Corte dei conti: il Pnrr, un disastro per la sanità

Corte dei conti: il Pnrr, un disastro per la sanità

Più volte siamo intervenuti, in particolare con il contributo di Daniele Ciravegna, su tutte le problematiche richiamate dall’attuazione del Pnrr (l’ultimo parlava di un Pnrr senza una visione del futuro CLICCA QUI). E sempre sono state sottolineate le particolari criticità relative alla Sanità cui viene fatto fare il “passo del gambero” rispetto alle grandi prospettive di rilancio emerse durante e all’indomani del diffondersi del Covid.

Adesso è la Corte dei Conti a mettere nero su bianco delle note critiche alla gestione del Pnrr da parte del Governo Meloni, proprio per questo importante settore, segnalando la riduzione complessiva delle risorse destinate ad investimenti nella Sanità e il rinvio dei programmi d’investimento regionali già avviati  “a quando saranno disponibili spazi finanziari adeguati” (CLICCA QUI).

La Corte scrive: “Se è vero, infatti, che al 31 dicembre 2023 le risorse non ancora utilizzate attribuite all’articolo 20 sono pari a 9,9 miliardi, e che esse sono state ripartite tra le regioni, il loro utilizzo effettivo è subordinato alla indicazione in bilancio di importi spendibili compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica. In altre parole, pur previste a legislazione vigente, tali risorse non sono già scontate nel tendenziale e quindi richiederanno apposita copertura. Un allungamento dei tempi che dovrebbe essere valutato alla luce dello stato di attuazione dei progetti attivati e che potrebbero registrare fabbisogni difficilmente rinviabili”.

La Corte aggiunge: “Va, infine, sottolineato come la norma preveda una ulteriore riduzione dell’ammontare delle risorse destinate ad investimenti, ponendo a carico dell’articolo 20 anche il finanziamento dei maggiori costi dovuti ad incrementi dei prezzi dei progetti che erano a carico del PNC e che non hanno avuto accesso finora al Fondo opere indifferibili. Anche in questo caso, pur essendo prevista una procedura di selezione accurata (la richiesta regionale, corredata di perizia suppletiva di variante relativa ai maggiori costi e del quadro generale delle distinte fonti di finanziamento destinate agli investimenti interessati è inserita nei Contratti Istituzionali di Sviluppo) le risorse utilizzabili, allo stato non quantificate, ridurranno ancora i fondi destinati ad accordi e, non essendo già scontate nel tendenziale, dovranno trovare spazi adeguati e apposito finanziamento”.

Per la lettura completa del documento della Corte dei Conti CLICCA QUI