I giornali omologati e il diritto all’informazione – di Michele Marino

I giornali omologati e il diritto all’informazione – di Michele Marino

Oggi, paradossalmente, si potrebbe affermare quasi il contrario nel senso che: a) la gestione politica della RAI è diretta, come sempre, dal potere politico; b) le tre reti Mediaset sono ben salde, sebbene meno faziose o schierate di qualche tempo addietro; c) i quotidiani di destra si sono moltiplicati visibilmente. Dopo “il giornale”, storica creatura di Indro Montanelli, ci sono “Libero” ideato da V. Feltri, “La Verità” voluto da Belpietro e … l’eterno “Il Tempo” ora gestito da Francesco Storace (ricordiamo che deve molto alla direzione ultra-decennale di Gianni Letta). Inoltre, il settimanale “Panorama” si aggiunge insieme ai non pochi giornali che di solito non osano contestare il governo per linea editoriale o chissà che (Riformista, Gazzetta del Mezzogiorno o di Sicilia).

Rebus sic stanti bus, tutto ciò premesso appare alquanto evidente che eventuali malefatte o manchevolezze gravi e lapalissiane dell’esecutivo o della maggioranza parlamentare non vengano puntualmente registrate, annotate né commentate negativamente per via di una tendenziale omologazione del pensiero dominante (o non pensiero …), conseguente ad una comoda, opportunistica posizione di sottomissione o di compiacenza verso il potente di turno.

Il vulnus informativo è quindi evidente ed anche serio: ad esempio, la politica economica sta affatto brillando a causa dell’inflazione galoppante. In particolare si parla dei prezzi dei carburanti a livelli di record europeo, nonostante le retoriche, categoriche promesse della Presidente allora leader dell’opposizione. Non risulta esserci un approccio adeguato di commenti negativi, né di contestazione oggettiva. Anzi, viene fedelmente riportata la dichiarazione del “competente” ministro Urso: “la riduzione dei prezzi di carburante favorirebbe i più ricchi” !?! No comment, per carità di patria …

Dunque, ci appelliamo a qualche voce fuori dal coro in attesa che le autorità preposte – dirigenza RAI, Commissione parlamentare vigilanza RAI o garante delle comunicazioni – faccia sentire la propria presenza istituzionale a garanzia della libertà e dell’indipendenza dell’informazione al cittadino.

Michele Marino