la Sanità e le disparità di trattamento – di Massimo Maniscalco

la Sanità e le disparità di trattamento – di Massimo Maniscalco

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti[1]”. La Riforma Sanitaria (Legge 28\12\1978, numero 833), istituendo il Servizio Sanitario Nazionale[2], ha esteso l’obbligo dello Stato di assicurare le prestazioni sanitarie e farmaceutiche a tutta la popolazione passando ad un Sistema sociale generalizzato.

“Il Servizio Sanitario Nazionale è un patrimonio da difendere ed adeguare; in questo la Riflessione delle Regioni, in dialogo con il Paese e la Società, è importante e preziosa. Le Regioni sono la colonna vertebrale dell’Italia, ma ci sono divari che vanno colmati attraverso il canone costituzionale della leale collaborazione[3].”

“E’ necessario incrementare il Fondo Sanitario Nazionale anche in un contesto finanziario difficile, con la consapevolezza che questa è la priorità delle Regioni[4]

Il diritto costituzionale alla Salute ci impone di assicurare concretamente,  tempestivamente e sempre il benessere collettivo delle persone (dalla culla alla bara).

La Salute non è un bene saturabile, ma cresce quanto più migliorano le condizioni di vita.

La Sanità va vista come un importante banco di prova del modello di sviluppo sostenibile che si deve comporre anche grazie alla nostra educazione, perché la salute dipende dal livello culturale delle persone, dal loro stile di vita, dalle loro abitudini alimentari ed ovviamente  non solo (meno alcool e meno sigarette).

Alla Sanità non solo maggiori Fondi ancorché necessari, ma anche migliore Organizzazione e migliori Controlli.

La protezione della Salute, intesa come diritto alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure mediche, forma oggetto anche di una disposizione specifica (articolo 35) della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.

La Sanità pubblica costa meno di quella privata ed è più efficace, riduce le diseguaglianze ed è elemento di stabilità democratica, va opportunamente ottimizzata. Utile ricordare che oggi la quota di spesa sanitaria sostenuta direttamente dai privati cittadini è di circa 40 miliardi di € in ragione di anno.

Ed invece la spesa sanitaria destinata al SSN è destinata a calare da 134,7 miliardi di € a 132,9 miliardi.

Come quasi tutti i Sistemi Sanitari, anche il SSN si scontra con un problema difficilmente risolvibile: soddisfare contestualmente i tre obiettivi chiave: universalità della copertura; globalità delle prestazioni; eccellente qualità dell’assistenza.

Dal punto di vista dell’utente, due constatazioni:

la maggior parte della popolazione non può permettersi la Sanità a pagamento;

il ritardo, ancorché a causa di individualità o di ritardi burocratici, di una diagnosi o di una cura va ad aggravare sia la condizione del paziente sia le casse pubbliche.

Compito dello Stato è correggere le disparità.

Purtroppo, l’idea regionalistica ha impedito il rispetto dei LEA, Livelli essenziali ed anche Uniformi di Assistenza.

La spesa sanitaria italiana in rapporto al Prodotto Interno Lordo é tra le più basse d’Europa; senza adeguamenti in melius di questo parametro é inimmaginabile che il Sistema possa reggere.

In peggioramento, la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADeF) 2023 pare che preveda che le risorse sanitarie tornino ad essere decrescenti in valore percentuale rispetto al Prodotto Interno Lordo, ragion per cui il Sistema si avvia, lentamente, verso un nuovo ridimensionamento che renderà ancora più critica la gestione di alcune emergenze.

Il PNRR, di contro, con tutti suoi problemi e ritardi, ancora oggi (Ottobre 2023) irrisolti,  ha destinato al Sistema Sanitario risorse cospicue, con 1 miliardo di € all’universalità territoriale del Fascicolo Sanitario Elettronico; il traguardo dovrebbe essere il Fascicolo interoperabile in tutto il territorio della UE, base per la “medicina personalizzata”.

Il PNRR, con la Missione 6, destina alla Sanità, in Sicilia, 900 milioni di €\anno; purtroppo i 13 Ospedali di Comunità, causa la difficoltà di realizzarli entro l’anno 2026 sembrano rischiare, per ora, di essere stralciati dal Piano ed essere finanziati con i Fondi Ordinari non spesi in relazione all’edilizia sanitaria; pessima notizia; il PNRR, con le sue categoriche scadenze assicura il rispetto dei tempi che non sono garantiti da altri strumenti finanziari. Infine, poiché è previsto che servirebbero, per gli Ospedali di Comunità, oltre 4200 unità, tra medici, infermieri, OSS, personale amministrativo, chi finanzierà i costi relativi, stante che il PNRR non destina Fondi alle assunzioni di personale? Auspicabilmente dovrebbe supplire il Fondo Complementare.

