I rischi dell’autunno, ma le cose non vanno completamente male – di Guido Puccio

I rischi dell’autunno, ma le cose non vanno completamente male – di Guido Puccio

Il grande supermercato ti manda la e-mail per dirti quanto hai risparmiato il mese scorso facendo la spesa da loro. Ci credono solo i grulli, visto che ogni volta il conto è sempre più alto. E così dal fruttivendolo, dal salumiere, dal ristorante, dall’idraulico che si fa pagare in nero, ovunque. Sono i primi effetti dell’inflazione, bellezza, almeno per i comuni mortali.

Intanto da altre parti tornano a riproporsi immagini già note. Gli agricoltori olandesi protestano con centinaia di trattori sulle strade e bloccano gli approvvigionamenti; i ferrovieri inglesi si fermano come non avveniva da tempo; gli operai norvegesi delle imprese petrolifere chiedono aumenti e scioperano ( eppure i maggiori proventi del petrolio finanziano il loro fondo sovrano che assicura pensioni elevate e welfare). Per non dire di ciò che sta avvenendo negli aeroporti e nei trasporti aerei.

Sono le avvisaglie di ciò che si prevede per l’autunno anche da noi, tanto per stare al segretario della CGIL Landini che prevede ”una esplosione sociale”.  Le complessità, tra l’altro, non derivano solo dall’aumento dei prezzi dei beni di consumo ma anche da carenze di personale e di offerta ed il riscontro è semplice, basti considerare che per molti beni di consumo si parla di mesi per le consegne.

La spallata quindi ci sarà ma per ora sembra prevalere la voglia del Paese di reagire. Pare infatti che le cose non vadano così male: la produzione industriale tiene ancora secondo i dati a fine maggio (+2,3%); la bilancia dei pagamenti è attiva; il turismo ha ripreso alla grande; l’edilizia-sia pure drogata dal “centodieci”- lavora a pieno ritmo. Anche il traffico lo segnala: sulla autostrada Torino-Trieste che attraversa per cinquecento chilometri le più vitali regioni del nord si segnala addirittura un più quaranta per cento dei movimenti.

La nostra inflazione è poco sotto quella di altri Paesi europei, l’occupazione per ora non deborda e il PIL sarà inferiore a quello dello scorso anno ma pur sempre con un segno positivo. Diciamo pure che l’Italia non può dirsi al riparo dalla tempesta annunciata ma intanto non si arrende.

Il rischio più elevato, e che potrebbe far traboccare il vaso, è ancora quello dell’energia, sia per i costi che continuano ad aumentare (il prezzo del gas TTF al mercato di Amsterdam è passato in un anno da euro 20,5 MWh a 89,3) sia per il pericolo del blocco delle forniture dalla Russia.

Siamo prossimi allo stato di emergenza per l’acqua, visto che la straordinaria siccità ha già provocato allarme rosso per agricoltura e allevamenti. L’emergenza, tra l’altro, ha messo a nudo le incapacità diffuse di gestire gli acquedotti visto che tra il trenta e il settanta per cento dell’acqua immessa va perduta per le condizioni delle reti, e gli enti che gestiscono l’acqua in Italia sono oltre trecento mentre in Gran Bretagna sono meno di dieci. Con tutto il rispetto per i signori sindaci è risaputo che gli investimenti in questo settore non hanno mai avuto particolare attrattiva in termini elettorali. Vero è che il PNRR prevede particolari investimenti (“Missione2, Componente 4”) ma ci vuole tempo per realizzarli.

Non bastassero inflazione, crisi energetica ed emergenza idrica pare che ci si metta anche la politica di tutti i giorni a fare le bizze. Basta leggere i titoli dei giornali per avere la percezione. I soliti noti dei partiti di maggioranza, o presunti tali, che dovrebbero sostenere il governo quanto meno per onore di firma, non perdono occasione appena possono per smarcarsi. Tra ossimori quasi comici (“le urgenze che non sono urgenti”  e il “dissenso favorevole”) detto e non detto, mandato a dire, ultimatum e “penultimatum” (sic!) concepiscono il governo come il buratto alla Giostra del Saracino, il pupazzo che i cavalieri, in pittoresco costume, devono colpire lancia in resta.

La differenza è che in questi casi i costumi non sono pittoreschi. Sono sempre quelli per la campagna elettorale.

Guido Puccio