Nuovo scandalo sui rapporti tra banche e criminalità. Il caso del Credit Suisse

Nuovo scandalo sui rapporti tra banche e criminalità. Il caso del Credit Suisse

Secondo una ricerca del quotidiano  “Süddeutsche Zeitung”, cui hanno partecipato altri giornali di levatura mondiale, che ha esaminato una serie di documenti rivelati da una fonte anonima la banca svizzera Credit Suisse avrebbe aperto circa 30 mila conti bancari a clienti coinvolti in torture, traffico di droga, riciclaggio di denaro, corruzione e altri gravi crimini.

Grande il rilievo che viene adesso dato a questo che potrebbe emergere come uno dei più grandi scandali bancari al mondo, visto che la Credit Suisse è un vero e proprio gigante nel settore. La banca elvetica ha comunque negato  le accuse sostenendo che si tratterebbe di casi risalenti agli anni ’40 e che il 90 per cento dei conti elencati è già stato chiuso. Un portavoce della Credit Suisse  ha poi aggiunto: “Continueremo ad analizzare la questione e, se necessario, adotteremo ulteriori misure”.

L’inchiesta giornalistica  vuole dimostrare che la banca non ha svolto le adeguate azioni di controllo nei confronti di conti che in totale contengono il valore di oltre 100 miliardi di franchi svizzeri e che sarebbero serviti a “nasconderne” la provenienza.

Tra gli intestatari di questi conti sono indicati un trafficante di esseri umani nelle Filippine, un boss della borsa di Hong Kong incarcerato per corruzione, un miliardario che avrebbe ordinato l’omicidio della sua fidanzata libanese e dirigenti che hanno saccheggiato la compagnia petrolifera statale venezuelana, nonché politici corrotti dall’Egitto all’Ucraina.

CV