Cannabis: Cassazione no alla vendita dei derivati

Cannabis: Cassazione no alla vendita dei derivati

Le sezioni unite della Cassazione hanno stabilito che la legge non consente la vendita dei prodotti “derivati dalla coltivazione della cannabis”. La decisione riguarda l’olio, le foglie, le inflorescenze e la resina. In poche parole, arriva lo stop alla vendita della ‘cannabis light’.

Nella motivazione i supremi giudici sostengono:”La commercializzazione di cannabis, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa sativa, non rientra nell’ambito di applicazione della legge 242 del 2016, che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di canapa delle varietà iscritte nel catalogo comune delle specie di piante agricole, ai sensi dell’art. 17 della direttiva 2002/53 Ce del Consiglio,del 13 giugno 2002, e che elenca tassativamente i derivati dalla predetta coltivazione che possono essere commercializzati”.

Sono così vietate la cessione,la vendita e la commercializzazione al pubblico, a qualsiasi titolo, dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis sativa, salvo che tali prodotti siano privi di efficacia drogante”.

La Coldiretti ricorda che negli ultimi 5 anni decuplicate le coltivazioni visto che dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4.000 del 2018 e che il settore riguarda anche esperienze innovative, con produzioni che vanno dalla ricotta agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a pasta, biscotti e cosmetici. Il Presidente della Coltivatori diretti, Ettore Prandinim chiede l’intervento del Parlamento al fine di tutelare i cittadini “senza compromettere le opportunità di sviluppo del settore con centinaia di aziende agricole che hanno investito nella coltivazione, dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna”.