Ci risiamo con le corporazioni

Ci risiamo con le corporazioni

Il  gran pasticcio delle corporazioni. E’ esploso tra le mani del Governo sulla questione dei taxi. La pensata era stata quella di rinverdire i fasti della tradizione della difesa dei diritti acquisiti. Nel caso specifico, tacitare chi ha già la licenza concedendone una ulteriore. Il provvedimento è “temporaneo”. Come se non sapessimo che in Italia non c’è niente di più duraturo di ciò che è battezzato provvisorio.

Sin dall’antica Roma e, poi, su su, con la più che per loro felice epoca dopo il Medioevo, i mestieri organizzati sono sempre riusciti a farla da padrone. Mussolini finì per consegnare loro persino l’omonima Camera, cui aggiunse il termine “fasci”.

Oggi non siamo a quei livelli, ma resta la scorciatoia del vellicare i più forti dentro le corporazioni. In vario modo. Magari sostenendo che pagare le tasse assomiglia al versamento del “pizzo” e, intanto, garantendo i diritti acquisiti di quelle che oggi chiamiamo “lobbies”. Soprattutto, a dispetto del tanto proclamato richiamo al mercato. Con un occhio di riguardo a chi fa  la voce più forte ed è organizzato e, l’altro, attento al voto al momento delle elezioni. Ecco la miscela che ha fatto pensare alla “non soluzione” della questione taxi.

Questione annosa da lustri e lustri cui pure si pensò di dare soluzione con un’autentica visione liberale, e rispettosa del mercato, quale fu definita quella delle “liberalizzazioni”.

Ma di questo non c’è traccia oggi. Anzi, si mettono insieme gli aumenti delle tariffe con la concessione di altre licenze… ma, come già detto,  a chi già ce l’ha.

Ora, l’aumento delle tariffe, che non costituisce proprio una novità per gli italiani, costretti a subire un’inflazione ben più alta di quella che indicano le statistiche ufficiale, è concesso proprio nel momento in cui ci si lamenta della scarsità dei taxi che sono difficili da trovare. Evidentemente, perché stanno lavorando e… guadagnando, dunque.

Concedere le nuove licenze a chi già ne ha una non significa di per sé l’ampliamento, e mettendoli alla pari, del numero dei taxisti, ma solo rafforzare quelli che già sono dei “padroncini”. E così molti dei sindacati dei taxisti hanno già detto di no e … stanno rovinato la festa