I drammi e il sangue della storia non si riescono a seppellire

I drammi e il sangue della storia non si riescono a seppellire

Dopo 80 anni di silenzio, Edmond Réveil, di 98 anni, che fu un combattente della resistenza francese, ha indicato il luogo dove avvenne un’esecuzione di massa di prigionieri tedeschi catturati dai partigiani pochi giorni dopo il D-Day che segnò la svolta della Seconda guerra mondiale e il passo più importante per la sconfitta del nazifascismo.

Gli scavi realizzati finora in bosco vicino alla frazione di Encaux di Meymac hanno portato alla scoperta di proiettili e cartucce e, quindi, la conferma di quel che accadde a 46 soldati tedeschi e ad una collaborazionista francese. Tutti costretti a scavare la propria fossa comune prima della fucilazione.

Non sono stati ancora trovati resti umani, ma gli scavi vanno avanti sulla base delle rivelazioni del Réveil che oggi è l’ultimo sopravvissuto di quella vicenda e, probabilmente, uno dei pochissimi partigiani francesi ancora in vita. Egli sostiene di non aver materialmente partecipato alla strage cui ha però assistito e, così, ha potuto ha potuto ricordare la reazione dei prigionieri tedeschi quando capirono della sorte che li attendeva. A chi ha raccontato di quelle drammatiche ore ha parlato dei prigionieri che guardavano per l’ultima volta le fotografie delle loro famiglie e di come i 30 partigiani francesi, che avevano avuto l’ordine dal loro comando a procedere all’eliminazione dei prigionieri tedeschi, presero la solenne decisione di non parlare mai con nessuno di quel che era accaduto.

Questa vicenda, drammatica e sanguinosa, se ne porta dietro altre perché la Storia non resta sotto terra e, spesso, torna con il suo implacabile carico di verità e dolore.

Subito dopo lo sbarco degli alleati in Normandia del 6 giugno 1944, numerose città francesi si sollevarono dopo cinque anni di brutale occupazione da parte dei nazisti e dei loro fiancheggiatori di Vichy. Il 9 giugno, a Tulle, gli uomini della divisione SS Das Reich impiccò 99 ostaggi e il giorno successivo furono massacrate 643 persone nel villaggio di Oradour-sur-Glane.

Le rivelazioni hanno colpito molto la stampa di tutto il mondo e, così, stuolo di giornalisti si sono recati nella zona del massacro dove hanno raccolti i commenti degli abitanti. Tra cui il sindaco di Meymac, Philippe Brugère che, alla BBC, ha dichiarato: “La gente capisce che in guerra tutti gli atti diventano possibili. Puoi stare dalla parte dei giusti e tuttavia compiere ciò che è moralmente sbagliato”.

Purtroppo, è quello che da oltre un anno e mezzo vediamo accadere anche nella guerra in Ucraina. E, anche in questo caso, sarà inutile provare a mettere … tutto sotto terra.

CV