Scienziati divisi sul Coronavirus – di Giuseppe Careri

Scienziati divisi sul Coronavirus – di Giuseppe Careri

 “Coronavirus clinicamente inesistente. Il virus dal punto di vista clinico non esiste più.”.

E’ l’affermazione pronunciata da Alberto Zangrillo, primario di anestesia e rianimazione generale dell’ospedale San Raffaele di Milano durante una trasmissione televisiva.

Apriti cielo! Subito una reazione da parte del Comitato Tecnico Scientifico e di numerosi virologi che contestano l’affermazione del primario del San Raffaele di Milano.

Tra i primi a rispondere Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità che dichiara il suo “sconcerto e sorpresa, basta semplicemente guardare al numero dei nuovi casi di positività al Covid 19 che vengono confermati ogni giorno per avere la dimostrazione della persistente circolazione in Italia del coronavirus”.

Per la verità il primario Alberto Zangrillo ha poi specificato che  “il virus ha una “carica virale quantitativamente inferiore rispetto a prima, e ha poi precisato di non aver mai parlato di “virus inesistente”.

La polemica era già su tutti i giornali. Infatti, anche altri scienziati sono intervenuti nella disputa sanitaria per manifestare il loro dissenso sulla frase “clinicamente inesistente” pronunciata da Zangrillo.

Luca Richeldi, pneumologo, membro del Comitato Tecnico Scientifico afferma:

“il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti. Se le cose vanno meglio è solo grazie ai divieti dei mesi scorsi”.

E la virologa Ilaria Capua, intervista da Radio 2 nella rubrica non è un paese per giovani dichiara; “Non è il virus che è cambiato, siamo noi che abbiamo imparato a proteggerci”.

E’, insomma, una brutta polemica scoppiata fra “titani” della medicina ad altissimo livello. E proprio per questa ragione, scatenata anche da probabili gelosie dei ruoli che ognuno interpreta nella struttura sanitaria e nel Comitato Tecnico Scientifico.

Dice ancora il Primario Alberto Zangrillo, all’epoca medico personale dell’allora presidente del Consiglio  Silvio Berlusconi:

“Ridicolaggine che quello che abbiamo impostato a livello di comitato scientifico nazionale, e non solo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri”.

Ecco, è possibile che la scelta dei componenti del Comitato Tecnico Scientifico da parte del Governo e dal Ministero della Salute abbia lasciato l’amaro in bocca a chi pensava di essere anche lui meritevole di farne parte. O più semplicemente è solo un punto di vista medico a scatenare la polemica, con valutazioni professionali differenti. Dice infatti Giuseppe Ippolito dell’Ospedale Lazzaro Spallanzani

“Il virus non è morto, vediamo nuovi infetti. Possiamo uscirne solo con grande consapevolezza dei cittadini”.

I dati pubblicati dalla Protezione Civile parlano di un calo dei contagi in tutto il paese. Essi ci dicono di 178 contagi, il più basso dal 26 febbraio. I morti sono 60. In Lombardia i contagi sono 50, il 28%, mentre i morti sono stati 19.

IL totale dei decessi ha raggiunto così 33.475 unità. Sei regioni senza nessun contagio nelle ultime 24 ore.

I dati pubblicati sono decisamente in calo e confortano all’idea che siamo sulla strada giusta per uscire da questo microbo insidioso e cattivo.

Ma la polemica tra gli scienziati non è un buon segnale, soprattutto per i cittadini che in questi mesi si sono sacrificati per sconfiggerlo.

Certo, il virus purtroppo è sconosciuto, spesso si fanno solo delle ipotesi; è naturale anche una visione diversa per catalogarlo e sconfiggerlo. Ma lo si fa unendo le forze e non con polemiche sterili che, oltre a danneggiare l’immagine del nostro paese, genera confusione nei cittadini e purtroppo non aggiungono nulla alla lotta necessaria per sconfiggere la  pandemia.

Per una volta dovrebbero imparare dai cittadini per mesi costretti a casa, fino a questo momento uno dei modi per sconfiggere il Covid 19.

Giuseppe Careri