Covid: Alto Adige in zona rossa. 5 nuove regioni in zona arancione – di Giuseppe Careri

Covid: Alto Adige in zona rossa. 5 nuove regioni in zona arancione – di Giuseppe Careri

Il peggioramento del Covid-19 modifica la mappa delle zone a rischio. Bolzano e le sue province, con grande senso di responsabilità, sono state le prime a fare un’ordinanza per adottare misure più restrittive all’interno della zona rossa.

Liguria, Toscana, Abruzzo, Basilicata e Umbria sono entrate invece nella zona arancione. La Campania sarà oggetto di uno studio analitico dei dati per mantenere la sua presenza nella zona gialla o, viceversa, essere trasferita nella zona arancione, se non addirittura in quella rossa. Saranno i dati definitivi a stabilirlo. Le ordinanze firmate dal Ministro della Salute Roberto Speranza saranno operative a partire dalla giornata di mercoledì 11 novembre.

Le decisioni per l’adozione di misure restrittive più stringenti sono il risultato degli ultimi dati pervenuti al Comitato Tecnico Scientifico. In un video messaggio il Direttore del dipartimento prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza ha detto: “La situazione epidemiologica da Covid-19 continua a peggiorare e si registra un indice di contagio RT di circa 1,7. Quasi tutte le regioni italiane sono pesantemente colpite. Per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri notiamo una tendenza all’aumento; soprattutto c’è un incremento dei ricoveri in terapia intensiva. Questa situazione giustifica l’adozione di interventi più ristrettivi soprattutto nelle zone più colpite e naturalmente necessita l’adozione di comportamenti più prudenti da parte di tutti i cittadini”.

Il richiamo alla responsabilità rivolto ai cittadini è scattato per i numerosi assembramenti che si sono verificati in diverse città italiane, complice l’estate di San Martino che ci ha regalato bel tempo e un sole tiepido. Ressa quindi sul lungomare Caracciolo a Napoli, assembramenti  a Roma via del Corso, e poi tanti che si sono riversati sulle spiagge di ostia. Ma la situazione è analoga da Sud a Nord, dalla Sicilia, alla Liguria fino alla Lombardia. Probabilmente molti cittadini non si rendono conto della recrudescenza dell’epidemia che da oltre mese ci assale con contagi e morti sempre maggiori, ma soprattutto con il numero sempre più elevato di malati ricoverati in terapia intensiva. I dati delle ultime 24 ore segnano 25 mila casi accertati, ma con 43 mila tamponi in meno, per l’esattezza 147,725.

Il rapporto positivi/tamponi è di 17,1. Salgono i decessi, sono 356 nelle ultime 24 ore. Il totale dei morti sale a 41.750 persone.

Situazione sempre più drammatica, dunque; per questa ragione sono arrivati appelli al Ministero della Salute da parte dell’ordine dei medici, degli anestesisti e dagli infermieri a predisporre al più presto il lockdown in tutta Italia, prima che sia troppo tardi. In una intervista rilasciata all’Ansa, il Presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri Alessandro Vergallo ha detto:

”Le terapie intensive sono già sotto pressione. A fronte di ciò e dell’assenza di una medicina territoriale, la proposta di lockdown nazionale è a questo punto ragionevole. I ricoveri ospedalieri e dunque anche quelli in terapie intensiva, aumenteranno fino a quando le misure più restrittive dell’ultimo dpcm non porteranno gli auspicati effetti positivi.

In questa situazione drammatica certificata anche da medici, anestesisti, infermieri impegnati fino allo stremo nei pronto soccorso, nelle terapie intensive, nelle corsie, perfino nei corridoi, si inserisce la necessità da parte delle Regioni di mandare regolarmente i dati per stabilire con certezza i 21 parametri. Non sempre questo accade, come successo in Liguria, ma anche in Campania dove domani dovranno verificare se i dati sono esatti o si devono aggiungere altri dati per avere una situazione reale soprattutto della capacità delle terapie intensive di far fronte al numero di malati da ricoverare, visto che sono in continuo aumento.

Il clima è teso in gran parte delle Regioni Italiane. Occorre trovare misure per alleggerire la tensione anche dal punto di vista economico anche se, bisogna ammettere, il Governo sta cercando in tutti i modi di trovare i mezzi e gli strumenti necessari per indennizzare tutte le figure commerciali e imprenditoriali entrate in crisi per la pandemia che purtroppo non accenna a diminuire.

Le polemiche non servono. Tanto meno le esplosioni di rabbia che abbiamo visto nei precedenti giorni provocate da estremisti che niente a che vedere avevano con il disagio e le preoccupazioni dei commercianti, degli esercizi dei bar, ristoranti, palestre, cinema e, purtroppo, tanto altro ancora.

Infine i cittadini ai quali va rivolto dalle massime autorità, in maniera pressante, un accorato appello a fare anche loro la propria parte, per se stessi, i familiari, ma anche per tutti gli altri cittadini

Giuseppe Careri