Conte: non e’tempo di movida – di Giuseppe Careri

Conte: non e’tempo di movida – di Giuseppe Careri

“La riapertura è un rischio calcolato” aveva detto nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma forse il governo nel suo insieme non si aspettava questa ondata di assembramenti avvenuti in diverse città italiane; Bergamo, Padova, Palermo, Napoli, Foggia, hanno rotto la diga pensando di poter riprendere un sistema di vita precedente la pandemia scatenata dal coronavirus. Atteggiamenti irresponsabili di una minoranza di cittadini che rischiano così di vanificare un “sacrificio” di milioni di Italiani chiusi in casa per almeno 70 giorni.

Probabilmente l’allarme è scattato subito anche nelle stanze delle Istituzioni che tentano ora di ripristinare un ordine compatibile con il contenimento dei contagi.

Il Viminale ha infatti inviato a tutti i Prefetti una circolare per controllare tutti i casi di assembramento attraverso un controllo delle forze dell’ordine con interventi anche pecuniari che partono da una multa di 400 euro fino a 3 mila euro.

Per la verità gli assembramenti e i molti casi di irresponsabilità da parte di centinaia di cittadini sono nati dal semplice desiderio puerile di un aperitivo o un caffè in compagnia di amici, senza badare alla necessità di indossare la mascherina e a mantenere la distanza dei protocolli voluti dal governo.

Assembramenti ancora più gravi se si pensa che il danno di nuovi lockdown riguardano l’insieme della popolazione e non solo di coloro che lo provocano.

Si ha l’impressione, insomma, che le ultime decisioni politiche di riapertura della fase 2, non abbiano tenuto in considerazione il parere di virologi, epidemiologici e scienziati vari che parlavano di una riapertura più cauta in contrapposizione, forse, con la volontà delle Regioni e degli imprenditori di accelerare invece le riaperture.

Per fortuna le “trasgressioni” riguardano prevalentemente solo la movida; nei posti di lavoro, nei ristoranti, nei bar, supermercati, grazie anche ai piccoli e grandi imprenditori che hanno seguito i protocolli del governo, la maggioranza dei cittadini ha rispettato, almeno fino a questo momento, le regole del distanziamento e delle mascherine.

In ogni trasmissione televisiva, nei quotidiani e nei social, ci sono centinaia di dichiarazioni di piccoli e grandi imprenditori che a tutt’oggi non sono in grado di riaprire per mancanza di soldi. La crisi ha colpito infatti anche i piccoli imprenditori sofferenti per mancanza di liquidità e di difficoltà ad ottenere dei prestiti dalle banche se hanno ricevuto in passato altri anticipi.

In questa situazione economica drammatica per molti imprenditori, soprattutto di coloro a corto di liquidità, sta emergendo “l’agguato dell’usuraio” vestito con giacca e cravatta pronto a prestare il suo denaro contante a tassi d’interesse che nella maggior parte dei casi sono di strozzinaggio, al punto di rovinare l’attività commerciale e la vita al povero imprenditore caduto nella rete.

A volte l’usuraio è una persona sconosciuta, oppure un conoscente in grado di muovere denaro con estrema facilità. L’usuraio agisce spesso con un complice, magari con un impiegato in grado di segnalargli l’imprenditore in difficoltà di liquidità, uscito magari dalla banca senza aver ottenuto il denaro richiesto per far ripartire la sua attività commerciale. Peraltro è difficile arrestare questi usurai senza la denuncia dell’imprenditorie il quale ha paura di ritorsioni fisiche rivolte anche ai loro familiari.

A questo proposito è intervenuta prontamente la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese; in una intervista a Repubblica ha detto: “faccio appello agli imprenditori in difficoltà: rivolgetevi alle istituzioni perché in gioco non c’è solo la sopravvivenza delle vostre attività, ma anche la salvaguardia del’economia legale; segnalate alle forze di polizia proposte di aiuto provenienti da persone sconosciute o con modalità opache. Lo Stato c’è”!

In passato Polizia e Guardia di Finanza hanno arrestato solo alcune decine di usurai grazie al coraggio di alcuni imprenditori di denunciarli a rischio della propria vita. Ora il Governo deve accelerare le modalità di concessione dei prestiti dalle banche agli imprenditori, saltando la burocrazia che impedisce spesso il buon fine dell’operazione. Sono troppi gli imprenditori privi di liquidità con il rischio di cadere infine nel tunnel senza ritorno di questi delinquenti senza scrupoli.

E’ quello che sperano avvenga al più presto tutti gli imprenditori.

Giuseppe Careri