Covid-19 i furbetti dei vaccini – di Giuseppe Careri

Covid-19 i furbetti dei vaccini – di Giuseppe Careri

Sono tutti coloro che pur non avendone i requisiti necessari “saltano la fila” delle prenotazioni per vaccinarsi ancor prima degli anziani e dei cosiddetti “fragili”.

Il riferimento ai furbetti dei vaccini è stato uno dei momenti cruciali della conferenza Stampa del Presidente del Consiglio svoltasi a Palazzo Chigi. Mario Draghi ha criticato con fermezza una pratica immorale che mette a repentaglio la vita di persone che, viceversa, hanno il diritto di vaccinarsi al più presto perché maggiormente a rischio.

Sui vaccini il Presidente del Consiglio ha illustrato  i principi e le regole da rispettare da parte  di tutti coloro che devono vaccinarsi contro il Coronavirus. “Quello che deve attirare la nostra attenzione è il rischio di decesso” ha detto il Capo del Governo, ed ha aggiunto:  bisogna vaccinare prioritariamente quelli che hanno più di 80 anni,  fino ad arrivare a quelli di 60. Smettetela di vaccinare i giovani, i ragazzi, psicologi di 35 anni, perché sono operatori sanitari anche loro. Queste platee di operatori sanitari che si allargano in questo modo.  Con che coscienza la gente salta la lista sapendo che lascia esposto al rischio una persona che ha più di 75 anni, un rischio concreto di morte, oppure una persona fragile?

Il riferimento agli psicologi, dopo aver ricevuto un bigliettino, era solo un esempio, precisa Draghi. Ma l’ordine degli Psicologi delle Marche ha subito precisato che “gli psicologi sono stati inseriti  all’interno di una campagna vaccinale assegnata dal Governo, regioni e dalla Asl.

Il richiamo del Presidente del Consiglio, o meglio, il disappunto per le tante categorie, che non hanno rispettato le priorità, Magistrati, Avvocati, Giornalisti, amici degli amici, falsi “caregiver”, ha una valenza anche per la riapertura delle attività economiche. Draghi lo ha detto esplicitamente. Se riusciamo nella campagna vaccinale, tanto più siamo nelle condizioni di fare delle riaperture soprattutto per quanto riguarda la stagione estiva e le vacanze. Il Capo del Governo non ha indicato date, ma ha precisato che “non diamo per abbandonata la stagione turistica, tutt’altro; siamo pronti ad accogliere tutti i turisti che abbiano un certificato vaccinale”.

Nella conferenza stampa Il Presidente del Consiglio ha detto di essere certo di raggiungere quota 500 mila vaccini dopo la conferma arrivata dal Commissario governativo Figliuolo, anche oggi in tournee in Emilia Romagna.

Per quanto riguarda il vaccino AstraZeneca, il Presidente del Consiglio ha lasciato la parola al Presidente del Comitato scientifico Locatelli che ha minimizzato i rischi di trombosi e ha invitato i cittadini a vaccinarsi anche con la seconda dose. A questo proposito il Presidente del Consiglio ha ricordato che lui stesso e la moglie sono stati vaccinati con il vaccino anglo svedese.

I giornalisti presenti nella conferenza stampa hanno naturalmente affrontato i vari temi di politica estera ed economica dei prossimi mesi. A una domanda sui ristori, Draghi ha risposto che il prossimo scostamento di bilancio sarà superiore ai 32 miliardi concessi recentemente senza indicare, però, una cifra precisa.

Le recenti manifestazioni degli ambulanti e gli scontri davanti Montecitorio, anche con qualche intrusione di gruppi della destra estrema, ha richiamato l’attenzione sulle riaperture dei mercati rionali all’aperto. Draghi ha ovviamente condannato le violenze, anche se è consapevole della disperazione e delle difficoltà di tanti cittadini, troppi, precipitati ormai sotto la soglia di povertà.

Su Alitalia, Mario Draghi ha precisato che non accetterà discriminazioni arbitrarie nelle trattative con l’Unione europea. La nuova compagnia si chiamerà Ita e dovrà volare “sulle sue ali” senza sussidi. Certo mi dispiace, ha poi aggiunto Draghi, che non si chiamerà Alitalia; anche se era un po’ costosa era comunque una di famiglia.

Infine la domanda sulla Libia impostata sull’umiliazione della Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen lasciata in piedi dal cerimoniale di Erdogan e poi confinata in un divano. Draghi racconta del suo incontro con il Presidente turco e dice che con i dittatori occorre parlare chiaro e cooperare anche con loro per ovvii motivi. Il termine dittatore Erdogan ha poi suscitato una forte reazione in Turchia dove il Ministro degli Esteri ha richiamato l’ambasciatore italiano.

Una conferenza stampa ricca di spunti, con il Presidente del Consiglio capace anche di momenti di relax e simpatia, disposto, a volte, anche alla battuta spiritosa.

Draghi, si dice,  parla poco, ma quando lo fa dice frasi concrete. Soprattutto quando le soluzioni sono in dirittura di arrivo. E questo non è poco.

Giuseppe Careri