Torna il tema della legge elettorale proporzionale

Torna il tema della legge elettorale proporzionale

Pare che PD e Lega stiano congiuntamente mettendo a punto una proposta di legge elettorale proporzionale. E’ una buona notizia, per quanto l’impresa non sia semplice e tanto meno scontata, per cui non si può giurare né sul successo dell’impresa né sulla determinazione degli attori in campo a condurla fino in fondo. E nemmeno, com’è ovvio, si può pensare che tanto basti a riscattare il nostro sistema politico dalla palude in cui si è arenato. Del resto, nessuna forma istituzionale, nessun apparato legislativo è di per sé esaustivo e capace di assicurare esiti vincenti in nessun campo, ove non siano animati da una volontà politica che assecondi la loro potenziale virtuosità.

E’ già un significativo passo avanti il fatto che si stia facendo largo, su più versanti, la consapevolezza di quanto non si possa prescindere da un simile passo. Il quale, se non altro, introduce un percorso di risanamento del nostro sistema politico-istituzionale che, ovviamente, non si esaurisce qui e pretende, piuttosto, altre tappe, a cominciare dalla presa in carico dell’art. 49 della Carta Costituzionale.

Per quanto ci riguarda sappiamo che non sta bene dire: lo avevamo detto…! Ma per una volta ci sta. Infatti, lo stiamo dicendo – e motivando – da tempi non sospetti. Da diversi anni. Com’è ampiamente documentato dai numerosi interventi nel merito, da parte di più amici, sulle pagine online di “Politica Insieme”(CLICCA QUI). Fin dalla fase di studio e di preparazione dell’iniziativa che ha dato vita ad INSIEME (CLICCA QUI). Insomma, già da quando sostenere la necessità di una nuova legge elettorale proporzionale veniva considerata una posizione eccentrica o perfino cervellotica. Risibile e strumentale, cioè avanzata da una forza neonata e minuscola, che, per di più, accampava una pretesa di autonomia dai due poli dominanti. A riprova del fatto che non sempre, in politica, la qualità dell’analisi e della proposta è direttamente proporzionale all’entità del soggetto che l’avanza. Anzi, operiamo in un quadro talmente incartato da suggerire quasi un elogio alla fortuna d’essere talmente piccoli da poter avere le mani libere e la sfrontatezza necessaria a dire senza infingimenti come la si pensa.

Seguiremo attentamente il cantiere in corso e torneremo sull’argomento che merita di essere compreso a fondo, apprezzato e fatto apprezzare dagli elettori. Con l’augurio, anzi la credibile attesa che concorra a riportare gli italiani alle urne.

Il nostro apparato politico ha bisogno di una trasformazione che può prendere le mosse solo dal basso, dalla responsabilizzazione dei cittadini, nella loro singolarità e secondo le articolazioni sociali cui appartengono, nel segno di una attiva partecipazione di ognuno alla vita civile e democratica del Paese. E’ tempo di liberarci dal cappio del bipolarismo maggioritario e di restituire l’Italia agli italiani.