Ainis affronta l’argomento dei migranti attraverso il decreto sicurezza bis voluto dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini: scrive: “navi da guerra presidiano i nostri mari per respingere l’assalto dei migranti; con il rinforzo di aerei militari, motovedette, radar, in virtù dell’accordo tra il Ministero della difesa e quello dell’Interno”.

Il decreto sicurezza bis, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati  dispone, a seguito di numerosi emendamenti presentati dai partiti di governo e di opposizione, la multa da 250 mila euro fino a 1 milione, la confisca della nave dell’organizzazione non governativa,  e l’arresto immediato del capitano qualora non  si fermi all’alt della guardia di finanza o della nave militare. Quando il decreto legge avrà il via libera dalla Camera, passerà poi al Senato per la sua approvazione definitiva previsto per la fine dell’estate.

Questo inasprimento della legge voluta dal Ministro dell’Interno Salvini ha l’intento di contrastare l’arrivo delle navi ONG attraverso il dispiegamento di mezzi navali, aerei militari,  motovedette e radar per impedire l’approdo nei porti italiani delle navi dei migranti che fuggono dal proprio paese coinvolto in una guerra, oppressi dalla carestia e  dalla povertà.

A questa massiccia stretta militare e pecuniaria nei confronti delle organizzazioni non governative, se ne aggiungono altre dal fronte interno del paese, in particolare contro gli “ultimi”, mendicanti e barboni.

Scrive infatti Ainis: “nel vercellese il Sindaco ha proibito ogni forma di accattonaggio. A Terni chi chiede l’elemosina rischia 3 mesi di galera. A Genova i vigili hanno inflitto 200 euro di multa a un senzatetto”. Tanti gravi episodi in contrasto spesso con le nostre norme costituzionali.

Alessandra Locatelli, promossa in questi giorni Ministra della Famiglia, è anche vice sindaca, assessore al sociale e al decoro di Como.

Laureata in sociologia, 42 anni, un passato nel volontariato in Africa e nelle onlus dei disabili, è una fedelissima di Salvini.  La vice sceriffo, chiamata così per la sua vicinanza al Vice Ministro, è stata protagonista di un’ordinanza contro l’accattonaggio che vieta ai senzatetto e ai mendicanti che chiedono l’elemosina di stazionare in centro città provocando uno scontro con i volontari che assistono i clochard. Toglie le panchine dal centro frequentato da stranieri e fa disinfestare la piazza. Ordina il sequestro di 700 mazzetti di mimose e multe per 18 mila euro, come scrive Repubblica.

Ma questo atteggiamento contro gli ultimi, si rivela anche in una serie di divieti che hanno caratterizzato recentemente la campagna elettorale. Un manifestante è stato malmenato solo per aver mostrato uno striscione di protesta non offensivo con le scritte “siate umani” o “Salvini non ti vogliamo”; la violenza poi si è manifestata anche nei riguardi di ragazzi con la maglietta arancione del cinema America accusati di essere antifascisti e malmenati.

Ma tutti questi divieti, o restrizioni della libertà di pensiero, spesso si “tingono” di autoritarismo, sopraffazione violenta e intollerante, attraverso leggi che restringono la libertà garantita dagli articoli della costituzione.

Ecco, molti degli episodi di violenza spesso travalicano i diritti costituzionali di cui siamo protetti. Per questa ragione è necessaria una vigilanza civile adeguata, continua, attenta a ogni episodio contrario ai diritti civili di ognuno di noi, soprattutto dei più deboli e degli emarginati. Occorre vigilare da subito per non trovarci un domani impossibilitati a intervenire perché anche la popolazione civile ritiene naturale ci siano queste nuove restrizioni. La propaganda governativa, infatti, riveste una funzione risolutiva per convincere gli incerti o le persone in buona fede.

Uno storico, William Sheridan Allen, scrive: “Con tutti gli artefici del repertorio nazista, la cittadinanza era stata convinta che ogni voto per i nazisti significasse un voto per tempi nuovi, per una rivoluzione che avrebbe spazzato via tutte le difficoltà passate, e inaugurato una nuova era”.

Sono passati oltre 80 anni da questa citazione sull’avvento della dittatura naziesta.

Sembra oggi!

Giuseppe Careri