Dallas-1973-Roe vs Wade. La sentenza sull’aborto che cambiò l’America

Dallas-1973-Roe vs Wade. La sentenza sull’aborto che cambiò l’America

La sentenza che cambiò l’America e che da quasi 50 anni divide il paese

Jane Roe è lo pseudonimo con il quale negli Stati uniti viene garantito l’anonimato alle donne durante un processo. A presentarsi fino alla Corte Suprema Norma McCorvey, rimasta incinta dopo uno stupro. Henry Wade il procuratore che difese lo stato del Texas sostenitore della legge, fino a quel momento riconosciuta, che impediva per qualsiasi ragione la pratica dell’aborto.

Per anni utilizzata come cavallo di battaglia durante la corsa alla Casa Bianca, negli ultimi tempi il tema del diritto ad abortire durante tutto il primo semestre per qualsiasi ragione, è passato sempre più in secondo piano rispetto ad altre tematiche. Pur essendo una legge federale, non esistendo una legge unica applicabile, ogni stato del paese può in qualsiasi momento portare avanti o almeno tentare di modificare la regolamentazione in vigore.

A settembre la corte d’appello del Texas ha approvato la Senate Bill 8 legge che dichiara illegale l’interruzione della gravidanza, per qualsiasi ragione, dopo la 6 settimana di gestazione. Grandissimo cambio di rotta rispetto alla disciplina fino a quel momento esistente che ha riportato, dopo anni, sotto i riflettori la questione delicata dell’intromissione più o meno legittima dello Stato, in scelte così personali e delicate.

Dopo settimane di proteste in tutto il paese e il blocco temporaneo della legge per ordine della Corte Federale, la Corte Suprema si è pronunciata e con 5 voti a 4 ha respinto l’accusa d’incostituzionalità della Senate Bill 8.

 Non solo il Texas, anzi, l’Alabama a maggio ha messo in cantiere una legge che vieterebbe la pratica nella sua totalità, se non nel caso in cui sia necessaria a salvare la vita della madre. Molti altri stati conservatori potrebbero seguire la battaglia cominciata e vinta dal Texas e vedere dunque cambiare radicalmente una tra le più liberali misure in fatto di aborto. Da ricordare che in Italia secondo la legge, l’interruzione volontaria di gravidanza è permessa fino al novantesimo giorno di gestazione in piena libertà e successivamente, durante il trimestre successivo, solo in casi eccezionali.

Risulta complicata da comprendere e per molti da appoggiare, la battaglia dei conservatori in atto in America, ma va ricordato che il nostro paese non ha mai approvato e difficilmente approverà una libertà massima come quella legittimata dal caso Roe.

 Un paradosso tutto americano quindi quello che vede i Repubblicani, notoriamente ostili all’intervento statale, richiedere un suo rafforzamento in merito alla questione, mentre i Democratici che sostengono l’intervento pubblico in molteplici ambiti, difendere senza compromessi la libertà di scelta della donna.

Cassandra Verticchio