Recita l’ultimo rapporto CENSIS: “Il ricorso alla Sanità a pagamento é l’esito di prestazioni prescritte da medici che i cittadini non riescono ad avere in tempi adeguati dal Servizio Sanitario”; la somma è pari a 2,15 miliardi di €, pari ad incremento del 6% rispetto all’anno 2020.

I dati di raffronto 2010\2020 negli Ospedali italiani sono scoraggianti: nei 10 anni del confronto sono stati chiusi 100 Ospedali a gestione diretta ed 11 Aziende Ospedaliere; sono stati disattivati 113 Pronto Soccorso, 10 dei quali pediatrici; sono state disattivate 85 Unità Mobili di Rianimazione; si sono persi 37.000 Posti Letto negli Ospedali Pubblici, 28.000 dei quali ordinari e quasi 10.000 in Day Hospital;  il tutto a fronte di un incremento pari a 1.747 Posti nelle strutture private. La quota di spesa sanitaria privata sulla spesa sanitaria è pari al 24,4%; tranne il Portogallo, tutti gli altri Paesi Europei presentano percentuali inferiori al 27%.

Il fatto che la spesa privata sia in costante aumento non è un buon segnale per un Sistema che pretende di basarsi sull’universalismo; è la constatazione di un Sistema in sofferenza.

Medici e infermieri italiani sono tra i meno retribuiti d’Europa, come certificato dall’ultimo report OCSE. Un medico tedesco guadagna il 93,6% in più di quanto guadagni un medico italiano.

La Corte dei Conti recentemente scrive: “Il programma straordinario degli investimenti pubblici in Sanità costituisce un contributo sostanziale al perseguimento della finalità pubblica della tutela della salute, in quanto l’ammodernamento del patrimonio strutturale e tecnologico consente meglio di rispondere con strutture e tecnologie sempre più appropriate, moderne e sicure alle necessità di Salute della Comunità ed alle aspettative di operatori ed utenti del Servizio Sanitario Nazionale.”.

L’obiettivo al quale pare si punti prioritariamente è la diminuzione delle attese nelle liste di prenotazione di esami e cure.

La risposta ai tanti segnali di allarme che si vanno registrando non può essere solo l’aumento delle prestazioni e delle risorse; “Vanno ridefiniti i contorni di una Sanità pensata come Bene Pubblico universalistico, in un mondo in cui la domanda illimitata di Sanità è destinata a crescere illimitatamente[5]. Servono la “Medicina del Territorio”, le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità, nei quali dovrebbero confluire a regime, tanto le Guardie Mediche che i Medici di Famiglia, per sgravare da ciò che non sia urgente e grave i Pronto Soccorso; ci vuole l’incremento del numero dei Medici e degli infermieri; la loro valorizzazione professionale, anche in termini di retribuzione; poi bisogna risolvere, per medici ed infermieri, il problema di attrattività del SSN.

La terapia per curare il malato SSN è nota:

“rilanciare progressivamente il finanziamento pubblico, per allinearlo, entro l’anno 2030, almeno alla media dei Paesi Europei;

potenziare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato sulle Regioni;

garantire l’aggiornamento continuo dei Livelli Essenziali ed Uniformi di Assistenza, per rendere subito accessibili le innovazioni, oltre che la loro esigibilità, su tutto il territorio nazionale;

riprogrammare l’offerta dei servizi socio-sanitari in relazione ai reali bisogni di Salute della popolazione; nel dettaglio, rilanciare le politiche sul personale sanitario”.

regolamentare il rapporto pubblico-privato e la Sanità integrativa;

investire in prevenzione e promozione della Salute;

potenziare l’informazione istituzionale basata sulle evidenze scientifiche;

aumentare le risorse per la Ricerca indipendente;

rimodulare ticket e detrazioni fiscali per le spese sanitarie.[6]

Si ritiene da parte di AZIONE che manchino, oggi, circa 25.000 Medici e 63.000 Infermieri; che servirebbe portare il numero dei posti letto in linea con la media europea, il che significa aumentare la disponibilità ogni mille abitanti di circa 2 posti; che servirebbe aumentare al 7% il rapporto della spesa sanitaria sul Prodotto Interno Lordo.

Il Ministro della Salute sta mettendo a punto un Piano che presto sarà pronto ed indirizzato a migliorare l’efficienza del Sistema sotto vari profili, dalla incrementata disponibilità di medici alla realizzazione delle Case di Comunità; dalla destinazione delle ex Guardie Mediche alle visite domiciliari.

