Nella bergamasca le campane a morto suonano una sola volta al giorno – di Giuseppe Careri

Nella bergamasca le campane a morto suonano una sola volta al giorno – di Giuseppe Careri

Avviene a Zogno, un paesino in provincia di Bergamo; e lo scrive su Facebook, con tanto di scuse, il Sacrestano della Parrocchia di San Lorenzo Martire. In questa piccola località, infatti, in due settimane ci sono stati 21 morti per coronavirus. “Suoniamo la campana a morte solo una volta”; lo facciamo, aggiunge il Sacrestano, “per non rendere l’atmosfera del paese ancora più triste”.

I dati pubblicati alle ore 18 dalla Protezione Civile registrano un lieve miglioramento nel bollettino dei decessi e dei guariti. I contagi sono stati 3.957; 864 in meno rispetto al giorno precedente. Diminuisce pure il numero dei morti, 651.

Il totale dei guariti sale a 7.024 unità, 952 persone in più del giorno precedente. Anche l’Assessore alla Sanità della Lombardia Gallera rileva un miglioramento del numero dei decessi e dei guariti, anche se rimane alto il numero complessivo; 1.691 i nuovi contagi e 361 morti.

Il leggero miglioramento dei decessi e dei guariti non deve però far diminuire la guardia, afferma il Capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli.

Questa notte, comunque, entreranno in funzione le nuove misure di restrizione annunciate ieri dal Presidente del Consiglio Conte valide in tutta Italia, con alcune differenze operative fissate dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna.

Alla stazione centrale di Milano, nel frattempo, sono stati respinti dalla polizia decine di persone che volevano raggiungere Napoli e alcuni paesi del Sud. E’ scattato, infatti, il divieto di lasciare il proprio comune se non in presenza di un valido motivo. A loro volta, Calabria e Basilicata si blindano per evitare di aumentare il numero dei morti e dei contagiati. Confermato intanto lo stop fino al 3 aprile delle attività produttive non essenziali.

Continuano poi gli aiuti all’Italia da parte di alcuni paesi. La Russia invia 9 aerei militari con aiuti medico sanitari; decine di medici cubani sono in arrivo in Italia per aiutare i nostri colleghi nelle terapie intensive. Confermato dal Commissario Arcuri l’arrivo di 3 milioni di mascherine per ogni operatore sanitario.

Dopo la sconfitta del Coronavirus in Cina, l’epidemia del coronavirus continua il flagello in tutto il mondo. Nella sola Europa sono più di 150 mila i contagiati accertati. Negli Stati Uniti più di 27 mila contagiati, con oltre 300 morti. Nella sola New York, dichiara il Sindaco Cuomo, i contagiati sono ormai 8 mila e i morti 60.

Da Governatori, Sindacati e forze dell’ordine, s’invocano strette sempre più stringenti per coloro che non rispettano le regole. Si è iniziato a controllare il territorio attraverso i droni, un sistema di geo localizzazione per individuare e denunciare eventuali trasgressori per violazione alle regole fissate dal Governo.

L’utilizzo di questo sistema di controllo sui movimenti dei cittadini ha suscitato in alcuni la paura di una ristrettezza delle libertà democratiche; ma non tutti sono d’accordo su questa tesi. In una intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica, il Costituzionalista Gustavo Zagrebelsky dice: “La Costituzione dice che la libertà di circolazione e la libertà di riunione possono essere ristrette per motivi di salute, sicurezza e incolumità pubblica. In ogni caso la Costituzione consente l’adozione di decreti in casi  straordinari di necessità”.

Intanto ognuno di noi pensi a rispettare le regole fissate dai decreti governativi rimanendo chiusi a casa per evitare ulteriori contagi e decessi. E’ l’unico “sacrificio” che ci chiedono. Ed è necessario rispettarlo ad ogni costo per non danneggiare la salute propria e del nostro prossimo. Lo dobbiamo fare anche per solidarietà verso coloro che lavorano e si sacrificano con impegno; mi riferisco alle forze dell’ordine, alla Protezione Civile, ai farmacisti, i medici, gli infermieri e tutto il sistema sanitario  nazionale; lo dobbiamo fare per il loro immenso sacrificio atto a rischiare la loro vita per tentare di salvare il maggior numero di malati, anziani e non.

Alle libertà democratiche, quindi, ci penseremo dopo, più tardi, quando avremo finalmente vinto la battaglia contro questo sconosciuto ma devastante microvirus.

“Andrà tutto bene”.

Giuseppe Careri