La Nato e il 2% del Pil

La Nato e il 2% del Pil

Le forti affermazioni di Donald Trump sulle spese Nato hanno rilanciato un dibattito annoso, da decenni motivo di polemica accesa tra gli Stati Uniti e i paesi europei accusati di non procedere adeguatamente al cosiddetto “Burder sharing” e cioè alla partecipazione alle spese basato su tre criteri:

  • 2% delle spese per la difesa rispetto al PIL (“cash”);
  • 20% della quota del budget della Difesa da destinare agli investimenti (“capabilities”);
  • contributo a missioni, operazioni ed altre attività (“contributions”).

Il Segretario della Nato, Jens Stotenberg, ha subito risposto con fermezza a Trump (CLICCA QUI) e poi ha precisato che 18  dei 31  stati membri della NATO intendono raggiungere l’obiettivo del 2% entro il 2024. Per Stoltenberg “si tratta di un altro numero record e di un aumento di sei volte rispetto al 2014, quando solo tre alleati raggiunsero l’obiettivo” con un aumento della spesa per 600 miliardi di dollari negli ultimi dieci anni.

In effetti, nel 2023, con gli Stati Uniti (3,49%) erano in linea con l’obiettivo del 2% la Polonia (3,9%), la Grecia (3,01%), l’Estonia (2,73%), la Lituania (2,54%), la Finlandia (2,45%), la Romania (2,44%), l’Ungheria (2,43%), la Lettonia (2,27%), il Regno Unito (2,07%) e la Slovacchia (2,03%). Nell’anno precedente erano solo in sette.

Molto ha inciso il progressivo deteriorarsi dei rapporti con la Russia dopo il 2014. E l’invasione dell’Ucraina ha fatto innalzare le spese degli europei notevolmente. Ad esempio, la Germania ha avviato un progressivo innalzamento dei livelli d’investimento nella difesa dal 2022 in poi e per quest’anno ha stanziato 71,8 miliardi di euro.

Per quanto riguarda l’Italia il rapporto tra spese militari e PIL in Italia, nel 2023, è stata pari all’1,46% del PIL. Nel 2022 il rapporto era dell’1,51%.

Il Documento programmatico pluriennale della Difesa italiana per il triennio 2023-2025  riporta la più recente previsione per il budget in chiave NATO per il 2023 per 29.718 miliardi.

Riguardo all’obiettivo del 2% (componente “cash”), il DPP fa presente che l’obiettivo nazionale, considerato il quadro economico-finanziario, è di conseguire progressivamente verso la percentuale del 2% delle spese per la difesa sul PIL da raggiungere nel 2028.