Il giorno 8 Ottobre 2023 l’Italia ha incassato la terza rata del PNRR; il Governo, per non creare ritardi su ritardi, ha deciso di anticipare una somma che forse potrebbe anche superare i 200 milioni di € destinati ad una “Operazione Salvataggio” di un primo lotto di Asili Nido e di “Case di Comunità per l’assistenza sanitaria sul territorio”; per queste ultime l’obiettivo era stato ridimensionato, con un taglio di 414 strutture su un totale di 1.350; si punta ad un rifinanziamento, attingendo al Fondo per l’Edilizia Sanitaria, fondo che pare disponga di un residuo di 10 Miliardi di €, mai speso.

“Senza un adeguato livello di finanziamento, la Sanità potra’ garantire sempre meno prestazioni alla popolazione; nel ricercare il difficile equilibrio tra il Diritto alla Salute, l’unico definito “fondamentale” dalla nostra Costituzione e le esigenze del Bilancio non si sacrifichino i caratteri di universalità, eguaglianza ed equità connesse all’efficacia ed efficienza del SSN[7].”

Avere più risorse per la Sanità, adeguare, rivisitare, il Sistema Sanitario consentirà di investire sul Futuro, significa mettere in sicurezza la stabilità sociale del Paese[8];  ma non basta avere più Fondi per far funzionare al meglio il SSN.

Consentirà probabilmente di avere un maggior numero di Medici; come ottenere che siano ad un livello ottimale di preparazione? “La strada semplice ed efficace per disporre in Italia di un maggior numero di ottimi medici preparati consiste nell’impegnarsi seriamente per far rientrare in Italia i numerosissimi medici che attualmente lavorano negli Ospedali e nelle Università di tutto il mondo e che sono universalmente apprezzati per le loro capacità eccezionali; molti di loro sarebbero felici di poter tornare in Italia; ciò che li trattiene dal farlo non è solo il trattamento retributivo, ma anche la mancanza di un ambiente che, con trasparenza, premi veramente la capacità e l’impegno e che finanzi adeguatamente la ricerca; altrettanto utile sarebbe incentivare i medici che lavorano in Italia a non andarsene a lavorare all’estero[9]”.

La risposta ai tanti segnali di allarme che si vanno registrando non può essere, però, solo l’aumento delle prestazioni e delle risorse; “Vanno ridefiniti i contorni di una Sanità pensata come Bene Pubblico universalistico, in un mondo in cui la domanda illimitata di  Sanità è destinata a crescere illimitatamente[10].

Adeguare, rivisitare il Sistema sanitario consentirà di investire sul Futuro, significa mettere in sicurezza la stabilità sociale del Paese[11]. A buon intenditor, poche parole.

Un Partito popolare, sociale, riformista, progressista, liberale sturziano, che volesse vincere una competizione elettorale e che si candidi a governare deve essere il Promotore dell’eccellenza dei due Sistemi, Istruzione e Sanità, che caratterizzano la vita Democratica della Repubblica Italiana, una ed indivisibile, che devono divenire sempre più  efficaci ed efficienti nell’essere al servizio dei cittadini ed in particolare della porzione di cittadini socialmente ed economicamente più necessitante, in ottica di Bene Comune.

Massimo Maniscalco

[1]  Articolo 32 Costituzione.

2  “Presidio insostituibile di unità del Paese”, Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, nel corso del  discorso di Capodanno.

[3]  Sergio Mattarella, ai Presidenti delle Regioni, 2 Ottobre 2023.

[4] Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza dei Presidenti di Regione, 2 Ottobre 2023..

[5]  Mauro Magatti, Perché dobbiamo rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale., Il Corriere della Sera, 6 Febbraio 2023.

[6] Nino Cartabellotta, La Stampa, 9 Agosto 2023.

[7] Barbara Cittadini, Presidente AIOP, Associazione Italiana Ospedalità Privata.o

[8] Da un ragionamento di Sergio Harari,  Cambiare il Servizio Sanitario per investire sul Futuro, Corriere della Sera, 3 Gennaio 2023.

[9] Andrea Ichino, Medicina, Le carenze del numero chiuso, Corriere della Sera, 29 Settembre 2023.i

[10]  Mauro Magatti, Perché dobbiamo rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale., Il Corriere della Sera, 6 Febbraio 2023.

[11] Da un ragionamento di Sergio Harari,  Cambiare il Servizio Sanitario per investire sul Futuro, Corriere della Sera, 3 Gennaio 2023.