Bonomi, vacciniamo in fabbrica – di Giuseppe Careri

Bonomi, vacciniamo in fabbrica – di Giuseppe Careri

In una intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, il Presidente della Confindustria Carlo Bonomi ha detto di aver inviato una proposta a Palazzo Chigi con l’impegno di vaccinare in fabbrica gli operai e le loro famiglie. “I dipendenti delle aziende aderenti a Confindustria sono circa 5,5 milioni”, ha dichiarato Bonomi, “se consideriamo una media di 2,3 componenti per nucleo familiare potremmo vaccinare più di 12 milioni di persone. Siamo disposti a mettere le fabbriche a disposizione delle comunità territoriali nell’ambito del piano nazionale delle vaccinazioni.

Per il Governo Draghi è un buon punto di partenza per iniziare una vaccinazione di massa che consenta nei prossimi mesi di vaccinare un alto numero di persone. All’iniziativa della Confindustria, si affianca poi il contratto con l’ordine dei medici di poter vaccinare nei loro ambulatori tutti i loro assistiti.

Queste iniziative andranno a buon fine se, naturalmente, arriveranno per tempo i vaccini richiesti dall’Unione Europea. Si entra, insomma, in una fase operativa con la collaborazione ulteriore dell’esercito e della Protezione Civile.

E’ il meccanismo assolutamente necessario per combattere il coronavirus reso sempre più aggressivo dalla variante inglese e da quella Brasiliana e Sudafricana. I dati, per la verità, sono stabili ma destano ancora grande preoccupazione tra i medici e l’Istituto Superiore di Sanità.

Nelle ultime 24 ore ci sono stati 13.452 positivi e 232 decessi. Sono in aumento le terapie intensive di 31 unità. Infine il tasso di positività è salito al 5.4%.

Ma il dato più preoccupante della pandemia è rappresentato dall’indice RT che in molte Regioni è vicino allo 0.99, mentre in altre ha superato abbondantemente il fatidico 1. Per questa ragione il Comitato Scientifico ha assegnato il colore arancione all’Emilia Romagna, Molise e Campania a partire dalla giornata di ieri. Le nuove Regioni si aggiungono all’Abruzzo, Toscana, Liguria, Umbria, Provincia Autonoma di Bolzano e quella di Trento. Due zone rosse, Perugia e Ternano, alla quale si aggiungono il Lazio con tre comuni, Roccacorga in Provincia di Latina, Carpineto Romano e Colleferro colpiti in modo massiccio dalla variante inglese.

Stamattina a Palazzo Chigi si svolgerà la riunione per decidere il prolungamento del divieto di uscita e di entrata tra le regioni. Secondo indiscrezioni si parla di spostare il divieto al 25 o, al più tardi, al 31 marzo.

E’ opinione dell’Istituto Superiore di Sanità che siamo ancora in una fase delicata dove non è ancora consentito abbassare la guardia.

Non è un caso che a inizio della settimana scorsa, Walter Ricciardi, consulente scientifico del Ministro della Salute Roberto Speranza, abbia ipotizzato un lockdown generalizzato per limitare l’avanzata del coronavirus soprattutto per la maggiore contagiosità della variante inglese.

Ciò che preoccupa maggiormente è la quantità di nuovi contagi registrati in rapporto alla popolazione che è di 135 casi ogni 100 mila persone, rispetto ai 50 per 100 mila. Per questo motivo il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro alla presentazione del bollettino ha detto: “Abbiamo una diffusa circolazione di variante inglese, destinata a diventare quella dominante in tutta l’Unione Europea, focolai di variante brasiliana in Centro Italia, e alcuni casi di variante sudafricana”.

Lockdown Si, lockdown No, che scatena immediatamente la protesta da parte delle Regioni per i contraccolpi all’economia di tutto il paese. Forse ci si dimentica ciò che accade nei giorni prefestivi e festivi dove nelle grandi città, Roma, Milano, Napoli, ci sono continui assembramenti che vanificano il sacrificio di migliaia di persone che evitano magari di uscire da casa.

La chiave di questa pandemia risiede, inutile ripeterlo, nella capacità di vaccinare il maggior numero di persone in tempi assolutamente brevi. Gli Stati Uniti hanno finora vaccinato quasi 60 milioni di americani; la Germania ne ha vaccinati 4 milioni 700 mila; la Francia 3 milioni 500 mila e l’Italia 3 milioni 400 mila persone.

Come si può notare c’è la corsa alle vaccinazioni in tutto il mondo. Il Governo Draghi dovrà quindi fare uno sforzo titanico per accelerare l’arrivo degli approvvigionamenti per poi procedere alla vaccinazione di massa. Tutti gli operatori sono stati allertati, compresa la Confindustria che mette a disposizione le fabbriche per aiutare il nostro paese a risollevarsi anche dalla crisi economica.

Giuseppe Careri