Il fenomeno delle aste online: cosa c’è da sapere su questi siti web

Il fenomeno delle aste online: cosa c’è da sapere su questi siti web

Cosa c’è dietro il “fenomeno” delle aste online che sta letteralmente spopolando negli ultimi tempi? Prima di rispondere a questa domanda spieghiamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Per comprendere cosa sia una piattaforma di aste online si può citare a titolo di esempio una delle realtà più note di questo settore, ovvero Bidoo: questo video ne presenta bene le peculiarità, inoltre interessanti informazioni possono essere individuate nei canali Social ufficiali, come ad esempio quello Twitter.

In questa piattaforma alcuni utenti sono riusciti a fre degli acquisti a dei prezzi che definir stracciati è poco: un Apple Watch è stato pagato 14,67 euro, un iPhone XR 0,99 euro, un iPhone 8 Plus 0,55 euro, una Vespa 50 Special 183,77 euro, una Fiat 500 a 2.380 euro, ma come è possibile questo?

I casi in questione non sono delle “esche” pubblicitarie, ma corrispondono a realtà: è evidente che qualsiasi azienda andrebbe in perdita vendendo tali articoli a cifre simili, tuttavia le piattaforme di aste online riescono comunque a sviluppare dei guadagni attraverso dei canali differenti. Scopriamo subito quali.

La principale fonte di guadagno di tali siti web corrisponde alle cifre che gli utenti devono riconoscere per eseguire i vari rilanci nell’ambito di un’asta.

Ogni singolo rilancio ha infatti un costo di pochi centesimi di euro qualora le puntate vengano acquistate, addirittura il costo può essere nullo se le puntate siano state ottenute da missioni social o aste di puntate; questa cifra, comunque, non compromette la convenienza della singola operazione per il singolo utente, ovviamente a condizione che il prezzo di chiusura dell’asta sia distante da quello di listino, allo stesso tempo però la piattaforma ha modo di guadagnare.

Su un sito come Bidoo sono presenti in qualsiasi momento della giornata decine, se non centinaia, di aste attive, ecco spiegato come mai le società che gestiscono questi siti Internet riescono a maturare dei guadagni pur vendendo articoli di vario genere a prezzi più che stracciati.

Molte aziende propongono alle piattaforme di aste online degli articoli in modo completamente gratuito, per un motivo molto semplice: l’inserimento di un prodotto in questi spazi web implica una notevole visibilità.

Anche questo, dunque, è un ulteriore motivo per cui questi siti Internet hanno modo di vendere a prezzi così distanti dal reale valore di mercato.

C’è da considerare anche un altro aspetto, ovvero che i siti web di aste online possono fungere anche da e-commerce classici.

Laddove si fosse interessati a un determinato articolo, infatti, è possibile acquistarlo normalmente al suo prezzo di listino anche al termine di un’asta: in un caso come questo, peraltro, la piattaforma Bidoo restituisce anche la somma spesa per effettuare i vari rilanci.

È questo, dunque, il “segreto” di queste piattaforme: il loro “core business” non corrisponde ai prezzi a cui vengono chiuse le singole aste, bensì è correlato a diversi altri fattori.

Se ci si chiede se questi siti Internet possano essere “teatro” di ottimi affari, dunque, la risposta è positiva.

Ovviamente è fondamentale che il navigatore abbia chiaro il funzionamento di queste piattaforme, inoltre è evidente che ogni singola asta sia un caso a sé: se un oggetto riceve molti rialzi da parte degli altri iscritti il suo prezzo finale tende ad essere più alto, allo stesso modo può accadere che alcune aste vengano trascurate e che si concretizzino degli acquisti a cifre davvero assurde, come quanto esposto nelle recensioni.

Gianluca Bottiglieri