Salvini: dalla pagana fonte del Po al Rosario

Salvini: dalla pagana fonte del Po al Rosario

Dal pagano abbeverarsi alla fonte del Po al Rosario in mano di fronte al Duomo di Milano. Peccato che il tragitto non sembra sia stato percorso da Matteo Salvini lungo la via per Damasco. Non c’è stata, fortunatamente per lui, alcuna caduta da cavallo e sembra, anche se penetrare l’animo umano è sempre arduo, neppure alcuna vera conversione alla San Paolo.

I fischi all’indirizzo di Papa Francesco hanno suggellato, e smontato,  l’ennesimo tentativo di Salvini di ammantarsi per quello che non è e per il quale non ha alcuna credibilità. Salvo per coloro che si dicono cattolici e lo seguono comunque,  a dispetto del deficitario tentativo del capo della Lega di auto immaginarsi alla Enrico VIII il “ defensor Fidei” o, addirittura, come il mussoliniano”  Uomo della Provvidenza”. Constatiamo la mancanza dello spessore in entrambi i casi, mentre restiamo in attesa dell’azione costruttiva e positiva della Provvidenza.

Quei fischi si sono levati proprio di fronte al simbolo massimo della cristianità ambrosiana. Da gente che poco conosce il contributo di Ambrogio, uno dei grandi Padri dei primi secoli della Chiesa. Egli, con Crisostomo ed altri, si pose il problema del rapporto del cristiano con la ricchezza, con la povertà e, dunque, quello della vicinanza agli ultimi.

In realtà, siamo di fronte all’ennesimo maldestro tentativo salviniano di spacciare per valori la sua demagogica, superficiale e pericolosa politica divisiva, aggressiva e, per alcuni versi, persino disumana, nonostante la necessità di ricordare, ultimo invito è arrivato dall’Onu, che esiste l’adesione italiana ai Diritti dell’uomo ed alle norme internazionali che, al primo posto, pongono il problema della salvaguardia della vita e della dignità umana.

L’ostilità degli accoliti salvininai verso Francesco conferma la saldatura di una parte della Lega, fortunatamente non tutti i leghisti sono così sprovveduti,  con quegli ambienti  politici e finanziari internazionali che dell’attuale Pontefice non accettano la forte attenzione al sociale e l’impegno a favore degli ” scarti”.

Questa “ destra” ultra destra enfatizza l’antisemitismo e l’anti islamismo, si arrocca solo attorno a questioni che colpiscono emozionalmente la pubblica opinione: l’immigrazione, tema su cui pesa l’assenza di solidarietà tra i paesi europei, in particolare di quelli alleanti di Salvini vagheggianti le stesse posizioni alla “ sovranista”; la sicurezza, a proposito della quale si nascondono i dati reali per continuare a strumentalizzarne la portata.

Salvini non esita a traslare sul piano politico quello che, invece, riguarda la sfera religiosa e, così, a  strumentalizzare ciò che un vero credente tratterebbe con maggior rispetto e delicatezza.

Rispetto e delicatezza che delineano i contorni, sempre, di un vero statista.

Doti che, spiace doverlo sottolineare perché egli è pur sempre una delle massime cariche dello Stato italiano, mancano in Salvini e che sappiamo, invece, essere presenti tra tanta di quella gente che vota Lega, così come accade per il 5 Stelle, perché le vecchie forze politiche, che pur potevano farlo, non hanno riformato e rafforzato questo nostro Paese.

Restiamo convinti che ogni vero cambiamento non possa mai nascere dall’andare”  contro” per partito preso, bensì dal riuscire a trovare la soluzione dei problemi interloquendo  e coinvolgendo tutti gli altri protagonisti presenti nella società civile e nella realtà politica, attraverso l’ascolto e la collaborazione. Altrimenti, c’è solo propaganda e manipolazione.

Alessandro Di Severo