Già ombre sulla COP28

Già ombre sulla COP28

La Bbc e The Guardian lanciano due autentiche bombe che fanno intravedere le ombre che pesano sull’oramai imminente incontro mondiale COP28 organizzato. a partire da questo giovedì fino al 12 dicembre, dagli Emirati arabi uniti a Dubai.

La tv pubblica britannica, infatti (CLICCA QUI) rivela l’esistenza di un documento riservato in base al quale si deduce che è, o è stato in atto, un tentativo da parte del paese organizzatore di sfruttare il proprio ruolo per concludere accordi su petrolio e gas. Mentre The Guardian tira fuori altra documentazione che dimostrerebbe l’esistenza di un piano d’investimenti dell’Arabia Saudita per creare domanda per il suo petrolio e gas nei paesi in via di sviluppo in modo da tenere agganciati i paesi poveri all’uso di combustibili fossili.

Il piano saudita, denominato ODSP è diretto alla crescita dell’uso di automobili, autobus e aerei alimentati da combustibili fossili in Africa e altrove, mentre i paesi ricchi passano sempre più all’energia pulita.

L’ODSP prevede di accelerare lo sviluppo del trasporto aereo supersonico, che utilizza tre volte più carburante per aerei rispetto agli aerei convenzionali, e di collaborare con una casa automobilistica per produrre in serie un veicolo economico con motore a combustione. Ulteriori piani promuovono le navi a motore, che utilizzano olio combustibile pesante o gas inquinanti per fornire elettricità alle comunità costiere.

Nelle informazioni disponibili al pubblico, scrive The Guardian, il programma viene presentato come “rimozione delle barriere” all’energia e ai trasporti nei paesi più poveri e “aumento della sostenibilità”, ad esempio fornendo fornelli a gas per sostituire la combustione a legna.

Dalla COP28 ci si attende, invece, un definitivo impegno mondiale per limitare l’aumento della temperatura globale ad una media dell’1,5°C e cominciare così a contrastare i cambiamenti climatici. Per fare questo è oramai opinione comune che sia necessario ridurre il consumo di combustibili fossili di almeno il 43% entro il 2030.

I documenti della BBC sono stati preparati dal team COP28 degli Emirati Arabi Uniti per gli incontri con almeno 27 governi stranieri in vista del vertice COP28, che inizierà giovedì 30 novembre.

Rivelati alcuni  “punti di discussione” che riguarderebbero le possibilità da parte della Adnoc, la compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, di sfruttare il gas naturale liquefatto di Mozambico, Canada e Australia. Lo stesso riguarderebbero i combustibili fossili della Colombia e di altri 13 paesi, tra cui Germania ed Egitto.

L’incontro di Dubai sarà presieduto da Sultan al-Jaber Ministro dell’industria del suo paese e Amministratore delegato della compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, Adnoc, oltre che dell’azienda statale di energie rinnovabili, Masdar. La nomina aveva subito diffuso un senso di perplessità tra molti studiosi del settore e gli ambientalisti e il documento reso di pubblico dominio dalla Bbc è servito a rinfocolare le polemiche al riguardo.

Justin Rowlatt che ha firmato per la Bbc l’articolo di denuncia in questione ha scritto: “Tentare di concludere affari durante il processo COP sembra essere una grave violazione degli standard di condotta che ci si aspetta da un presidente COP. Tali standard sono stabiliti dall’organismo delle Nazioni Unite responsabile dei negoziati sul clima, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). L’UNFCCC afferma che il “principio cardinale” per i presidenti della COP e i loro team è “l’obbligo di imparzialità”.

Alla BBC, prosegue Justin Rowlatt, è stato riferito che i presidenti della COP “dovrebbero agire senza pregiudizi, favoritismi, capricci, interessi personali, preferenze o deferenze, basandosi rigorosamente su un giudizio sano, indipendente ed equo”.

“Ci si aspetta inoltre che garantiscano che le opinioni e le convinzioni personali non compromettano o sembrino compromettere il loro ruolo e le loro funzioni di funzionario dell’UNFCCC”, ha continuato.

Manuel Pulgar-Vidal, presidente del vertice COP20 in Perù nel 2014, teme che un crollo della fiducia possa significare nessun progresso nella lotta al cambiamento climatico a Dubai. “Il presidente della COP è il leader del mondo, sta cercando di costruire consenso a nome del pianeta”, ha detto alla BBC. “Se un presidente della COP cercasse di portare un interesse particolare, [compreso] un interesse commerciale, ciò potrebbe significare il fallimento della COP.”

CV