Palamara si candida per riformare la Giustizia… Davvero?

Palamara si candida per riformare la Giustizia… Davvero?

Luca Palamara è in piena campagna elettorale a Roma dove corre per le elezioni suppletive in un collegio che si è reso vacante. Ce ne siamo già occupati agli inizi di agosto ( CLICCA QUI ) subito dopo le dichiarazioni dell’ex magistrato che si diceva “sceso in campo” perché intenzionato a battersi per una Giustizia giusta ( CLICCA QUI ). Lo fa senza presentarsi con un simbolo. ” Voglio far riflettere”, dice.

Anche noi siamo per una Giustizia giusta perché consapevoli che già il dover esprimerci in questo modo rimarchi plasticamente la mancanza, quasi del tutto, della Giustizia in questo nostro Paese, se non manca addirittura del tutto.

D’accordo con Enzo Carra: non si può passare dal cosiddetto giustizialismo alla bisboccia garantista ( CLICCA QUI ). Quante nefandezze si sono celate, e ancora si celano, purtroppo, dietro questi due tentativi, complementari e speculari tra di loro, di utilizzare la Giustizia a fini politici o la politica e per assicurare l’impunità a chi ne ha combinate tante e prova ad utilizzare la propria quota di peso pubblico per influisce sul corso delle cose che, spesso, è impietoso con il cittadino comune.  Quello di Luca Palamara non il primo caso di chi cerca con la politica di crearsi uno scudo o una verginità.

Tanto gli italiani considerano la memoria un peso e un’ingenuità la richiesta di coerenza. E poi è così belli buttare tutto in politica. Viene da parafrasare Totò: ” poi dice che uno si butta a sinistra” … o a destra!

Palamara ha sostenuto che non entra nella competizione elettorale per i soldi ( CLICCA  QUI), ma perché la gente lo incontra per strada e gli dice di ” andare avanti” dopo che avrebbero letto il libro ” Il sistema” scritto a quattro mani con Alessandro Sallusti, ovviamente interessato a confermare l’accanimento giudiziario contro i politici considerati nemici, e tra questi spicca Silvio Belrusconi.

Noi siamo dell’opinione che Palamara farebbe bene a non andare da nessuna parte e ad accettare le proprie responsabilità per quella parte svolta nel perpetuare il “sistema”. A maggior ragione se sostiene che la sua candidatura deve servire a “far aprire” gli occhi alla gente, che la “sua battaglia” sulla Giustizia riguarda tutti e vuole far riflettere.

Possiamo dirglielo dott. Palamara? Già riflettiamo, e da un pezzo. Gli italiani non hanno affatto bisogno di aprirsi gli occhi in materia, così come su altre questioni che li riguardano. Lei confida sul fatto che la sua vicenda personale, dopo la radiazione dalla Magistratura che le è stata inflitta, finisca bene. Glielo auguriamo sinceramente, ma pensiamo che lei non possa essere preso a simbolo del combattente per una Giustizia giusta, anche se concordiamo sul fatto che non debba neppure essere considerato l’unico responsabile per una Giustizia che non c’è da tanto tempo, da troppo tempo. Però, non c’è bisogno di vederla in Parlamento per ricordarcelo.