Scuola: alcune soluzioni (2) – di Massimo Maniscalco

Scuola: alcune soluzioni (2) – di Massimo Maniscalco

La prima parte di questo intervento è stata pubblicata ieri (CLICCA QUI)

Occorre partire da una scuola che ragioni su cosa vi si insegna oggi e da cosa vi si dovrebbe insegnare (economia e finanza, “problem solving”, capacità di comprendere i media, creatività, capacità di dibattere[1]) e dall’insegnamento dello spirito critico e dell’autonomia di giudizio in ottica di formazione delle coscienze; dalla relazione umana tra docenti, discenti, famiglie; dall’insegnamento a prendersi cura della democrazia, frutto dolcissimo della cultura umanistica[2], unica forma di governo delle persone e delle cose che abbia a cuore la cura di sé; anche attraverso seminari  di Educazione civica e sociale in relazioni alla coesione e convergenza dei territori.

Ma anche dallo sviluppo di una personalità autonoma, di coscienza critica, responsabile, capace di vivere il pentanomio “cercare, scoprire, capire, interpretare, innovare”; dal recuperare i riferimenti alla complessità dello sviluppo e della pienezza delle persone che frequentano la scuola; dalla preparazione a vivere pensiero, progetto, visione.

Serve partire dal “merito”, inteso come combinazione tra capacità ed impegno di ciascuno, sol che ciascuno sia messo nelle condizioni di esprimerli ricevendo gli stimoli culturali adeguati a renderlo pienamente se stesso[3], solo antidoto ai “privilegi sociali”[4], cercando costantemente di contemperarlo con le “tutela di deboli e svantaggiati”.

Talento e merito, in questo quadro, devono essere congruamente valorizzati, in quanto casuali ed egualitari; in loro assenza, le classi subalterne risulterebbero disarmate e quelle egemoni avrebbero la possibilità di utilizzare le armi di cui hanno il sostanziale monopolio: reddito, ricchezza, relazioni sociali[5]; un giovane o una giovane che provenga dagli ambienti del disagio potrebbe migliorare il proprio futuro solo allorché frequentasse una scuola che imponga un percorso faticoso in termini di impegno; senza attenzione al merito e necessità di studiare con fatica, le possibilità di ascesa sociale si affievoliscono; su questa diagnosi è giusto sapere che non tutti concordano anche se da diverse angolazioni.

Serve occuparsi dei due aspetti davvero problematici: il basso stipendio degli Insegnanti; il rifiuto degli insegnanti ad essere giudicati in base al merito; mentre se c’è una pre condizione capace di garantire la vera eguaglianza di opportunità, in ottica di merito, per gli studenti, è la presenza di bravi insegnanti motivati nella scuola e capaci di integrare il compito educativo delle famiglie..

“La Riforma scolastica che servirebbe e che non è mai stata fatta: quella che garantisca ai docenti seriamente impegnati più preparazione, più soldi e più prestigio per svolgere al meglio la loro delicata missione che…consiste nel riconoscere chi dal piccolo choc emotivo (il votaccio) può trarre stimolo a migliorarsi[6]”.

Vorremmo poter definire “Scuola del futuro prossimo” una scuola che si proponga di integrarsi con la famiglia per raggiungere questi obiettivi, invece di dedicarsi ad assorbire “forza lavoro” senza mai dedicarsi alla qualità degli insegnanti e conseguente qualità dell’insegnamento, anche determinando progressioni di carriere su basi prioritariamente meritocratiche, lavorando su incentivi e non su antiquate gabbie salariali.

E’ possibile affermare che bisogna compiere i passi giuridicamente necessari affinché, condizione necessaria ma certo non sufficiente, il servizio formativo, oggi prevalentemente incentrato sull’interesse degli addetti formatori, si trasformi in un servizio incentrato soprattutto sull’interesse degli utenti e del loro processo di crescita.

Dal punto di vista degli impianti, importante sapere che per la realizzazione di nuove scuole, innovative dal punto di vista architettonico, strutturale ed impiantistico in ottica didattica innovativa, sono già disponibili dal PNRR, un miliardo e 189 milioni, il 42,4 % dei quali destinati al Mezzogiorno, intervento senza precedenti per il numero di località interessate, oltre circa 100 milioni di euro, stanziati per il settore dal PON Infanzia, con l’obiettivo di supportare una didattica integrata con le strumentazioni tecniche più avanzate, tramite la trasformazione di 100.000 aule, laboratori, biblioteche, auditorium in ambienti compiutamente digitali.

Servono asili nido[7] diffusi omogeneamente sul territorio[8] e congruamente attrezzati[9]. Un bambino che abbia passato l’esperienza del nido e dell’asilo sarà più pronto all’apprendimento di quello che non abbia avuto questa opportunità.

Servono scuole di tutti e per tutti, attrezzate per il tempo pieno, con cucine, refettori, biblioteche (con tanti volumi disponibili per gli scambi e registri gestiti, ove prenderne nota), laboratori, palestre, auditorium per la musica strumentale e corale, in ottica di felicità e di cultura ed attività teatrali (il teatro fa bene alla salute, fa bene ai timidi, agli introversi, insegna ad esporsi ed a mettersi in gioco) (sapendo che i docenti non sono, oggi, ne educati e ne formati in musica e teatro), aree esterne destinate ad attività sportive, il tutto provvisto delle indispensabili attrezzature informatiche e sanitarie, con docenti prima da formare e poi formati, capaci, seriamente impegnati, selezionati per merito, bravi docenti di sostegno, rigorosamente valutati sulla qualità dell’insegnamento e sui risultati INVALSI, con concrete ricadute stipendiali; considerato l’attuale  deficit gravissimo in Sicilia di asili nido (solo 8 bambini su 100 accedono a un asilo contro la media del 27% in Italia), di scuole con tempo prolungato (solo il 7,5% degli alunni siciliani di scuola primaria hanno il tempo pieno, opportuno fino sull’indispensabilità, a scuola contro il 53% dei loro coetanei in Piemonte e il 55% nel Lazio), con conseguenti gravi disagi per i genitori che lavorano.

