Piazza Nicosia 3 maggio 1979: l’attacco Br alla Dc romana

Piazza Nicosia 3 maggio 1979: l’attacco Br alla Dc romana

Oggi a Piazza Nicosia, a Roma, sarà ricordato l’assalto delle Br alla sede del Comitato regionale del Lazio della Dc e al Comitato romano il 3 maggio 1979. L’attacco portò alla morte immediata del Maresciallo di Ps Antonio Mea e a quella, avvenuta pochi giorni dopo in ospedale dell’Appuntato Pierino Ollanu. Gravemente ferito rimase un terzo agente Vincenzo Ammirata, come è stato ricordato ieri nel corso della cerimonia organizzata dalla Polizia di Stato (CLICCA QUI).

Subito dopo l’attentato, il Ministro degli Interni di allora, Virgino Rognoni, riferì immediatamente dinanzi al Senato (CLICCA QUI) delineando quello che era stato un vero e proprio attacco militare cui avevano partecipato almeno 15 uomini delle Brigate rosse.

Si trattò di uno dei punti più alti dell’offensiva dei terroristi contro la Democrazia cristiana dopo il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro dell’anno precedente, e destinata poi a durare negli anni a venire fino alla definitiva sconfitta delle Brigate rosse. Nel precedente dicembre 1978 già i brigatisti avevano sparato agli agenti di guardia sotto l’abitazione di Giovanni Galloni, allora Presidente del Gruppo parlamentare Dc alla Camera dei deputati. In quella occasione rimasero feriti gli agenti Gaetano Pellegrino, il più grave, e Giuseppe Rainone.

La conferma, insomma, di quale fosse il vero obiettivo della strategia dei brigatisti rossi, cioè la Democrazia cristiana e attraverso essa i principi e l’ordinamento democratico del Paese.

Quel drammatico fatto, e il sacrificio degli uomini delle Forze dell’ordine, portò comunque alla distruzione della cosiddetta “colonna romana” delle Br. E questo perché le successive indagini di polizia portarono all’arresto di Valerio Morucci e Adriana Faranda, a capo dei brigatisti operanti nella Capitale, 27 giorni dopo il criminale assalto di Piazza Nicosia.