Scuola: alcune soluzioni – di Massimo Maniscalco

Scuola: alcune soluzioni – di Massimo Maniscalco

“ …..Forse è giunto il momento in cui anche le aree cattolico popolare e cattolico sociale escano dall’anonimato e dalla mera testimonianza e si assumano la responsabilità, ed il rischio di intraprendere fino in fondo un’avventura politica che oggi non è più rinviabile[1]”.

I riferimenti: la Costituzione[2], le leggi europee ed italiane, la Dottrina Sociale della Chiesa.

“Saremo giudicati non se saremo credenti, (e chi scrive lo dice da credente) ma se saremo credibili” (Rosario Livatino).Infatti, “fra vent’anni ci pentiremo non di quello che abbiamo fatto, ma di quello che non abbiamo fatto”. (Mark Twain).

L’Italia (Paese ove moltissimo di ciò che non funziona rimanda alla sfera pubblica, allo Stato nelle sue articolazioni), ha bisogno di scelte politiche appropriate, di comportamenti pubblici virtuosi e di leader capaci di rivolgersi alla e di essere ascoltati dalla intera collettività nazionale.

“Il lavoro più difficile e più tentatore per un cristiano è quello della Politica. Ma se i cristiani desiderosi del Paradiso sapessero come è facile meritarlo facendo buona Politica, molti cristiani sceglierebbero questo difficile lavoro[3]”.

L’etica (capacità di discernere il bene dal male) pubblica, in ottica dell’ottenimento del bene comune, ha a monte la Religione ed a valle il Diritto[4].

“La qualità di una classe dirigente si misura dal fatto che sia capace di prevenire ed interpretare i bisogni di una Società in continua evoluzione nel variegato compiersi delle proprie esigenze[5]”. “Ciò che rende lieta la vita non é fare le cose che ci piacciono, ma trovare piacere nelle cose che dobbiamo fare” (Goethe).

Il sistema d’istruzione è la spina dorsale della società civile. La Scuola come oggi la conosciamo è il risultato di una delle poche autentiche riforme realizzate dallo Stato nei 78 anni della vita di una repubblica democratica fondata sulla Costituzione e sul suffragio universale, insieme al Servizio Sanitario Nazionale ed all’abolizione del Servizio di Leva

La società di domani sarà ciò che le consentirà di essere la Scuola di oggi. “Alle nuove generazioni servono scuole, università, centri di ricerca sempre migliori, attivando interventi mirati, grazie al Piano di Ripresa e Resilienza;      che si realizzi, leggendo il presente con gli occhi del futuro[6]”.

Nella nostra Costituzione, nella nostra Repubblica democratica, l’eguaglianza è posta a fondamento di ogni altro diritto dal celeberrimo articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. E’ in forza della pari dignità che va garantito, a tutti ed a tutte, libertà nelle scelte e nell’esercizio di diritti (ove reclamare un diritto implica il desiderio di abbattere un assetto del mondo e sostituirlo con un altro, sempre migliore, almeno negli auspici) e doveri (ove dovere è  sopra tutto la capacità di riconoscere un valore superiore ai propri interessi o piaceri).

Dovendo constatare l’esistenza e la resistenza delle diseguaglianze nel mondo reale, le diffusa disparità sociale, culturale ed economica, concretanti palese ingiustizia da rimuovere ai sensi del citato articolo 3 della Costituzione, come contrastare tutto ciò, in ottica di futuroCome evitare che l’Italia rimanga, tra i paesi europei, quello con il maggior numero di giovani NEET( non studiano e non lavorano)?

Necessita contribuire a promuovere, tramite la formazione mirata, continua, intensa, l’eguaglianza, spendendosi per creare reali condizioni perché le differenze possano vivere, convivere, svilupparsi e contaminarsi a vicenda[7]. Per indagare su e cercare di capire che cosa  il Sistema Scuola debba essere  e debba fare, da dove partire? Da una scuola che si interroghi e si risponda sul cosa non debba essere e sul perché della propria esistenza.

Cosa la scuola non dovrebbe essere

La scuola non serve per assumere ed utilizzare una imponente “forza lavoro” denominata Corpo docente, personale amministrativo, personale ATA; nonostante ciò, reclutamento, formazione, carriera, retribuzione dei docenti determinano la qualità del Sistema Istruzione.

La scuola non serve per consentire ai sindacati di dimostrare ai propri iscritti ed alla collettività politica che c’è un settore ove sono loro a condizionare le scelte. La scuola non serve per consentire ai ragazzi ed alle ragazze di potere occupare alcune ore della giornata, ancorché con poco costrutto.

La scuola non serve per consentire alle famiglie di disporre di un luogo dove i figli siano al sicuro dalle insidie che l’esterno propone, come la cronaca si incarica di dimostrare. La scuola non è un parcheggio. Non serve per preparare forza lavoro disponibile per la collettività delle imprese, dei commerci, dei servizi.

Cosa la scuola dovrebbe essere

In positivo, occorre partire da una scuola che sia, per scelta accettata, luogo e momento di formazione delle “persone” che la frequentano, di preparazione dei futuri cittadini, da una scuola che comprenda e pratichi la propria funzione etica, anche sollecitando, tramite docenti che facciano propria questa funzione essenziale, creatività, ingegno, intelligenza critica, democrazia; anche cercando di far trovare agli allievi una logica alla connessione delle diverse nozioni e competenze che vi si apprendono in funzione della “formazione delle coscienze”.

