Sostenere, davvero, la natalità

Sostenere, davvero, la natalità

Ieri Papa Francesco ha portato ai livelli adeguati la riflessione sulla natalità, andando oltre i generici appelli a sostegno delle donne e della famiglia. Ed ha anche indicato dei problemi concreti che richiamano le responsabilità dei politici, a partire da quelli che governano. Lo ha fatto al di là di ogni retorica. Una retorica cui si abbandonano spesso tutti coloro che riescono sempre, sui discorsi che contano, a fare grandi enunciazioni di principio non seguite poi da effettivi e sostanziosi interventi.

C’è da sperare che la Presidente del consiglio abbia preso buona nota dei tanti messaggi che il Pontefice ha lanciato sul tema della natalità partendo dal quadro d’incertezza che sta davanti a quelle donne e a quegli uomini  che vorrebbero avere dei figli, ma che finiscono per essere bloccati perché anche dalla politica e dalle istituzioni continuano ad arrivare parole, ma pochi  stanziamenti. Se addirittura non si fanno passi indietro com’è stato con la recente cancellazione dell’assegno di accompagnamento a favore delle famiglie con disabili. Peccato che ieri non se ne sia parlato.

Francesco si è riferito al lavoro instabile, al proibitivo costo delle case, agli affitti alle stelle a fronte di salari del tutto insufficienti. E così gli è stato facile dire che siamo di fronte a problemi che “interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi”.

Solo così può diventare effettiva quella che la Pontificia Accademia per la Vita ha definito “un’idea di civiltà condivisa”, come INSIEME ha ricordato nella sua Petizione per una completa applicazione della legge 194 (CLICCA QUI).

Questa idea di civiltà richiede che alla Vita e alla ricerca del suo senso, in una società resa sempre più fluida e destabilizzata, si risponda con interventi interdisciplinari su cui la politica e le istituzioni s’impegnino in maniera davvero seria sapendo che la denatalità si combatte pensando alla tutela della Vita in tutte le pieghe delle leggi e degli atti di governo della cosa pubblica e non solo elargendo, quando lo si fa, piccole somme che lasciano sostanzialmente le cose come stanno.

Anche la natalità rischia di restare cosa astratta e preda della strumentalizzazione politica se non la si cala negli interventi diretti allo sviluppo economico, alla fiscalità, al Mezzogiorno e alla lotta alle disuguaglianze sociali e geografiche, alla difesa della dignità del lavoro che deve superare l’ancora oscena penalizzazione delle donne lavoratrici e il disinteresse assoluto per le casalinghe. Deve interessare anche il sistema scolastico perché è certo che la mancanza di nidi per i neonati e gli asili costituiscono degli oggettivi ostacoli anche alla natalità. Così come la vincente logica della finanziarizzazione dell’economia che rende più precaria che mai, come stiamo assistendo, la ricerca e l’assunzione da parte di giovani coppie della responsabilità di un mutuo.

Il resto rischia solamente di essere retorica sulla famiglia e sulla natalità. Una retorica senza risultati, e questo lo è stato per tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni e, per adesso, è cosa che riguarda anche questo attuale.