Giungla d’asfalto. Centinaia di morti sulle strade – di Giuseppe Careri

Giungla d’asfalto. Centinaia di morti sulle strade – di Giuseppe Careri

Continua la strage degli incidenti stradali. Secondo stime elaborate da Aci – Istat, nel 2019 la mortalità sulle strade è in aumento del 25%. Solo nella scorsa settimana ci sono stati 8 morti in incidenti avvenuti in diversi luoghi del paese.

Avevano tra i 20 e i 25 anni i tre ragazzi morti a Noventa di Piave alle porte di Venezia nello scontro frontale fra due auto alle 2.30 di notte. Ad Anguillara Sabazia, vicino Roma, una giovane ragazza di circa 20 anni si è schiantata contro un platano intorno alle 3 di notte; la sua amica diciottenne è stata ricoverata in ospedale in condizioni gravissime. Nel catanese muore un sedicenne e tre rimangono feriti nell’impatto dell’automobile contro un muretto.

Ancora: scontro frontale alla periferia di Roma: muoiono un fotografo di 30 anni e la modella di 31. Uscendo da una curva lo scooter si è trovato di fronte una Mercedes che li ha travolti e uccisi.

Auto si ribalta sulla Cristoforo Colombo, muore un ragazzo di 20 anni. Feriti gli altri quattro occupanti, tutti giovanissimi.

Drammatico il bilancio dei pedoni morti investiti sulla strada; una violinista di 50 anni, madre di 5 figli, è stata travolta sulle strisce pedonali da un motociclista di 30 anni accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso. L’incidente, se così si può definire, è avvenuto a Rosignano Solvay, vicino Livorno.

Uno degli ultimi incidenti stradali in ordine di tempo è avvenuto a Roma dopo la mezzanotte di qualche giorno fa. Due ragazze giovanissime di 16 anni sono state investire e uccise da un Suv che percorreva la grande arteria di Corso Francia a una velocità presunta di 70 Km orari. Il guidatore, un giovane di 20 anni, si è fermato per soccorrere le ragazze, ma inutilmente, sono morte per l’impatto tremendo con l’auto di grossa cilindrata. Il ragazzo è accusato di duplice omicidio stradale ed è risultato positivo a cannabis, cocaina e al test alcolico, tre volte oltre i limite consentito. Rischia il carcere. La notte, piovosa e con scarsa illuminazione ha contribuito alla tragedia delle due povere ragazzine.

L’Istat ha rilevato che distrazione, mancato rispetto delle regole di precedenza e velocità sostenuta restano le prime tre cause di incidente; l’uso di cellulari e il mancato rispetto della segnaletica si aggiungono alle prime tre cause.

L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia un allarme; se non ci saranno interventi strutturali per la sicurezza stradale, gli incidenti sulle strade saranno la prima causa di morte e di disabilità di giovani e non.

Oltre le cause principali segnalati periodicamente da Aci-Istat, sono tante le cause che determinano poco sicurezza sulle strade italiane. Le buche in agguato su gran parte delle rete stradale cittadina e provinciale; la scarsa illuminazione delle strade che impedisce una visione ottimale agli automobilisti; le strisce pedonali quasi dappertutto cancellate dall’usura del tempo e della pioggia; La segnaletica stradale spesso nascosta da rami di alberi o addirittura inesistente; la mancanza di controlli di polizia stradale, carabinieri e vigili urbani impiegati magari in altri settori. Infine l’incoscienza di chi guida, di giovani e non su bolidi resi pericolosi spesso dalla distrazione del telefonino e, ormai sempre più frequente, dall’uso dell’alcol e della droga. Ma non sempre la colpa è degli automobilisti, perché spesso i pedoni attraversano le strisce pedonali di corsa o incollati al telefono cellulare. Spesso la Cassazione deve dirimere le controversie stradali per stabilire le modalità d’incidente tra conducente di un auto e il pedone. Ma c’è dell’altro, non meno importante.

I comuni dovrebbero rivolgere i loro sforzi per limitare gli incedenti stradali utilizzando le risorse dei cittadini per migliorare la segnaletica, riparare le migliaia di buche pericolose, e soprattutto fare una campagna di educazione stradale a partire dalle scuole, coinvolgendo quando necessario anche le famiglie.

Dopotutto, i cittadini pagano le tasse, le contravvenzioni, i parcheggi a pagamento, ed è sacrosanto che questi soldi vengano poi riutilizzati per il bene comune, soprattutto per evitare morti dolorose o disabilità come ogni giorno siamo costretti, impotenti, ad assistere.

La campagna di educazione stradale e misure più drastiche per chi contravviene alle regole, o alla inosservanza della segnaletica, infine all’uso improprio del telefonino, è sicuramente prioritario per ridurre, se possibile, il grande dolore di genitori, amici e parenti delle vittime.

Giuseppe Careri