Uk: polemiche per le nuove concessioni petrolifere

Uk: polemiche per le nuove concessioni petrolifere

Accese polemiche sono esplose nel Regno Unito a causa della decisione del Primo ministro, Rishi Sunak, di rilasciare circa cento nuove licenze per estrazioni di petrolio e di gas nel Mare del Nord. Gli ambientalisti sono scesi sul piede di guerra contestando il tradimento degli  impegni assunti per il contenimento dei cambiamenti climatici da parte del Regno Unito.

Anche dagli ambienti conservatori vengono critiche nel timore di perdere il collegamento con un elettorato sempre più preoccupato per le conseguenze delle attività umane a danno della natura.

Ovviamente, più che ostile all’annuncio il Partito laburista determinato a fermare ogni altra perforazione nel Mare del Nord e, in tal senso, ha ribadito il punto nel programma elettorale con cui proveranno a togliere ai conservatori la maggioranza a Westminster.

Sunak ha provato ad indorare la pillola annunciando anche piani per la creazione di due nuovi impianti di cattura e stoccaggio del carbonio. E questo per compensare l’inquinamento destinato inevitabilmente ad aumentare a seguito delle ulteriori estrazioni fossili.

Una critica, neppure tanto indiretta, alle decisioni del Governo britannico era già venuta persino dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che senza tanti giri di parole ha dichiarato che “i radicali veramente pericolosi sono i paesi che stanno aumentando la produzione di combustibili fossili”.

Sunak ha giustificato la decisione facendo un riferimento alla crisi ucraina e alla qualità “ambientale” di petrolio e gas estratta in made patria: “non solo è meglio per la nostra sicurezza energetica, non fare affidamento su dittatori stranieri per quell’energia, non solo è un bene per i posti di lavoro, in particolare per i posti di lavoro scozzesi, è effettivamente meglio per l’ambiente perché non ha senso importare roba da metà strada il mondo, con un’impronta di carbonio da due a tre volte superiore rispetto alle cose che abbiamo in casa”.

Una tesi che non convince gli ambientalisti di cui si è fatto portavoce il consulente per la politica climatica di Oxfam, Lyndsay Walsh, secondo il quale le maggiori estrazioni di combustibili fossili dal Mare del Nord significherà la demolizione degli impegni climatici assunti dal Regno Unito in un momento e un’inversione di marcia sulla via di una giusta transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Particolarmente critici i  Verdi scozzesi che definiscono l’annuncio del primo ministro delle nuove licenze esplorative come la “peggior opzione possibile”, destinato a lasciare un’eredità lunga e distruttiva.

CV