Le carceri e i garanti dei detenuti – di Mario Pavole

Le  carceri e i garanti dei detenuti – di Mario Pavole

Le recenti vicende accadute in diversi carceri italiane, dove numerosi detenuti, e detenute, si sono tolti e tolte la vita rende attuale il tema della figura del Garante dei diritti delle persone private della libertà, di cui parla nell’articolo che segue Mario Pavone

Un importante figura di Special Ombudsman è il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale le cui funzioni – come, ad esempio, in Lombardia – talora sono state affidate allo stesso Difensore Civico.

Il Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani  (ANCI) hanno ora adottato le “Linee guida” volte a favorire l’omogeneità nella nomina dei Garanti e delle Garanti comunali delle persone private della libertà, l’effettivo supporto da parte delle Amministrazioni comunali nonché metodi di lavoro condivisi.

Le Linee guida vogliono essere uno strumento di orientamento per i Consigli comunali deputati alla nomina dei rispettivi Garanti e per le Amministrazioni incaricate di sostenerne le attività, individuando una serie di criteri necessari ad assicurare il giusto equilibrio tra la dimensione istituzionale e l’autonomia di azione dei singoli Garanti.

In conseguenza il Garante nazionale, può delegare, temporaneamente, specifici compiti ai Garanti territoriali.

La comunità reticolare di figure di Garanzia territoriali costituisce uno strumento utile sia alla costruzione di un sistema coerente nelle diverse realtà locali sia al rafforzamento dell’ampio mandato attribuito al Garante nazionale, che, anche attraverso la collaborazione con i Garanti, ricopre in modo efficace tutte le Aree previste dal Protocollo Opzionale alla Convenzione ONU contro la tortura (OPCAT).

Un aspetto fondamentale è l’inserimento dell’Autorità di garanzia nello Statuto dell’Ente designante, come figura effettivamente indipendente e autonoma.

Per l’efficacia della loro azione, è sottolineata l’importanza dell’estensione della competenza in tutti i luoghi ove una persona possa trovarsi privata della libertà: oltre agli Istituti detentivi, le strutture di responsabilità delle Forze di Polizia, i luoghi di trattenimento dei migranti irregolari, i servizi psichiatrici ospedalieri, le comunità chiuse, anche di tipo socio-sanitario o assistenziale.

Le “Linee guida” indicano anche requisiti, incompatibilità e procedure per la revoca o la scadenza anticipata del mandato dei Garanti Comunali..

a. Il Garante Nazionale delle persone private di libertà 

Molti Paesi europei prevedono una figura di garanzia dei diritti delle persone private della libertà.

In Italia un percorso avviato fin dal 1997 ha portato all’istituzione del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale alla fine del 2013, ma la nomina del Collegio e la costituzione dell’Ufficio, che hanno consentito l’effettiva operatività, sono avvenuti solo nei primi mesi del 2016.

Si tratta di un organismo statale indipendente in grado di monitorare, visitandoli, i luoghi di privazione della libertà (oltre al carcere, i luoghi di polizia, i centri per gli immigrati, le Residenze per le misure di sicurezza -REMS, recentemente istituite dopo la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, gli SPDC -cioè i reparti dove si effettuano i trattamenti sanitari obbligatori, ecc.).

Scopo delle visite è quello di individuare eventuali criticità e, in un rapporto di collaborazione con le autorità responsabili, trovare soluzioni per risolverle. Inoltre, presso le istituzioni sulle quali esercita il proprio controllo, il Garante nazionale ha il compito di risolvere quelle situazioni che generano occasioni di ostilità o che originano reclami proposti dalle persone ristrette, riservando all’autorità giudiziaria i reclami giurisdizionali che richiedono l’intervento del magistrato di sorveglianza.

Dopo ogni visita, il Garante nazionale redige un rapporto contenente osservazioni ed eventuali raccomandazioni e lo inoltra alle autorità competenti. Ogni rapporto, normalmente un mese dopo essere stato recapitato, viene pubblicato sul sito web del Garante nazionale, unitamente alle eventuali risposte pervenute.

Lo Stato italiano ha conferito al Garante nazionale altri tre compiti.

1.Il primo riguarda un obbligo derivante dalla ratifica del protocollo opzionale delle Nazioni Unite per la prevenzione della tortura.

L’adesione a tale protocollo prevede che lo Stato debba predisporre un meccanismo nazionale indipendente (NPM) per monitorare, con visite e accesso a documenti, i luoghi di privazione della libertà al fine di prevenire qualsiasi situazione di possibile trattamento contrario alla dignità delle persone. Per tale compito il Garante nazionale, coordina i Garanti regionali, dando ad essi “forme” e procedure comuni.

