Scuola: la continuità didattica per i disabili resta un sogno

Scuola: la continuità didattica per i disabili resta un sogno

Nuovo anno scolastico e nuovo, ennesimo, tourbillon di docenti al quale verranno sottoposti moltissimi alunni con disabilità: almeno un terzo dei 301 mila alunni con disabilità (che in totale sono aumentati del 12% rispetto a tre anni fa) cambieranno il docente di sostegno, ovvero il loro principale riferimento dal punto di vista didattico e relazionale a scuola.

Il male viene da lontano. Tuttoscuola lo denuncia da anni. Nel 2017 un nostro dossier (CLICCA QUI)  avanzò numerose proposte. Il ministro Valditara – che ha ereditato circa 10 mesi fa la patata bollente – è ritornato sul problema della mancata continuità didattica a favore degli alunni con disabilità, per il quale già nel dicembre scorso aveva denunciato nel convegno della Fish che “Al 59% degli alunni con disabilità non viene garantita una continuità didattica, sappiamo quanto questo sia grave per la crescita e per le prospettive formative dei ragazzi”.

Allora aveva promesso interventi per assicurare un miglior diritto allo studio per quei ragazzi (e il diritto a un lavoro stabile per il personale), ma non è ancora riuscito a mettere in atto sostanziali interventi risolutivi in merito.

Nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa, fa affermato: “Stiamo lavorando alla modifica del regolamento per le supplenze in modo da consentire la conferma dei docenti precari sui posti ricoperti per tutta la durata del ciclo scolastico frequentato dagli studenti con disabilità che sono loro affidati, nel pieno accordo fra le famiglie e le istituzioni scolastiche”. Forse terrà in considerazione i buoni risultati della provincia di Trento, dove i dirigenti scolastici possono procedere, se risulta disponibile la medesima cattedra o posto, al rinnovo, per un massimo di due anni, dei contratti a tempo determinato stipulati l’anno scolastico precedente.

Valditara ha anche precisato che su questo tema delle modifiche del regolamento sulle supplenze aprirà un necessario confronto con le organizzazioni sindacali.

La continuità del docente di sostegno per tutta la durata del ciclo scolastico era stato un obiettivo anche della delega prevista dalla legge 107/2015 (Buona scuola), prevedendo che nel decreto legislativo di attuazione venisse definita “la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico, al fine di garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, in modo da rendere possibile allo studente di fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione”.

L’obiettivo della delega era stato notevolmente ridimensionato nel decreto legislativo 66/2017, che lo aveva riferito ai soli supplenti (come intende fare ora Valditara), prevedendo per i “docenti con contratto a tempo determinato ulteriori contratti a tempo determinato nell’anno scolastico successivo, ferma restando la disponibilità dei posti e le operazioni relative al personale a tempo indeterminato”.

Non se ne fece nulla. Valditara sarà più fortunato?

Per la continuità didattica dei docenti di sostegno di ruolo il ministro sembra rassegnato a non prevedere il vincolo di permanenza in sede durante il quinquennio obbligatorio di prestazione, accontentandosi del minimo previsto per i nuovi assunti: “gli insegnanti di ruolo reclutati quest’anno sono già vincolati a mantenere la cattedra per almeno tre anni”.

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