Emilia Romagna e Sardine un’ancora di salvezza per il Pd – di Giuseppe Careri

Emilia Romagna e Sardine un’ancora di salvezza per il Pd  – di Giuseppe Careri

Le recenti elezioni regionali in Emilia Romagna hanno visto la netta vittoria di Stefano Bonaccini del Centrosinistra ai danni di Lucia Borgonzoni della Lega di Matteo Salvini. L’aspra competizione elettorale tra le due coalizioni, alle quali si sono aggiunte poi le numerose manifestazioni di piazza delle Sardine schierate principalmente a favore del Pd, anche se non espressamente dichiarato, hanno confermato alla guida della Regione la coalizione di Centrosinistra.

Le sigle del Centrosinistra hanno ottenuto infatti 1.192.742 voti con una percentuale del 51,4%. Il Centrodestra di Lucia Bergonzoni 1.014.672 voti con il 43.6%. 180 mila voti dividono il Centrosinistra dalla Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e altre liste minori.

La vittoria di Bonaccini è stata possibile grazie anche all’appoggio determinante delle Sardine che hanno convinto numerosi elettori di recarsi nuovamente alle urne per sostenere il Centrosinistra. Ma il merito maggiore di Stefano Bonaccini è anche aver condotto una campagna elettorale senza l’abbraccio soffocante del Partito di Zingaretti tenuto prudentemente ai margini della competizione elettorale.

In tutta la campagna elettorale il Governatore Bonaccini ha rivendicato il ruolo autonomo della sua Giunta e delle sue conquiste sociali ottenute in Emilia Romagna nei 5 anni precedenti, dagli asili nido, al lavoro, al tasso di disoccupazione tra i più bassi d’Italia, al buon funzionamento della sanità pubblica.

Per Zingaretti la vittoria “locale” di Bonaccini è una boccata di ossigeno anche per il Partito Democratico e il Governo. Adesso, però, occorrerà riformare il Pd apparso in questi mesi troppo spesso titubante e subordinato nei confronti dei 5 Stelle.

Dopo la vittoria in Emilia Romagna anche il Padre dell’Ulivo ed ex Commissario Europeo Romano Prodi invita il Pd ad aprire alle Sardine e alla società civile. “Nicola Zingaretti ora vada avanti con vigore con la riforma e spalanchi le porte del PD. Convochi una grande Assise aperta a tutti su come la politica deve interpretare i grandi cambiamenti della Società”.

Intanto sono iniziate le grandi manovre nel Governo, in particolare del Partito Democratico intenzionato a coinvolgere in futuro la forza innovativa delle Sardine.

Il dovere del Pd, dice Zingaretti è quello di “rispondere alla loro esigenza di contare e incidere su grandi questioni che riguardano il futuro dell’Italia”.

Bene l’apertura del Partito Democratico alle Sardine e alla società civile, ma non basta. Per rinnovare la tradizione liberal-riformista della sinistra degli anni passati occorre ben altro; a partire dalla famosa discontinuità dichiarata a parole da Zingaretti prima di formare il Governo con i 5 Stelle che, per la verità, non c’è mai stata. Infatti, dove è finito l’impegno di eliminare i decreti sicurezza uno e due della Lega e dei 5 Stelle? Quando sarà affrontato il dibattito per l’introduzione dello Ius soli? E poi il problema gigantesco dell’Ilva, Alitalia, Autostrade, per non citare il fallimento del reddito di cittadinanza e di quota 100.

Infine il mercato del lavoro con una disoccupazione giovanile più alta d’Europa; giovani, a migliaia, spesso i migliori, costretti ad emigrare all’estero per un posto di lavoro come fecero i nostri nonni all’inizio del novecento.

Non basta raccogliere gli applausi per la vittoria del Centrosinistra in Emilia Romagna, che resta un merito di Stefano Bonaccini  e del suo governo; o agganciare la forza giovanile delle Sardine e della società civile.

Occorre cambiare passo; inutile presentarsi tutte le sere in Tv per fare solo propaganda, mettere le bandierine sul cuneo fiscale, l’abolizione del ticket sanitario, quando per una visita in ospedale pubblico occorrono mesi e mesi di attesa.

E’ giunta l’ora di dire basta agli annunci, tutte le sere; dire basta alla sudditanza psicologica nei riguardi dei 5 Stelle che nei sondaggi, ormai, hanno meno voti del Pd. Occorre di nuovo un partito liberal-riformista immerso nelle piazze, nelle periferie, in difesa degli ultimi, dei diseredati, dei senza casa;

in una parola: in difesa dei cittadini e delle loro legittime speranze di vita, e non, invece, solo in difesa della loro poltrona dorata e renumerata profumatamente.

Giuseppe Careri