Il fotografo di Life in mostra al Museo di Trastevere – di Giuseppe Careri

Il fotografo di Life  in mostra al Museo di Trastevere – di Giuseppe Careri

Philippe Halsman, uno dei ritrattisti più originali del novecento ha firmato 101 copertine della prestigiosa rivista americana Life, più di chiunque altro fotografo al mondo. A partire dagli anni ’50 Halsman, grazie alla sua intuizione, ai suoi lampi di genio e alla sua tecnica raffinata, ha creato i suoi ritratti straordinari di capi di stato, scienziati e divi del cinema.

Tra le attrici degli anni cinquanta/sessanta, vi figura anche la nostra Anna Magnani in uno scatto del fotografo che la ritrae in primo piano quasi a ricercarne la forza e l’interiorità psicologica. Anna Magnani, scomparsa a settembre di cinquant’anni fa, a soli 65 anni, è stata un’icona della cinematografia internazionale. Nannarella conquistò infatti l’oscar nel 1956 a Hollywood per l’interpretazione di migliore attrice protagonista nel film “La rosa tatuata”. Un giusto riconoscimento per Nannarella che ha segnato la storia della cinematografia internazionale con l’interpretazione epocale di “Roma Città aperta” di Roberto Rossellini con il quale fu legata da un legame affettivo profondo e tempestoso come era nel suo carattere.

Philippe Halsman conosceva bene il mondo del cinema. Nella mostra c’è un bellissimo ritratto di Marylin Monroe del 1959 con i piedi scalzi, la schiena nuda, e uno splendido viso rivolto al fotografo con un sorriso avvolgente. Il fotografo l’aveva conosciuta bene e di lei ne fa un ritratto doloroso: “E’ difficile per me scrivere di Marilyn Monroe perché la sua bellezza mi colpì meno del suo complesso di inferiorità. E’ stato il suo complesso di inferiorità a spingerla verso l’invitabile autodistruzione. A causa dell’alcol e dei sonniferi era in costante depressione. La sua tragica fine era inevitabile”.

Halsman, nato a Riga, in Lettonia nel 1906, comincia la sua carriera a Parigi all’età di trent’anni per la rivista di moda Vogue. Grazie all’amicizia intrapresa con lo scienziato Albert Einstein, Halsman si trasferisce a New York consolidando la sua fama di grande ritrattista tra le testate più importanti degli Stati Uniti. Nella mostra del museo di Trastevere vi è naturalmente anche un bellissimo ritratto dello scienziato tedesco naturalizzato svizzero e statunitense.

Nella galleria della mostra fotografica del museo, vi compaiono molti maestri e attori del cinema internazionale. Alfred Hitchcok, 1959, è ripreso in primo piano con un lungo sigaro sui cui è appoggiato un uccello durante le riprese del suo film.

Dal cinema alla musica. Una bellissima immagina di Louis Armstrong, 1966, ripreso mentre suona con la sua inseparabile tromba.

Negli anni cinquanta Halsman usa una nuova tecnica, un espediente per approfondire nei suoi ritratti il carattere psicologico degli artisti. Verifica così l’aspetto infantile dell’attore ritratto in un momento di rilassatezza. I suoi scatti colgono così la famosa attrice di vacanze romane Audrey Hebpurn e quello indimenticabile di Paul Newman mentre saltano allegramente davanti alla macchina fotografica.

Colpisce il visitatore della mostra il primo piano di un’altra attrice italiana degli anni cinquanta, Silvana Mangano, bellissima protagonista nelle vesti di una mondina nel film “Riso amaro” in compagnia con l’indimenticabile Raf Vallone nel lontano1949.

Un altro straordinario ritratto è quello dell’affascinante Elisabeth Taylor, 1948, in posa per una delle tante copertine di Life.

E poi il bellissimo volto dell’attrice americana Grace Kelly, 1955, fotografata da Halsman prima  dello sfarzoso matrimonio con il Principe Ranieri di Monaco, avvenuto nel 1956.

Tutti i protagonisti si prestano al gioco di Halsman, alla “tortura” di passare ore e ore in uno studio, con luci, fondali e tecnici che collaborano con il fotografo. Tempi di ripresa infiniti, estenuanti, pur di raggiungere la perfezione di uno scatto.

Foto dopo foto, Halsman entra così nel mondo interiore dell’attore e della sua arte; la sua capacità consiste nel cogliere l’essenza della personalità di tutti coloro che fotografa. Attori famosi, a volte capricciosi come i bambini.

Del resto gli scatti di Halsman per Life sono rivolti soprattutto alle stelle del cinema e della società in cui viviamo. Ci imbattiamo quindi in un bellissimo ritratto degli attori Dustin Hoffman e Mia Farrow in un film di Peter Yates, 1969.

E poi Yves Montand con l’immancabile sigaretta, 1960, e Marlon Brando il formidabile attore di Fronte del Porto e di Ultimo tango a Parigi

Ogni dettaglio, ogni particolare dei personaggi ripresi dallo scatto di Halsman viene scandagliato minuziosamente, a volte sbeffeggiato, esaltato, dove ironia e autocelebrazione si intrecciano in una serie di variazioni sul tema.

E’ quanto accade con le foto scattate a Salvador Dalì. Il primo incontro tra il fotografo e il pittore, scultore e designer, avviene nel lontano 1941, quando Halsman deve documentare una sua mostra. Dalì si presta a farsi riprendere in posizione fetale, rannicchiato in un guscio d’uovo a simulare la fase prenatale. Halsman, forte della sua amicizia, gioca con l’istrionico pittore e i suoi celebri baffi diventati il tratto distintivo della sua immagine pubblica.

Infine, una curiosa immagine di Winston Churcill ritratto solo di spalle, con il suo fedele cagnolino nei giardini della sua tenuta in Gran Bretagna nel 1951. Forse il pudore del grande statista della politica non si presta fino in fondo alle pretese di un grande artista come Halsman, accettando di apparire solo con lo scatto di spalle.

La mostra rimarrà aperta fino al 7 gennaio.

Giuseppe Careri