2.Il secondo riguarda il monitoraggio dei rimpatri degli stranieri extra-comunitari irregolarmente presenti sul territorio italiano e che devono essere accompagnati nei paesi di provenienza. La direttiva europea sui rimpatri (115/2008) prevede che ogni paese monitori la situazione con un organismo indipendente.

3.Infine, al Garante Nazionale, in quanto NPM, è stato attribuito il compito di monitorare le strutture per persone anziane o con disabilità, in base alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

b. Funzioni del Garante Comunale per le persone detenute

Il Garante comunale è l’anello di congiunzione tra le realtà di privazione della libertà, in particolare  il carcere, e la città. Il suo ruolo è di garanzia, osservazione e dialogo rispetto alla salvaguardia di diritti e comportamenti conformi alla legge.

Molto spesso i luoghi di detenzione sono privativi non solo della libertà personale delle persone recluse ma anche di un’altra serie di diritti soggettivi che, invece, si vogliono e si debbono  preservare e tutelare.

Il Garante volge in particolare lo sguardo alle condizioni detentive perché non venga mai meno la  dignità della persona né il rispetto del dettato costituzionale.

Particolare attenzione viene rivolta ai diritti fondamentali, in primis il diritto c.d. fondamentalissimo alla salute ex art. 32, e all’art. 27 che disciplina il senso di umanità che deve caratterizzare tutte le pene e la finalità rieducativa dei trattamenti imposti al condannato.

Il ruolo di garanzia funge da ponte di dialogo e collaborazione anche con l’amministrazione penitenziaria, il Tribunale di Sorveglianza, le autorità regionali della salute e altre autorità territoriali.

c. Il  ruolo del Garante Comunale delle persone private di libertà sul territorio e la Rete dei Garanti

Il Garante delle persone private della libertà personale opera in tutti i luoghi di detenzione o privazione della libertà personale quali il carcere (art. 67 L. 354/75, Ordinamento Penitenziario), gli    istituti penali per i minori, le comunità terapeutiche, le case di cura, i centri di accoglienza dei migranti, le strutture sanitarie dove vengono compiuti trattamenti sanitari obbligatori, le camere di sicurezza della Questura (art. 67 bis O.P.).

Egli compie azioni di osservazione e monitoraggio delle condizioni di vita in questi luoghi e, ove necessario, sollecita un intervento da parte delle istituzioni competenti.

Le persone detenute o internate hanno diritto di chiedere un colloquio con i Garanti per esporre questioni e situazioni di difficoltà personale o legata all’ambiente di detenzione. Nelle città ove manchi la figura del Garante Comunale, a livello territoriale è possibile solo interpellare il Garante Regionale.

Quest’ultimo, tuttavia, coprendo un numero elevato di istituti e realtà di limitazione della libertà personale in tutta la Regione, incontra spesso difficoltà a rispondere in tempi brevi alle  richieste, magari singole, che pervengono.

La possibilità in questi casi di poter demandare ad una figura più vicina territorialmente e con competenza singola è sinonimo di efficienza nella finalità comune di ascolto e risposta che si persegue come Garanti verso tutta l’utenza.

Il Garante Comunale ha inoltre un ruolo importante di promozione della cultura dei diritti nella collettività          .

d. L’importanza del Garante  nelle situazioni critiche in carcere.

Nelle situazioni critiche che nascono all’interno delle realtà detentive il Garante Comunale svolge  un compito fondamentale di mediazione tra le persone detenute e le autorità.

Il Garante può proporre uno sguardo consapevole

il Garante Nazionale, da parte sua, condivide con i Garanti di tutti i territori un diario di sintesi di tutte le situazioni detentive con criticità e degli interventi sopravvenuti.

La conoscenza dell’operato degli altri Garanti Comunali della propria Regione ed il confronto con essi insieme al Garante Regionale sono proficui per la creazione di una rete forte di collaborazione e omogeneità delle azioni.

Nei Comuni privi di questa figura di garanzia, le difficoltà ordinarie che le carceri vivono e a maggior ragione quelle straordinarie nei momenti di crisi sono di difficile gestione.

Laddove è ben radicato, il volontariato sopperisce in parte a questa mancanza ma sicuramente non è sufficiente ad un’azione completa di tutela dei diritti e confronto con le direzioni.

Auspichiamo, quindi, che le nuove Linee Guida varante dall’ANCI con il Garante Nazionale costituiscano un avvio per rafforzare il sistema delle tutele del Cittadino.

Mario Pavone