Il 21% degli europei è in povertà

Il 21% degli europei è in povertà

Crescono i poveri nel mondo. E anche in Europa. Si è innescata una vigorosa tendenza, quella che tempo fa ci faceva parlare di un povertà assoluta in netto calo. Anche se non sfuggivano le tante nuove povertà, frutto dei profondi disequilibri per i quali non si interviene abbastanza.

I dati del 2022 sono impietosi. Secondo Eurostat (CLICCA QUI), il 21,6% della popolazione dell’Unione Europea, quasi 100 milioni di persone, si sono ritrovate a rischio povertà o esclusi socialmente.

Eurostat ha considerato le persone che si trovano in almeno una delle seguenti situazioni: persone in evidente rischio di povertà; quelle che soffrono di gravi privazioni materiali e sociali; persone (di età inferiore ai 65 anni) che vivono in una famiglia in cui gli adulti hanno lavorato per il 20% o meno del loro potenziale di tempo di lavoro totale combinato nei dodici mesi precedenti.

Il rischio di povertà e di esclusione sociale non dipende solamente dal reddito di una famiglia, perché incidono anche la mancanza di lavoro, la bassa intensità di lavoro, la condizione lavorativa o una serie di altre caratteristiche socioeconomiche che si affiancano al reddito.

Il rischio di povertà o di esclusione sociale riguarda principalmente le donne e i giovani adulti, i disoccupati e le persone con un basso livello di istruzione. Da considerare che il rischio maggiore di finire in povertà riguarda la popolazione europea componenti famiglie con figli a carico .

Le variazioni tra i diversi paesi europei sono notevoli. Romania (34,4%), Bulgaria (32,2%) e la Grecia (26,3%) sono quelli con un più alto numero di soggetti esposti al rischio di povertà. Secondo dati ancora provvisori, l’Italia, con il 25,2% si colloca al di sopra della media europea.