L’Iran nel quadro mediorientale: la lunga lotta per la modernità- di Saedeh Lorestani

L’Iran nel quadro mediorientale: la lunga lotta per la modernità- di Saedeh Lorestani
Per molte persone nel mondo, il Medio Oriente richiama un mondo lontano. Si può dire che solo la parte colta della società, o chi segue le notizie internazionali, abbia sentito spesso questa parola. Per la prima volta nel settembre 1902, Alfred Mahan rese popolare il termine “Medio Oriente” nell’articolo intitolato “The Persian Gulf and International Relations” pubblicato sulla National Review.
Il Medio Oriente è una regione strategica dal punto di vista geografico ed energetico visto che in questa regione si trova il 56,6% delle risorse petrolifere mondiali. In essa convivono vari gruppi culturali ed etnici come i persiani, gli arabi, i curdi, gli assiri, gli azeri, i turchi anatolici, i lers, i qashqais, gli afgani, i baluchi, gli ebrei, i copti, i turkmeni gli iracheni e i berberi. Le lingue principali di questa regione sono il persiano, il turco azero, l’arabo, il curdo, il lekki, il lori, il balochi, il pashtu, l’assiro, il turco di Istanbul, il greco e l’ebraico, e il Grande Medio Oriente include le lingue armena e urdu. La maggior parte del Medio Oriente ha un clima caldo e secco e zone aride. Ma diversi fiumi grandi e importanti, tra cui il Nilo, il Tigri, l’Eufrate e il Karun, hanno aiutato l’agricoltura, la prosperità e la civiltà in questa regione.
Il Medio Oriente ha una storia antica e ricca; questa regione è uno dei primi insediamenti umani. La storia del Medio Oriente ha un alto valore e la sua importanza geopolitica risale a tempi antichissimi. 13 su un totale di 18  paesi del Medio Oriente sono arabi. I più popolosi sono l’Egitto, l’Iran e la Turchia el’Arabia Saudita è quello con la maggiore estensione.
Un ruolo importante lo ha sempre avuto l’Iran,  uno dei paesi più importanti e strategici del Medio Oriente, che rappresenta una delle civiltà più antiche della storia umana del mondo.  Hegel, il grande filosofo tedesco, considerava quella degli iraniani la prima nazione storica e quello iraniano il primo impero della storia. L’emergere di Susa come città antica, determinata dalla datazione al radiocarbonio, risale già al 4395 a.C. Ci sono un gran numero di siti preistorici in tutto l’altopiano iraniano che testimoniano l’esistenza di antiche culture e insediamenti urbani nel IV millennio a.C. L’Iran è un paese che è stato gestito dagli Achemenidi sotto forma di un sistema di regni ed è stato il primo grande impero del mondo 2500 anni fa. L’ultima monarchia iraniana è stata abbattuta il 16 gennaio 1979 dal governo della Repubblica islamica con la fine della dinastia Pahlavi.
Nella prima e nella seconda guerra mondiale, l’Iran ha dichiarato la propria neutralità. Ma a causa della posizione strategica del paese, le forze coinvolte nella guerra vi sono entrate da nord e da sud. Reza Shah Pahlavi governò l’Iran dal 1926 al 1952, quando si dimise e suo figlio Mohammad Reza Pahlavi salì al potere. Fino ad allora, a causa dei conflitti in cui erano stati coinvolti molti dei re dell’Iran, e dopo la prima guerra mondiale, a causa di una diffusa e lunga carestia, le condizioni di questo paese erano diventate molto sfavorevoli.
Dopo la salita al potere di Reza Shah Pahlavi l’amministrazione delle città del paese  assunse una forma unificata e l’industria e lo sviluppo urbano contribuirono ad ottenere progressi significativi. La libertà delle donne e il loro ruolo nella società crebbero e progredirono. Ma dopo l’entrata degli alleati durante e dopo la Seconda guerra mondiale, cosa cui Reza Shah cercò di opporsi, lo Scià si dimise e suo figlio Mohammad Reza divenne re dell’Iran. Così, l’Iran sperimentò una nuova forma di monarchia.
I progressi nell’industria nazionale accelerarono  e  progredirono in modo significativo. L’istruzione a tutti i livelli si diffuse e un punto degno di nota fu quello del ruolo sempre più significativo assunto dalle donne e dalla loro presenza nella società patriarcale del tempo. Le donne iraniane hanno sperimentato molte riforme durante la dinastia Pahlavi. Nel primo e più importante periodo, le donne sono riuscite a ottenere i diritti civili e di cittadinanza all’interno di una visione di modernizzazione del paese. Per la prima volta, le donne potevano uscire di casa ed entrare nell’arena sociale. Venne resa obbligatoria  l’istruzione per i giovani di entrambi i sessi ragazzi aumentando notevolmente le fasce sociali alfabetizzate.
Si verificarono anche altri cambiamenti. Fino ad allora, non era stato possibile per le donne entrare nella posizioni chiave della società ed intraprendere professioni come l’insegnamento, l’assistenza infermieristica, la professione medica, ecc., senza sottostare alla tradizione che imponeva l’obbligo del velo o altre restrizioni. Alle ragazze che frequentavano le università come quella di Teheran, fu consentito l’organizzazione di associazioni femminili, e alcune di loro poterono agitare i loro ideali tra cui la libertà. Anche quella di non indossare obbligatoriamente il velo.
Per la prima volta, le donne hanno potuto recarsi alle urne e partecipare al referendum della cosiddetta Rivoluzione Bianca. Ciò ha indubbiamente segnato una nuova condizione per le donne nella storia contemporanea dell’Iran.
Poco prima della rivoluzione del 1979, c’erano 1.500 donne in posizioni dirigenziali a livello nazionale, 22 donne nell’Assemblea nazionale, e cinque di loro erano sindaci. Le donne ricoprivano il 33% di tutti i posti di lavori di istruzione superiore del sistema scolastico nazionale.
Dopo la Rivoluzione, il nascente governo islamico di Khomeini, del tutto ignaro della capacità di governo, ha proceduto a giustiziare tutti i suoi oppositori dopo l’emanazione di sentenze da parte di tribunali  di facciata, e alla fine si sono contati migliaia di morti innocenti per mano della Repubblica islamica.
Ma non solo le donne si sono ritrovate a seguire le regole su l’hijab obbligatorio, anche gli uomini sono stati sottoposti a limitazioni per il loro l’abbigliamento, l’ascolto della musica, e a numerosi divieti emanati a danno delle minoranze religiose trasformatisi nella negazione dei loro diritti sociali e legali come quello all’istruzione e al lavoro. Tutto ciò ha trasformato la Repubblica islamica dell’Iran in una dittatura religiosa.
In questi giorni stiamo assistendo a proteste interne contro i 44 anni di regime antidemocratico della Repubblica islamica. Queste proteste non riguardano solo l’hijab obbligatorio e la libertà delle donne. Le ragioni principali di queste proteste sono da trovare nella debolezza del Governo della Repubblica islamica nella gestione del paese, nell’organizzazione degli attacchi terroristici della Repubblica islamica in Medio Oriente e nella la completa repressione di qualsiasi manifestazione sociale, culturale e politico.
Saedeh Lorestani