La forzatura della Regione Emilia Romagna sul fine vita

La forzatura della Regione Emilia Romagna sul fine vita
Il Coordinamento di Insieme, lavoro e famiglia, solidarietà e pace Emilia Romagna considera la decisione della Giunta regionale di istituire Il Comitato Regionale per l’etica nella Clinica (Corec) e di autorizzare l’assessorato regionale delle Politiche per la salute ad inviare alle AUSL le istruzioni tecniche operative per la gestione delle richieste di suicidio medicalmente assistito (SMA), una grave forzatura sia sotto il profilo della correttezza istituzionale sia dal punto di vista politico.
La Delibera di Giunta impedisce infatti un democratico confronto tra tutte le forze politiche espressioni delle diverse opinioni e visioni rispetto a un tema eticamente sensibile. L’idea di velocizzare con un atto amministrativo il percorso del Suicidio Medicalmente Assistito contraddice l’intero impianto costituzionale centrato sul diritto alla salute e sulla tutela della vita sempre e comunque si configura come un atto di governo autoritario, particolarmente grave perché fatto da chi contesta il governo nazionale accusandolo proprio di autoritarismo.
Ci saremmo aspettati che la nostra Amministrazione Regionale fosse stata altrettanto celere nel prendere concrete misure per garantire le cure palliative. Altrettanto vorremmo che essa aiutasse coloro che si prendono cura dei malati gravi in modo concreto non lasciando che tutto il peso ricada sulla famiglia.
Facciamo appello ai cattolici ma anche ai credenti e non credenti membri del Consiglio regionale, di quanti hanno a cuore il rispetto della vita anche quando volge al tramonto, perché riconoscano e affermino che il suicidio
medicalmente assistito e l’eutanasia non hanno nulla a che vedere con la solidarietà sociale e, tanto meno, con la carità cristiana.
Perciò auspichiamo che si oppongano con qualsiasi iniziativa democratica al provvedimento e favoriscano l’avvio di un normale e partecipato iter legislativo perché non è accettabile non solo il merito ma neppure il metodo del provvedimento che, con la politica dei piccoli passi, tende ad introdurre un radicale cambiamento culturale e
antropologico. Riteniamo, infatti, che il vuoto normativo e il monito della Corte Costituzionale con la sentenza
242/2019 ad intervenire sul piano legislativo non possono giustificare forzature da parte delle Giunte regionali soprattutto se si concretizzano in provvedimenti amministrativi c he mettono il bavaglio a chi legittimamente è stato eletto negli organismi di rappresentanza.
Il coordinamento di INSIEME – Regione Emilia Romagna.
Il Coordinatore Regionale Emilia Romagna
FERTITTA VINCENZO