Quirinale, Berlusconi si ritira – di Giuseppe Careri

Quirinale, Berlusconi si ritira – di Giuseppe Careri

Dopo giorni di attesa è arrivato il grande rifiuto di Silvio Berlusconi a candidarsi alla carica di Presidente della Repubblica. La riunione con i leader del Centrodestra prevista alle ore 16, poi spostata alle 18. Infine si è svolta senza la presenza in video di Berlusconi. Al termine c’è stata la comunicazione affidata alla lettura di un comunicato letto dalla Senatrice di Forza Italia Lucia Ronzulli. Nel comunicato Berlusconi scrive:  “ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica”.

Nello stesso comunicato Berlusconi ritiene necessario che Mario Draghi completi la sua opera di Presidente del Consiglio fino alla fine della legislatura per dare attuazione al PNRR e fare le riforme sul fisco, la giustizia e la burocrazia.

A un solo giorno dalla prima votazione in Parlamento tutti i partiti stanno valutando la possibilità di trovare un candidato comune. Il Centrodestra proporrà un loro candidato perché hanno “l’onere e l’onore come partito di maggioranza in parlamento”, di indicare un loro rappresentante, come ha ripetutamente dichiarato il leader della Lega, Matteo Salvini.

Il “Palazzo” si prepara quindi ad ospitare i 1009 parlamentari che voteranno il nome del nuovo Presidente della Repubblica. Nessuno ancora ha scoperto le sue carte. Un twitter apparso in queste ore mostra una sala piena di scatoloni da riempire. Sono quelli del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si accinge a lasciare le sale dorate del Quirinale. Le ha postate Giovanni Grasso che dal 2015 è direttore dell’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica e consigliere per la stampa e la comunicazione di Mattarella. Un altro segnale del Presidente in carica inviato a quei partiti che continuano a chiedergli di ricandidarsi.

Sospiro di sollievo per il ritiro di Berlusconi di tutte le forze politiche in Parlamento che, oggi stesso, riuniranno i loro gruppi parlamentari per decidere la linea da tenere nel corso delle prime votazioni. Sono giorni ormai che tutti i partiti e i loro leader fanno una sorta di “melina” senza indicare nessun nome.

E’ giunto quindi il momento di un reale e serio approccio tra i partiti per trovare un accordo che porti in tempi brevi, magari al primo scrutinio, all’elezione del tredicesimo Presidente della Repubblica Italiana. In passato è già successo con l’elezione di Azeglio Ciampi nel 1999. Ciampi fu eletto al primo scrutinio con 707 voti su 990 dopo sole 2 ore e 40’. Successe anche con Francesco Cossiga, 57 anni, il più giovane Capo di Stato della storia, che ottenne 752 su 907 voti.

Lo scrutinio più lungo della storia dei Presidenti della Repubblica fu quello di Giovanni Leone nel 1971, eletto con 518 voti su 998 votanti alla 23esima votazione.

Vista la situazione difficile della pandemia e della situazione economica, è necessario abbandonare per una volta i giochi di potere, le frasi fatte, la propaganda, i propri interessi e guardare finalmente alle necessità e alle problematiche del nostro paese. Nell’ultimo anno, con il Governo Draghi, abbiamo raggiunto una credibilità nazionale ed europea grazie all’opera di tutto il governo. Ma anche alla pazienza e alla capacità dei cittadini di adempiere al loro dovere nel corso della pandemia che ha evitato maggiori perdite di vita a tutta la popolazione.

La frase, sulla bocca di tutti i politici in questo ultimo mese è: “dobbiamo eleggere un Capo dello Stato autorevole, un uomo delle istituzioni al di sopra delle parti”.

Ecco, se proprio si vuole dare seguito a queste frasi retoriche, troppo ricorrenti, occorre fare uno sforzo, trovare una mediazione che consenta l’elezione del Capo dello Stato in tempi brevi. Ma, soprattutto, bisogna partire dall’attuale situazione del nostro paese. Non vanificare, quindi, quanto di buono è stato fatto con l’ultimo governo Draghi, sia che rimanga alla Presidenza del Consiglio, sia che salga al Qurinale. Non possiamo permettercelo dopo i tanti sacrifici fatti da una popolazione stremata dalla pandemia e dalla situazione economica sempre più stringente, con gli aumenti già annunciati di tutti i prodotti, a partire dal gas, all’energia e al caffè.

Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’Unità Nazionale, ci ricorda l’art. 87 della Costituzione. E’ un incarico fondamentale per la sicurezza e la pacificazione del paese. Egli incide profondamente nella vita politica per il suo equilibrio e le sue scelte, come ha dimostrato Sergio Mattarella nel corso del suo mandato.

Nella votazione a scrutinio segreto ci saranno i franchi tiratori, quelli contrari a prescindere, i delusi, gli avversari politici, gli acerrimi nemici, coloro capaci di scrivere alle elezioni del 1971: “nano maledetto, non sarai mai eletto”, riferito alla statura di Amintore Fanfani notabile della Democrazia Cristiana.

Vale per tutti, soprattutto per rispetto dei cittadini che li hanno votati: questo è il momento dell’unità nazionale per uscire dalla pandemia e dalla crisi economica. Non è più tempo di trascinare per le lunghe i diversi problemi sociali e politici che abbiamo. Per quanto criticabile, Berlusconi il passo indietro lo ha fatto. Meglio tardi che mai. Adesso, cari deputati e senatori, tocca a ognuno di voi.

Giuseppe Careri