L’accordo su Alto Adige – Sud Tirolo: un modello ancora attuale

L’accordo su Alto Adige – Sud Tirolo: un modello ancora attuale

Il 5 settembre del 1946 Alcide De Gasperi, per l’Italia, e Karl Gruber, per l’Austria, firmarono l’accordo per la tutela della minoranza di lingua tedesca dell’Alto Adige – Sud Tirolo. L’intesa costituì il primo passo per la definizione della convivenza nelle terre del Trentino e dell’Alto Adige dove s’intrecciava la presenza degli italiani con i tirolesi.

Seguirono decenni di dura tensione, nel corso dei quali si sviluppò anche una forma di terrorismo vero e proprio da parte della minoranza più irriducibile di lingua tedesca. Fino a quando ulteriori interventi non portarono ad una pacificazione completa, pur continuando a permanere problemi di relazioni tra i due gruppi linguistici. Una pacificazione favorita anche dell’importante sviluppo economico oltre che dalla forte autonomia assicurata a tutte le regioni  Statuto speciale, tra cui quella della Regione più settentrionale d’Italia. Nel caso, però, del Trentino Alto Adige, parliamo in realtà di due province con una particolare forma di autogoverno in grado di assicurare la tutela e la partecipazione di entrambe le minoranze.

L’attualità di quell’accordo è rilanciata in varie parti dell’Europa e del mondo. Compresa la guerra d’Ucraina provocata, anche, dalla difficoltà della convivenza tra russofoni ed ucraini.

Oggi sembra che la vicenda ucraina sia destinata, e forse per lungo tempo, ad essere decisa solamente dall’uso delle armi. Ma resta il problema dell’autodeterminazione delle regioni e dei popoli e, forse, il riferimento all’accordo italo austriaco potrebbe aiutare a trovare una via d’uscita nel momento in cui si constaterà che è meglio raggiungere una pace non completamente soddisfacente per entrambe le parti in campo, piuttosto che continuare ad oltranza con un conflitto in ogni caso destinato a non risolvere le questioni che hanno concorso a scatenarlo.