Le deficienze della Rai – di Michele Marino

Le deficienze della Rai – di Michele Marino

Incomincio da una cosa positiva: lo speciale per l’87.mo compleanno di Pippo Baudo, il più eclettico e popolare conduttore e talent-scout a cavallo tra gli anni ’60 e l’alba del terzo millennio. Chapeau!

Ma passiamo, subito, ad altri aspetti tutt’altro che positivi, come il fatto che il contribuente italiano deve andare alla ricerca di un canale privato o commerciale per vedere una prima ed una seconda finale delle coppe europee di calcio, dicasi lo sport più popolare di questa era.

Ed ancora. Una volta era un grande piacere, una goduria per le orecchie ascoltare i dotti oratori dal microfono dell’emittente di Stato (uno per tutti, Piero Angela), quella pronuncia perfetta (chi aveva la r “moscia” era di fatto tollerato e considerato un po’ “disabile”) – ricordo il giornalista Antonio Leone, originario cerignolano come me, che mi disse di aver frequentato il corso di dizione a Firenze – ed infine non mancava l’erudita ironia alla Beppe Viola. Era altrettanto apprezzata o, meglio, amata la libera forza di pensiero e d’opinione di un tale Enzo Biagi, di Indro Montanelli e dell’indimenticabile Oriana Fallaci che hanno fatto, davvero, “scuola” per decenni … trovando, però, come eredi una serie di alunni impreparati o peggio asserviti, come una buona parte di quelli alle dipendenze del potere politico attuale.

Da tecnico legislativo non posso esimermi dal sottolineare l’errore elementare della notizia-tipo: “il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge …”; quando si tratta soltanto di un disegno di legge di iniziativa governativa. Oppure, nella qualità di ex Cerimoniere di Stato come potrei non notare l’errore – ignorato – di un(a) Presidente del Consiglio che, alla scalinata che porta all’Altare della Patria, segue immediatamente a dovuta distanza il Capo dello Stato, violando la regola protocollare per cui è il Presidente del Senato, II carica in assoluto, a “tallonare” il Presidente?

Da attenti osservatori possiamo obiettare che è indubbiamente più grave la sostanziale abolizione del rito della conferenza stampa, mentre viviamo il 75.mo anno di democrazia parlamentare. Peraltro, va detto che tale presa di posizione, critica, dovrebbe competere alla responsabilità dei direttori dei telegiornali o, ancora meglio, a quelli delle reti Rai. Ma  bisognerebbe avere gli attributi per assumere atteggiamenti di dignità e indipendenza che, oggi, è cosa rara possedere.

Per chi è, poi, devoto di Padre Pio come il sottoscritto è inaccettabile che una redazione composta da decine di persone sbagli nel dedicare  un evento televisivo di solidarietà in memoria di San Pio da “Pietralcina”, anzi che Pietrelcina. E’ superficialità, oppure ignoranza? E, comunque non risulta rispettoso verso il “santo delle stimmate”, uno dei più amati a livello nazionale e planetario.

Infine, un episodio definibile grottesco e forse anche un po’ imbarazzante: mi riferisco a quella annunciatrice di Radio Rai che al termine delle informazioni metereologi insiste nel dire con perentoria ingenuità che “il servizio meteo è fornito a cura dell’Aeronatica militare”!  Certamente, è facile immaginare che non avrà adempiuto al servizio militare … Stendiamo un manto pietoso, suvvia.

Michele Marino