Referendum e amministrative: tutti al mare

Referendum e amministrative: tutti al mare

I votanti per i referendum restano tantissimo al di sotto del quorum richiesto. Battuto ogni record negativo con poco più del 17% dei partecipanti al voto. Per le amministrative va un po’ meglio, ma dal voto di ieri riceviamo la conferma di quanto la gente sia letteralmente distante dall’attuale sistema dei partiti e, persino, non più richiamata da quello strumento di democrazia diretta rappresentata dal referendum. Insomma, ieri, tutti al mare.

Chi ha parlato di un test in vista delle politiche è servito: l’astensionismo è sempre più esteso. Ovviamente, non ne terrà conto nessuno. E destra e sinistra continueranno a proclamarsi vincitori, a seconda del risultato, per le cariche cui sono riusciti, o riusciranno in sede di ballottaggio, a far eleggere i loro uomini. Purtroppo, come accade a livello nazionale, anche gli organismi rappresentativi locali perdono sempre più ogni credibilità. Diventare Sindaci con il voto di quattro gatti non aiuta davvero.

Per quanto riguarda i referendum, l’astensione conferma quanto i cinque quesiti non siano stati ritenuti la risposta ai mali veri della Giustizia italiana e Salvini e la destra incappano in una cocente sconfitta su una battaglia trasformata in scontro politico strumentale. Soprattutto, dopo che il Capo della Lega ha fatto chiedere il referendum alle regioni governate dal centrodestra al fine di evitare persino la raccolta delle firme.

Il dubbio che questa ennesima lezione che viene dagli elettori venga finalmente metabolizzata è stato confermato dai primi commenti a caldo ascoltati ieri sera. E’ emerso tutto ad esclusione della presa d’atto del fatto che un’intera stagione è finita e che bisognerebbe aprirne davvero un’altra.

Il combinato disposto del fallimento del referendum sulla giustizia e l’andamento del voto amministrativo, a un anno scarso dalle prossime elezioni politiche generali, mettono di molto in discussione i luoghi comuni su cui sì è adagiata la destra nei mesi scorsi, così come l’idea del “campo largo” di Enrico Letta.

CV