Migliaia di “bombe” al metano dei rifiuti continuano ad inquinare il mondo

Migliaia di “bombe” al metano dei rifiuti continuano ad inquinare il mondo

Un’inchiesta del The Guardian di Londra dice che dal 2019 ad oggi ci sono state più di 1.000 enormi fughe di metano dalle discariche di rifiuti. Il metano è uno dei principali agenti inquinanti della nostra atmosfera.

L’esame dei dati satellitari globali mostra che le popolose nazioni dell’Asia meridionale sono un punto caldo per questi eventi, così come Argentina e Spagna, paesi sviluppati dai quali ci si attenderebbe che una corretta gestione dei rifiuti sia in grado di prevenire tali forme d’inquinamento.

The Guardian sottolinea come le discariche emettono metano quando i rifiuti organici come scarti alimentari, legno, cartone, carta e rifiuti di giardino, tutti destinati a decomporsi in assenza di ossigeno. Il metano, chiamato anche gas naturale, intrappola nell’atmosfera 86 volte più calore dell’anidride carbonica rendendolo uno dei principali responsabili dei cambiamenti climatici. Gli scienziati hanno affermato che le emissioni provenienti dalle discariche non gestite potrebbero raddoppiare entro il 2050 con la crescita della popolazione urbana, vanificando la possibilità di evitare la catastrofe climatica.

Secondo i nuovi dati, tra gennaio 2019 e giugno 2023 si sono verificati un totale di 1.256 eventi di superemissioni di metano. Pakistan, India e Bangladesh guidano la lista delle nazioni con le perdite più grandi, seguite da Argentina, Uzbekistan e Spagna.

Le emissioni delle discariche – continua il quotidiano londinese – possono essere ridotte innanzitutto creando meno rifiuti organici, allontanandoli dalle discariche o almeno catturando parte del metano rilasciato dalle discariche. L’azione per arginare le perdite di metano rallenta il riscaldamento globale più velocemente di quasi qualsiasi altra misura ed è spesso a basso costo, con alcune misure che si ammortizzano addirittura da sole quando il gas catturato viene venduto come combustibile.

Le emissioni di metano hanno subito un’accelerazione dal 2007 e causano un terzo del riscaldamento globale che oggi determina la crisi climatica. L’accelerazione ha allarmato gli scienziati, che temono che sia la più grande minaccia al mantenimento del riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C e potrebbe innescare punti di non ritorno climatici catastrofici.

La decomposizione dei rifiuti è responsabile di circa il 20% delle emissioni di metano causate dall’uomo. Le operazioni legate ai combustibili fossili causano il 40% delle emissioni e il Guardian ha rivelato che solo nel 2022 si sono verificati più di 1.000 eventi di superemissioni da siti di petrolio, gas e carbone, molti dei quali potrebbero essere facilmente risolti. Il restante 40% delle emissioni è causato da bovini e risaie.

The Guardian non è nuovo a queste indagini e sulle cosiddette “bombe” legate al metano ne ha fatto oggetto di una precedente inchiesta (CLICCA QUI) grazie alla quale siamo venuti a sapere che esistono ben 55 siti al mondo che fanno assistere a continue fughe di metano nell’atmosfera con un peso pari a tutte le emissioni degli Stati Uniti nell’arco di 30 anni.

CV