La Scuola sembra tornare a quella dell’Italia pre risorgimentale -di Roberto Leoni

La Scuola sembra tornare a quella dell’Italia pre risorgimentale -di Roberto Leoni

Vorrei dedicare le riflessioni che presento ai problemi strutturali e sistemici dell’istruzione pubblica, che comprende, per legge, Scuole statali e Scuole paritarie, cercherò di farlo ma la situazione contingente stimola anche  considerazioni sull’emergenza che stiamo vivendo.

Come previsto la ripresa delle lezioni dal 7 Gennaio u.s. ha coinvolto, in maniera abbastanza regolare, le Scuole dell’Infanzia, Elementare e Media; per le Scuole Superiori invece si è avuto e si ha un balletto di date, fra quelle proposte dal Governo e quelle stabilite dalle ordinanze dei vari Governatori regionali, senza coordinamento fra loro, con  diversificazioni di date che giunge, in alcuni casi, a tener le Scuole Superiori chiuse sino alla fine di Gennaio.

Le motivazioni di questo florilegio di date sembrano rispondere a criteri “politici” più che non scientifici, laddove nel “politici “, volutamente  virgolettato, vedo più che altro disorganizzazione, mancata previsionalità, incompetenza: certo nelle regioni ma sicuramente nel Governo centrale ed in particolare, spiace dirlo, nel Ministero della P.I.

Si è tornati, per qualche verso, ad un’Italia pre-risorgimentale, ove tanti governi facevano ciò che loro piaceva; sembra una situazione che dovrebbe indurre ad una seria riflessione sul regionalismo, così come realizzato; è tema però di cui non sta  a me parlare.

In questa situazione  caotica un elemento positivo sembra esser la richiesta di alcune organizzazioni studentesche (piacerebbe conoscere chi  in realtà le organizzi e finanzi) e di insegnanti, che chiedono  di poter tornare a Scuola “in sicurezza”, a meno che tale richieste non siano strumentali.

Al fine di far tornare a Scuola “in sicurezza” abbiamo avuto gli interventi del Commissario Straordinario all’emergenza Covid – 19, che identificò primariamente, con l’avallo della ministra pro tempore, tale sicurezza nella fornitura dei famigerati banchi a rotelle, che  non ho dubbi a definire inutili e ridicoli, oltre che non ecologici in quanto di plastica.

Sempre per ricercare la “sicurezza” -vera fata Morgana- e dare indicazioni operative, compresa la DAD, la ministra, pro tempore, ha nominato un CTS, la cui composizione non ha risposto a criteri di trasparenza, e ha visto e vede alla presidenza un professore universitario di economia, certo bravissimo economista ma sicuramente non pedagogista e uomo di scuola …nei CTS  non dovrebbero prevalere le competenze specifiche?

La  creazione di questo organismo è stata fatta  dimenticando(?)  che al M.P.I. oltre agli Uffici di Diretta Collaborazione del Ministro,  opera un Consiglio Nazionale della P.I. (sarebbe il CTS permanente del ministero), esiste il Corpo Ispettivo, composto da dirigenti tecnici provenienti in massima parte dalla Scuola e quindi portatori delle competenze specifiche; ci sono poi i Dipartimenti e, all’interno di questi le Direzioni Generali. Senza dimenticare, poi, che a livello territoriale operano le Direzioni Regionali e, in subordine, gli Uffici Scolastici Territoriali e che, inoltre, le Scuole  godono di autonomia (più finta che reale) …il Ministero della P.I. è quindi una realtà complessa, articolata, che dovrebbe esser in grado di far funzionare la Scuola, sia in tempi “normali” che in momenti di “emergenza”, senza bisogno dell’aggiunta di organismi   esterni ed estemporanei, che inevitabilmente generano superfetazione burocratica, conflitti di competenza, costi…

Purtroppo la Scuola non funziona come dovrebbe in tempi “normali”…oggi, nell’emergenza sanitaria, emergono “eroiche” volontà di  mandare avanti la Scuola al meglio possibile, cosa che però, pur lodevole per l’impegno dei dirigenti e dei docenti, è certamente insufficiente.

La situazione attuale lo dimostra e la ricerca delle soluzioni all’emergenza sembra essersi “incartata” nei difetti permanenti aggravandoli, nel mentre, forse, si sarebbe potuto  cogliere l’occasione per puntare: all’innovazione strutturale delle modalità di docenza, alla corretta fruizione delle NTE, al superamento della classe come momento chiuso, alla sburocratizzazione del ruolo dei dirigenti scolastici …chi più ne ha più ne metta …ma soprattutto alla vera, imprescindibile, riforma del Ministero, oggi elefantiaco organismo, ove  prevale una burocrazia autoreferenziale, che non conosce la Scuola ma solo le procedure amministrative, che però, sommandosi le une alle altre, generano la situazione di “stallo”, della Scuola.

Faccio qui, oggi, un solo esempio: sapete perché all’inizio di ogni anno scolastico le scuole non hanno mai gli insegnanti necessari ad un regolare inizio?

Perché le Scuole non hanno  un loro “Organico d’Istituto” ma, ogni anno, si “lavora” prima su Organico di Diritto, poi su  Organico di Fatto, su trasferimenti annuali e assegnazioni provvisorie … incarichi …supplenze …

Se ci fosse l’Organico di Diritto tutto l’enorme apparato burocratico che si dedica a questo …che farebbe …?

Concludo con un voluto e provocatorio paradosso …la situazione emergenziale derivante dal Covid – 19 è l’ultimo dei problemi  della Scuola Italiana…infatti i problemi della pandemia, alla fine, passeranno, gli altri, se non si porrà mano, resteranno.

Roberto Leoni