Durante la stesura di queste note, un imprevedibile protagonista si è presentato nel dibattito sull’uso della tecnologia  digitale nel Sistema Scuola.

Non si tratta di evoluzione, da qualche anno in corso, ma di autentica rivoluzione culturale, della quale non sembra ancora possibile cogliere tutte le conseguenze e quindi emettere serenamente giudizi.

Il riferimento è al software ChatGpt, dalle molte capacità, parecchie delle quali da esplorare, potenzialmente idoneo a modificare i comportamenti e le tecniche da attuare, tramite l’Intelligenza Artificiale, tanto dal versante dei Docenti quanto dal versanti dei Discenti, senza necessitare di strumenti tecnologicamente sofisticati, arrivando a consentire una didattica individualmente personalizzata.

Urge che il Ministero competente, quale che sia il nome del momento, si intesti il progetto di offrire immediatamente, consapevolmente  ed esplicitamente agli studenti gli strumenti per potere affrontare le nuove immense opportunità ed i conseguenti rischi correlati[10], di questo importante progresso.

Il traguardo che si pone la scuola di cui sopra si è scritto, può così sintetizzarsi:

Dotare i giovani che la frequenteranno nel prossimo futuro di nozioni, consapevolezza, coscienza, competenze, capacità e maturità ad ampio spettro, per inserirsi da protagonisti in una società certamente, come spesso da circa un secolo, diversa da quella vissuta dalle precedenti generazioni e nella quale migliaia di mestieri  ed occupazioni spariranno per far posto e mestieri e professionalità, occupazioni (nel sociale, nella cultura, nel Terzo settore), finora inesistenti.

Alla famiglia il compito di insegnare ai propri figli, anticipando ed integrando il lavoro della scuola, l’inclusività, il rispetto, la tolleranza, la buona educazione, la gentilezza, l’onestà, l’ossequio ai valori della democrazia, della cultura, del lavoro dignitoso, del merito.

Discorso a parte merita (e sarà oggetto di altra riflessione),  conseguentemente, l’approfondimento, in ottica di conoscenza, dell’uso del tempo intercorrente  tra la conclusione del ciclo delle “superiori” ed il momento iniziale del ciclo successivo, usualmente propedeutico all’inserimento nel mondo del lavoro, ove sarà messo a frutto il risultato di quanto fino ad allora acquisito come patrimonio di conoscenze, orientamento, competenze, coscienza.

Ricercando tra le molte fonti di notizie relative a possibilità di offerte a chi abbia voglia di sperimentare, tanto provenienti da istituti bancari quanto direttamente provenienti da aziende sensibili a questo tema ed interessate ad entrare in contatto con persone disponibili ad investire su se stesse, c’è davvero da essere sorpresi da quantità e qualità delle proposte[11] , con grande attenzione al lavoro delle donne.

Il Governo dovrebbe assumersi il compito di dirigere questo percorso;

La società civile consapevole dovrebbe assumersi il compito di controllare che il percorso inizi, si affermi, si concluda con la crescita ordinata e proficua delle giovani generazioni.

Massimo Maniscalco

 

[1] Capacità di dibattere, confrontandosi lealmente, tra compagni, con i Docenti, con gli studenti di altri Istituti della propria Città, con gli studenti di altre Città del nostro Paese.

[2] Martha Nussbaum.

[3]  Giuseppe Savagnone, Tuttavia, La Scuola ed il dibattito sul Merito, 3 Novembre 2022.

[4] “E’ curioso vedere che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici e che sempre le maniere semplici sono prese come indizio di poco merito”, Giacomo Leopardi.

[5] Da un ragionamento di Luca Ricolfi, Il Talento è un dono. La Repubblica, 30Ottobre 2022.

[6] Massimo Gramellini, C’è 4 e 4, Corriere della Sera, 27 Gennaio 2023.

[7] Secondo gli psicologi dell’infanzia, frequentare un Nido, primo passo del processo educativo da uno a sei anni, apre praterie di possibilità (Daniele Novara); per gestire i nuovi nidi in via di realizzazione,serviranno 45.000 educatori professionali; come reperire i Fondi necessari?

[8]  Adesso nel Mezzogiorno ci sono tre volte meno Nidi che al Nord: palese ingiustizia sociale.

[9] La disponibilità degli Asili nido resa possibile con i Fondi del PNRR è anche un tassello della lotta al cosiddetto inverno demografico, al calo delle nascite, al mettere le Donne al centro della strategia per ridurre il calo demografico ed incrementare il numero degli occupati.;

[10] Tra i quali non serve prevedere la presa del potere da parte delle macchine,  fintanto che le macchine non potranno autonomamente comportarsi in modalità teleologicamente orientata.

[11] Interessante lo speciale Scuola e Lavoro,  del Corriere della Sera, Dall’orientamento al primo lavoro,  ragazzi nel loro percorso, 19 Agosto 2023