Invece che alla stazione di Piovarolo, di Totò, i treni si fermano a … Ciampino

Invece che alla stazione di Piovarolo, di Totò, i treni si fermano a … Ciampino

Una volta, i treni arrivavano in orario … adesso, ma invece che alla stazione della Piovarolo di Totò, fermano a Ciampino.

Per carità, c’è di peggio e, quindi, non facciamone una questione politica, come se dal ministro Lollobrigida e dai suoi atteggiamenti dipendessero i destini del Paese. Lo aspettavano a Caivano, il che, a suo avviso, giustifica che possa disporre di un servizio pubblico a suo piacimento. L’ opposizione avrebbe ben altro di cui occuparsi.

Eppure c’è da restare piuttosto sconcertati, ma forse non sorpresi. Un’analisi fenomenologica attenta dei comportamenti umani c’insegna come, molte volte, un gesto apparentemente circoscritto e minore sveli un intero universo mentale. Il potere, per conservare l’ equilibrio di cui mai può fare a meno, dovrebbe coltivare la virtù della discrezione, anzi dell’ umiltà, preoccuparsi di essere in sintonia con il sentimento della gente comune. Al contrario, quando si gonfia oltre misura perde contatto con il mondo reale e diventa stucchevole, indisponente e repulsivo.

Non si tratta di condannare il Ministro Lollobrigida, che di uscite infelici ed imbarazzanti se ne intende, ma, se mai, di constatare che questa è la cifra, il costume di una classe politica che veleggia tra vittimismo, narcisismo ed arroganza e nella quale abbondano i “parvenu”.

L’arroganza è assunta, da una certa cultura, come indice di determinazione e di forza. In effetti, è emblematica di una fragilità che si vorrebbe nascondere sotto i panni di una penosa improntitudine.

Diamo tempo al tempo…miglioreranno, non c’è dubbio, ma, per intanto, dovrebbero, almeno, risparmiarci il ridicolo.