I ricchi in vacanza tra i disoccupati. L’esempio della Puglia

I ricchi in vacanza tra i disoccupati. L’esempio della Puglia

Persino Giorgia Meloni rilancia l’immagine della Puglia con i suoi giri per masserie. Compreso quello dei giorni scorsi alla ricerca della sede per il prossimo G7. Che ovviamente richiede un luogo di lusso. Di quelli che sembrano venire su come funghi in questa allungata e bella regione d’Italia, ma anche in altre regioni meridionali. In Puglia sono stati recentemente segnalati stabilimenti e centri per le vacanze tra i più cari del Paese. Forse si sta concretizzando il progetto di Briatore sulla realizzazione di grandi alberghi per ricchi perché gli unici in grado di portare ricchezza. Una dichiarazione che ha invece lasciato perplessi molti amministratori locali che hanno sempre chiesto una diversa linea di sviluppo per una zona in cui la disoccupazione sta raggiungendo livelli eccezionali. Persino fuori scala con quelli che sono i dati nazionali.

L’Edicola del sud (CLICCA QUI), facendo riferimento ai dati Istat del Dossier “Noi Italia 2023″(CLICCA QUI), ricorda come nel 2021 il Pil del Mezzogiorno sia stato inferiore del 44,7 per cento a quello del Nord. Ricorda pure che il tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno è tre volte quello del Nord-Est, e che i due terzi dei disoccupati del Mezzogiorno  cercano lavoro da più di un anno mentre nel Centro-Nord la percentuale è inferiore al 50%. La Campania tocca addirittura il 70% di coloro che sono in questa condizione.

Sono impressionanti i dati che confermano le differenze tra quelle che si possono definire, più che mai, le due Italie. Recentemente, la Caritas ha ricordato che il 10% degli italiani vive in povertà assoluta (CLICCA QUI). Ma quello è un dato nazionale. Nel Mezzogiorno questa estrema condizione di disagio è vissuta da ben il 20,8%. Nella terra in cui c’è chi vorrebbe mettere in piedi solamente alberghi altamente di lusso, si parla addirittura di un tasso di povertà che coinvolge il 27,5% dei suoi abitanti.

L’Edicola del sud così prosegue continuando ad analizzare i dati Istat: «Nel 2021 – si legge nel report – la povertà assoluta permane sugli elevati valori raggiunti nel 2020, anno di inizio della pandemia da Covid-19, coinvolgendo il 7,5% delle famiglie (1,9 milioni) e il 9,4% degli individui (circa 5,6 milioni) residenti. I minori colpiti dalla povertà assoluta sono 1 milione 382 mila, appartenenti a 762 mila famiglie. La situazione è particolarmente critica per chi vive in affitto: oltre 889 mila famiglie in povertà assoluta sono in affitto e rappresentano il 45,3% di tutte le famiglie povere».

L’analisi sul mondo del lavoro sembra essere la diretta conseguenza di questi numeri. Nel 2022, ad esempio, nelle regioni del Nord, relativamente alla fascia d’età 20-64 anni, sono occupate oltre 7 persone su 10, nel Centro quasi 7, mentre nel Mezzogiorno si arriva solamente a 5 persone su 10; gli estremi variano tra il 46,2% della Sicilia e il 79,2% della Provincia Autonoma di Bolzano. Stando a quanto si evince dal report, tra il 2019 e il 2020, l’incidenza del lavoro irregolare (tasso di irregolarità) è più elevata nel Mezzogiorno (16,7%), con la Calabria (20,9%, in calo, rispetto al 2019), che registra il valore più alto, e l’Abruzzo (13,6%) il più basso, ma comunque superiore alla media nazionale (12%).

CV