La manovra salvo intese e la politica degli annunci – di Giuseppe Careri

La manovra salvo intese e  la politica degli annunci – di Giuseppe Careri

Da settimane, ormai, il Governo giallo-rosso guidato da Giuseppe Conte studia le modalità finanziarie per ottenere in Parlamento l’approvazione della legge di Bilancio. La manovra, all’esame delle due Camere, è complessivamente di 30 miliardi, di cui 16 miliardi in deficit; oltre la sterilizzazione dei 23 miliardi dell’Iva, della quale tutti sono d’accordo, c’è lo sforzo del Governo per soddisfare le esigenze dei redditi fissi fino a 30 mila euro attraverso il cuneo fiscale che aumenta il salario dei lavoratori fino a 40 euro al mese. Tra le tante misure allo studio, c’è la conferma di quota 100 per quei lavoratori di 62 anni e 38 di contributi che hanno chiesto l’anticipo della pensione. Inoltre le micro tasse sulle bibite gassate, promosse dai 5 Stelle, per aumentare gli stipendi del corpo insegnante; poi la tassa denominata plastic tax che da sola vale circa un miliardo nel 2020 e quasi due miliardi nel 2021. E ancora, la tassa sul tabacco trinciato che darà un gettito di 120 milioni nel prossimo anno. Tutta la stampa quotidiana e le televisioni raccontano questo processo particolarmente faticoso dell’esecutivo dove ogni voce è sottoposta poi a una radiografia certosina interna al governo e soprattutto all’apposizione. I due partiti principali di Governo, PD e 5 Stelle, minimizzano in molti casi i contrasti relativi alle misure da adottare. Spesso anche i singoli Ministri e Sottosegretari alzano la bandierina del vincitore per un risultato positivo conquistato dopo tante battaglie nelle varie commissioni. Il problema maggiore, però, nasce anche con Matteo Renzi, alleato di Governo, che a più riprese critica alcune misure adottate dal Governo. Si tratta in particolare di quota 100 e della plastic tax  che, secondo Renzi, danneggerebbe l’Emilia Romagna dove operano 947 Aziende con 16 mila addetti. L’introduzione della plastic tax favorirebbe, anche per il Presidente della Regione Bonaccini, la vittoria della Lega alle prossime elezioni regionali di Reggio Emilia il 26 gennaio del 2020. Questo “fuoco amico” di Italia Viva non contribuisce certo all’armonia del Governo che si appresta ad affrontare il voto del Senato per l’approvazione della Legge di Bilancio.

In questa situazione di dichiarazioni pro e contro le misure del Governo, s’inserisce il malcontento dei cittadini esclusi da una finanziaria che in definitiva dovrebbe avere una “ricaduta” tangibile soprattutto sulla cittadinanza. Ecco, la cittadinanza. Da quando è iniziata la discussione della Manovra di Bilancio, si è parlato poco dei pensionati, dei giovani, dei rischi ambientali, degli abbandoni nelle scuole, Ormai il nostro paese è diventato un paese vecchio, di persone non più autosufficienti, che hanno bisogno di cure e di assistenza sanitaria. Secondo i dati Istat in Italia a gennaio 2015 ci sono quasi 13 milioni di pensionati, il 21,7 sulla popolazione totale.

Tra una ventina d’anni ci saranno oltre 20 milioni di over 70, il 32,6 della popolazione totale. E poi la situazione drammatica dei giovani senza lavoro, costretti ad abbandonare il loro paese d’origine per cercare un impiego nell’ambito europeo, Francia, Germania, Inghilterra.

In un editoriale sul Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli scrive: “gli anziani in Italia non sono un peso. Si può (e si deve) dare più spazio ai giovani (che in gran parte se ne vanno) senza creare disagi e inutili sensi di colpa a genitori e nonni. Una questione di civiltà. Lo sguardo lungo è necessario. Invece litighiamo, non solo in occasione della prossima legge di Bilancio, soprattutto su effimere scelte a breve.

Negli ultimi anni ci stiamo purtroppo abituando ad una classe politica litigiosa, dedita alla propaganda continua sui teleschermi e sui quotidiani. Vediamo ogni giorno, a tutte le ore, Ministri, Sottosegretari, Parlamentari e uomini di partito che recitano a memoria, con lo sguardo nel vuoto, il loro “discorsetto” in favore di una “manovrina” scritta probabilmente dal loro capo. Lo scopo è sempre, e solo quello, di “racimolare” qualche voto in più degli elettori, senza mai approfondire i reali problemi del paese, dagli emigranti, alla disoccupazione giovanile, alle case, sanità, scuola, alla ricostruzione delle zone terremotate.

Dire, in una propaganda esagerata, che i pensionati avranno una rivalutazione di tre euro è francamente offensivo. Così come non affrontare il problema dell’esodo dei giovani disoccupati. Negli ultimi dieci anni sono partiti dall’Italia ben 250 mila giovani. Non pensare ai problemi reali del paese comporta poi, inevitabilmente, un vantaggio dei populisti. Un vecchio e bravo giornalista, Fernando Cancedda scrive:

Così si spiega perché abbiano così tanto successo i leader populisti che non hanno una vera visione politica da far valere, ma sono pronti a giocarsi tutto per il proprio potere. Applauditi o fischiati da una folla che si lascia facilmente sedurre dalla demagogia rissosa e dalle false promesse e probabilmente non conosce altro modo per intervenire e comunicare”.

Senza mai dimenticare una ovvietà descritta così bene da Luigi Pirandello: “Ai miei figli, giovani oggi, vecchi domani”.

Giuseppe Careri