Occorre partire da una scuola palestra formativa[8] della comunità, ove si educhi al “bello, al bene, al giusto ed al vero” ed ove si imparino le modalità e le basi del conoscere e del “sapere per capire”.

Scuola fatta di aule accoglienti, sanitariamente protette e digitalizzate, da computer, da lavagne digitali collegate via WI FI con i Computer\tablet dei docenti e degli studenti, da laboratori, da biblioteche, da auditorium per le attività teatrali, da sale per la musica, da palestre attrezzate, fornite di defribillatori, di spazi all’aperto per attività sportive nel tempo prolungato, dalle indispensabili mense e cucine, da spazi per la realizzazione del tempo pieno;  scuola dotata di fondi che tutto questo consentano, da realizzarsi con i fondi che ora ci sono per circa 100.000 aule, in modalità territorialmente ottimali, sempre che sia concreta la possibilità di realizzare le previsioni del PNRR, come sarebbe interesse dell’Italia.

Da una scuola che oggi, invece di dare eguali opportunità a tutti, è ritenuta da diversi opinionisti lo specchio delle diseguaglianze[9] (spesso qualità scadente, opportunità negate, abbandoni e dispersione nell’indifferenza delle Istituzioni preposte, anche in ragione di aumenti di tutti i costi, divari di apprendimento fra territori) ed  il cui punto di riferimento deve essere, invece, l’articolo 34 della Costituzione[10], bene comune che va protetto e coltivato.

Da una Scuola che prenda le mosse dall’inclusione, dal far partecipare tutti e tutte, senza lasciare indietro nessuno; al diritto allo studio, da più pedagogia e pedagogisti, da più formazione continua; da controlli stringenti, da più test INVALSI, da utilizzare quali strumenti per orientare cambiamenti in meglio. Infine da contatti intensi tra famiglia e scuola, non solo per confrontarsi sui risultati dell’ultimo quadrimestre ma anche per concordare su ruoli ed incombenze (l’educazione alla famiglia, l’acculturazione e la formazione delle coscienze alla scuola, in un costante reciproco controllo sui risultati). (Segue)

Massimo Maniscalco

[1] La “politica di centro contro gli opposti estremismi,  Giorgio Merlo, Il Mattino, 29 Agosto 2023.

[2]  “La bellezza della nostra Costituzione è nella inscindibilità tra autonomie e solidarietà, tra libertà individuale ed azione sociale, tra ricchezza individuale e ricchezza complessiva, tra singoli territori ed unità territoriale. Tra Regioni e Nazione. Tra Comuni e Stato, tra pluralismo e compattezza, con la Persona e non l’individuo al centro di ogni divenire sociale”. Monsignor Domenico Battaglia, Autonomia Differenziata, da Vangelo e Costituzione i criteri per un giudizio, Avvenire, 15 Luglio 2023, ripreso il 16 Luglio su Politica Insieme.com.

[3] Konrad Adenauer, citato da Giuseppe Palladino, Don Sturzo, oggi, La nuova cultura, Napoli, 1995.

[4] .Sebastiano Maffettoni, Perché l’Etica Pubblica riguarda ciascuno di noi,  Il Sole 24 Ore, 25 Giugno 2023. Il Diritto fornisce una regola condivisa, dirime le controversie e soprattutto ci obbliga a prendere sul serio il “principio del rispetto” quando la nostra volontà traballa.

[5]  Luigi Sturzo.

 

[6] Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, Discorso a Reti Unificate per gli Auguri di Capodanno 2023.

[7] Da un ragionamento di Nunzio Galantino, Il Sole 24 Ore, 2 Ottobre 2022, Riconoscere l’originalità di ciascuno.

[8] Così la definiva Platone.

[9] “Non è una Scuola di eguaglianza perché non è una Scuola del Merito”, Ernesto Galli della Loggia, Corriere della Sera, citato. L’attuale Ministro Valditara propone una “Alleanza per il Merito”; la Scuola del Merito deve educare all’impegno ed alla responsabilità di tutti e deve pretenderli. Propone un percorso di accesso costituito da Laurea Magistrale, 60 crediti oltre il tirocinio, con prova finale abilitante, infine Concorsi.

[10] Per l’articolo 34 della Costituzione, la Scuola deve essere aperta a Tutti ed a Tutte, andare a scuola è tanto un Diritto quanto un Dovere, i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi economici, hanno il diritto di raggiungere i più alti gradi dello studio; Eguaglianza delle basi di partenza, Capacità e Merito non criteri soltanto selettivi ma anche attenzione a qualità e pregi di ognuno, tanto degli Studenti quanto dei Docenti, sono Principi costituzionalmente garantiti. “Tutti e tutte devono essere messi nella condizione di poter fiorire e raggiungere la loro eccellenza, non solo i più meritevoli”, Avvenire, 23 Ottobre 2022.  La Scuola punti a formare persone capaci di capire i problemi e quindi assumere decisioni consapevoli.